Pieve di Teco alle urne per il rinnovo del consiglio comunale. In paese salgono le quotazioni per un sindaco al di sopra delle parti, capace finalmente di coalizzare i due maggiori schieramenti fino ad oggi in campo. I sostenitori del tre volte primo cittadino Alessandro Alessandri e del capogruppo di opposizione Renzo Brunengo già sindaco di una lista civica dal 1998 al 2007.
Sarebbe un’importante ed attesa svolta nella vita politico-amministrativa della indiscussa ‘capitale’ della Valle Arroscia che può ancora contare su molte potenzialità e progetti da concretizzare e valorizzare. Si pensi solo al ‘piano parcheggi’.
Nulla di ufficiale fino ad oggi, ma un diffuso auspicio ascoltando molte voci in paese. Il prevedibile candidato unitario ha un nome. Il professor Enrico Pira, già Responsabile Medicina del Lavoro del Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatrica dell’Università di Torino. Alcuni anni fa si è occupato anche di studiare gli effetti dei campi elettromagnetici a bassa frequenza.
LA REPUBBLICA DEL 21 MARZO 2014 – Ma secondo lei ci può essere un rapporto di causa effetto fra l’esposizione alle onde dei cellulari e il rischio di tumore al cervello?
“E’ difficile dimostrare un rapporto di causalità anche perché i modelli di telefonini continuano a cambiare, sia nelle frequenze, che nei modelli. Non solo la potenza è diversa, ma cambia anche l’utilizzo. Ci sono persone che, magari come me, scaricano anche tre batterie al giorno, e altre che lo usano pochissimo. Sono tutte variabili che non consentono una metodologia di ricerca coerente”. L’ordinario di medicina del lavoro è scettico: “In Italia sinora una sola sentenza ha accertato il nesso tra un cancro e l’uso dell’apparecchio. Impieghi troppo diversi da persona a persona per una metodologia di ricerca coerente”.
Una personalità del mondo scientifico nazionale che a Pieve di Teco ha un abituale punto di riferimento, l’albergo Dell’Angelo. Trucioli.it il 12 gennaio 2017 titolava: Pieve di Teco, Dell’Angelo compie 221 anni. Benvenuti nell’hotel più antico della Liguria. Due fratelli (Antonino e Enrico Pira) lo vorrebbero rilanciare (vedi….)
L’anziano titolare è una figura particolare nel mondo alberghiero, Piero Ciocchetto, cugino di Antonino e Enrico. Il primo, specialista otorino nel capoluogo del Piemonte, il secondo, come accennato, affermato docente universitario. Si è pure occupato delle tematiche Covid.
Entrambi animati da una grande passione ed amore per il paese degli avi, da parte della mamma. Coltivano, alla vecchia maniera, anche oliveti datati nell’immediato entroterra di Imperia. Ma è soprattutto la loro abituale presenza di pendolari a Pieve di Teco, del loro interesse alla buona nomea del paese e collaborare efficacemente al bene comune.
Il prof. Enrico Pira sarebbe la persona ideale, per competenza e caratura morale, a rappresentare la massima autorità istituzionale di Pieve di Teco. Capace di una visione progressista e di valori. L’impulso programmatico. La pacificazione come punto di incontro e rinascita.
Il momento giusto dopo anni di divisioni e spesso duro scontro dialettico, e non solo, tra l’inconciliabilità di Alessandri e Brunengo. Due personalità molto impegnate con un forte carattere, ognuna con il suo seguito di elettori, contrapposti nelle strategie e responsabilità quanto a risultati (realizzati o mancati) nel governo locale. Da qui la necessità di un sindaco capace di ‘volare alto’, voltare pagina, di perseguire il bene supremo del paese, senza retorica, senza prosopopea, arroganza, né logore contrapposizioni più o meno fondate. Non per questo, va detto, debba essere considerata deleteria la dialettica democratica tra maggioranza e minoranza nella gestione del potere. Ora è davvero il momento propizio per un paese unito e che raggruppi le forze migliori.
Dare a Pieve di Teco una saggia sterzata che abbia dunque come primo e strategico tassello l’unità e la sua forza. Sono del resto numerosi e positivi gli esempi di comuni piccoli (e non solo) che hanno scelto di governare presentando un’unica lista, di salute pubblica, che raccolga le varie anime, ognuna con il proprio credo politico, ma con la volontà di dare il meglio nella rappresentanza popolare in seno all’organo democratico municipale. Con competenza, impegno e rettitudine, men che meno conflitto di interessi. Propizia è l’alternanza nel sistema di potere con ricadute concrete nel tessuto cittadino.
Pieve di Teco ricca di un patrimonio storico e monumenti secolari, alcuni in attesa di essere portati all’antico splendore. Un paese che ha nel commercio, nell’artigianato, nelle nicchie della viticoltura, ma anche nell’industria, nell’imprenditoria famigliare, nell’associazionismo, un suo valore aggiunto, tra polo d’attrazione e vivacità economica. Capo-guida, inoltre, nell’Unione dei Comuni della valle, nell’opportunità di cogliere finanziamenti pubblici. Che, a loro volta, sono propedeutici a investimenti privati. Si pensi solo al traforo Armo-Cantarana in attesa da anni. Ai temi e servizi di interesse sanitario e scolastico.
Da qui l’importanza di una saggia visione di rilancio che vada oltre slogan ed immancabili promesse elettorali. Un programma serio, fattibile, da uniti si vince recita un vecchio adagio. Essere uniti per dare valore alle speranze, alle giustificate aspettative da parte di giovani, di anziani, di famiglie. Pieve di Teco che possiede tanti requisiti per un forte sviluppo socio-economico. Pianificare ed attuare un’attrazione turistica per molti mesi all’anno. Nulla di fantasioso, dalle piccole cose quotidiane, alle esigenze di una comunità che in maggioranza aspira e merita un vero cambiamento di rotta.