Christian Peluffo, laureato a pieni voti in scienze naturali all’Ateneo genovese, ha seguito corsi di perfezionamento post-laurea e master anche in altre materie, da tre lustri insegna religione nelle scuole medie statali. Ha approfondito temi conformi al suo primo corso di studi, intervenendo con coraggio su questioni ritenute per lo più apodittiche. È, fra l’altro, guida ambientale-escursionistica della provincia di Savona.
di Gian Luigi Bruzzone
Eclatante la critica ai programmi cult di grande successo creati dallo scomparso Piero Angela. Provocatorie le teorie da evoluzionista pentito: “Quando la società volterà le spalle al dio materialismo, riconoscerà imbarazzante anche il dio darwinismo”. Allarmante il riferimento alle nuove generazioni: “I pre-adolescenti di oggi devono sopportare il carico enorme di problemi, errori e ossessioni del mondo degli adulti. Adolescenti e ragazzi sono permeati dal fondamentale vizio della società: la mancanza del senso profondo della vita. Non dobbiamo stupirci della loro fragilità e della montante depressione e persino del montante fenomeno dei suicidi sotto i ventiquattro anni”.
Professore, ci parli un poco della sua infanzia, qualora non le dispiaccia.
Ho trascorso un’infanzia serena, direi spensierata, felice. A ben pensarci quella del bambino è l’unica età nella quale si vive in un’altra dimensione; per quanto vi siano profonde differenze, persino un ventenne e un novantenne condividono parecchie prospettive sulla vita, il quotidiano, la realtà. Invece il bambino vive in un altrove, un altrove frequentemente considerato come il punto di partenza, ma che forse, almeno per alcuni aspetti, dovrebbe rappresentare il punto d’arrivo di ogni persona.
Perché ha scelto gli studi scientifici?
Sin da piccolo ero molto attratto dalla natura e dalla sua armonia.
Perché ha abbracciato la professione d’insegnante?
Sono stati i meandri della vita che mi hanno condotto ad esercitare questa professione, a dire il vero tanto affascinante quanto delicata.
Nonostante la sua verde età potrà tentare un confronto tra i ragazzi di ieri e quelli di oggi.
Una differenza fondamentale è il maggior entusiasmo e soprattutto la maggiore serenità che gli adolescenti e i ragazzi, anche di soli venti anni or sono, beneficiavano rispetto a quelli di oggi. Il mondo degli adulti – con tutti i suoi problemi, i suoi errori e a volte le malcelate ossessioni – coinvolge molto più da vicino persino i pre-adolescenti, divenendo direttamente, non di rado, una sorta d’enorme carico che i medesimi devono sopportare. Molteplici ragazzini paiono quasi dei piccoli adulti, più celermente di un tempo strappati dalla positiva singolarità del loro tempo. Sono soprattutto gli adolescenti e i ragazzi che vengono permeati, quotidianamente e a 360 gradi, del primo e fondamentale vizio della nostra società; la mancanza del senso profondo della vita. Non possiamo dunque stupirci della crescente fragilità dei giovani, della montante depressione e persino dei suicidi, fra le prime cause di morte sotto i ventiquattro anni d’età.
Il suo rapporto con Savona.
A parte gli anni della scuola superiore, non ho mai frequentato regolarmente Savona. Come molti savonesi, ritengo che la cittadina continui, per numerose dinamiche e ormai da decenni, a non esprimere il rilevante potenziale che sicuramente le è proprio.
Qual è stata la molla per affrontare il complesso discorso dell’evoluzionismo?
Ho creduto all’evoluzionismo per gran parte della mia vita, fin da piccolo quando – nei documentari, nei musei ecc. – mi comunicavano come vera la fiaba della simil-scimmia scesa dall’albero e diventata uomo. Quando una persona si rende conto delle falsità che l’hanno coinvolta per tanto tempo, decide dì auto-proteggersi, ignorando e dunque contrastando la verità, oppure si lascia coinvolgere da una sorta di fuoco interiore che la spinge a svelare agli altri ciò che ha finalmente appreso.
Se crede, ci parli del suo libro in proposito.
Da ex evoluzionista, conosco bene le considerazioni che si affacciano alla mente delle persone educate alla scienza darwinista, quando qualcuno comunica loro una logica diversa: “Ma appartiene a qualche strana setta religiosa?” – “Poverino, non avrà mai studiato scienze” ecc. Dunque nel mio volume ho subito citato i numerosi scienziati evoluzionisti che hanno ammesso e ammettono, nero su bianco, che l’evoluzionismo non si poggia su alcuna evidenza scientifica, che esso è soprattutto un’ideologia e le nuove scoperte vi si oppongono sempre più.
Di questo mi sono inizialmente preoccupato, di porre un dubbio sulle certezze scientifiche condivise da molte persone. Dopodiché, una volta aperta la necessaria breccia, in modo estremamente semplice, persino elementare, ho divulgato come le varie discipline scientifiche neghino, anzi ridicolizzino la teoria di Darwin e seguaci più o meno fedeli.
Terminata la lettura del libro, sarà quasi impossibile concedere ancora credito a quelle fantasie e non si resterà nemmeno sorpresi di sapere che Richard Lewontin, uno dei maggiori evoluzionisti della storia, associava la sua “scienza” a delle “favole immaginarie prive di verifica”, così come non si resterà sorpresi d’apprendere che Albert Einstein affermava che gli scienziati che ancora credono a Darwin, e soci più o meno affini, sono rimasti indietro, alla scienza di fine ‘800.
Lei è sicuro che la teoria evoluzionista sia confutata dalle discipline scientifiche?
Agli alti livelli accademici, ormai è quasi un segreto di Pulcinella. E’ comunque importante porre la distinzione fra micro-evoluzione e macro-evoluzione; la prima è un adattamento più o meno rilevante (basti pensare alle varie razze di cani), evidente e in sostanza conosciuta ben prima di Darwin, mentre la seconda riguarda l’evoluzione autentica (esempio gli anfibi deriverebbero dai pesci, gli uccelli dai rettili ecc.), appunto negata dalle discipline scientifiche. Il gioco degli evoluzionisti è quello d’affermare che una serie di micro-evoluzioni possa condurre ad una macro-evoluzione, tuttavia fra i due tipi vi sono differenze qualitative, sostanziali, non colmabili.
Si pensi inoltre che sono stati recuperati circa un miliardo di fossili e tutti sono stabili…nemmeno un anello di transizione. Invece, come ammise lo stesso scienziato inglese, se fosse vero l’evoluzionismo dovremmo esser letteralmente invasi da tali reperti. Ancora una volta, se si possiede la pazienza d’impegnarsi in un’autentica ricerca, si scoprirà quanti importanti paleontologi evoluzionisti ammettono quanto ho scritto. Con buona pace di Lucy, dell’Archaeopteryx e degli altri reperti sbandierati senza alcuna oggettività scientifica, persino Henry Gee, uno dei più famosi divulgatori evoluzionisti del pianeta, ha equiparato ogni catena evolutiva, presentata ad esempio nei musei e nei documentari, a delle “favole della buona notte”.
Si consideri ancora che il DNA umano è in degradazione, in involuzione; geneticamente parlando noi siamo meno adatti alla vita rispetto ai nostri antenati. John Sanford, autentica autorità nel campo dell’ingegneria genetica, ha testimoniato tale evidenza riportando anche varie sperimentazioni di scienziati evoluzionisti. Insomma tutto il contrario dell’evoluzione, il DNA delle specie degrada e ciò si accorda perfettamente con la storia della vita sulla Terra, che è una storia di estinzioni, si accorda con la legge fisica dell’entropia e con la stessa logica, indicante le mutazioni (sostanzialmente errori di replicazione del DNA) come qualcosa che provocano danno e non certo beneficio agli organismi.
Questi sono solamente dei semplici esempi, utili ad allontanarsi dalle certezze evoluzioniste. Fra le altre discipline, dovremmo chiamare in causa persino l’aritmetica. Dal Cambriano, era nella quale vi è stata la reale esplosione della vita, all’epoca attuale, sono trascorsi circa 550 milioni di anni. E’ dunque impossibile che la lentissima evoluzione neo-darwinista abbia determinato, in questo lasso di tempo, la formazione di centinaia di milioni di specie (batteriche, fungine, vegetali, animali, estinte e odierne); si pensi solamente che gli artropodi tropicali attuali potrebbero essere rappresentati, secondo alcune recenti stime, da 10 milioni di specie, molte ancora sconosciute. Che dire poi della favola che vorrebbe la vita originaria nata dalla “non vita”? Ormai schiere di scienziati evoluzionisti hanno imparato ad evitare l’argomento, al fine di conservare la propria dignità professionale.
Come mai, secondo lei, la teoria è ancora creduta dalla maggioranza delle persone?
Perché da numerosi decenni è in atto una propaganda a senso unico, o meglio un lavaggio del cervello praticato per mezzo di falsi scientifici, mezze verità e censure. Cito solo un esempio, fra la costellazione che gremisce il cielo evoluzionista. Per circa un secolo la teoria della ricapitolazione è stata massicciamente divulgata come assolutamente vera, perché ritenuta da Darwin come la prima prova dell’evoluzione. Dunque, nonostante fosse basata su semplici e inventati disegni, venne insegnata persino agli studenti universitari…insegnata, come un dato di fatto.
Successivamente, nel 1997, le fotografie agli embrioni umani del prof. Richardson l’hanno totalmente smentita. I bene informati sapevano che già molti decenni or sono vari studiosi, fra i quali lo stesso Einstein, non credevano a quelle fantasie, ma le loro idee vennero sostanzialmente censurate. Questa è la divulgazione evoluzionista; di esempi del genere si potrebbe citarne in quantità, si potrebbe formare un’intera goliardica enciclopedia di falsi raccogliendo fascicoli settimanali… propongo questa idea alle case editrici sparse nell’italico territorio.
Inoltre l’invito alla censura è persino esplicito, tanto che nel Corriere della Sera del 10-3-2019 Pievani ha caldamente consigliato la RAI di negare la voce ai professori non allineati, nemmeno se questi volessero parlare in terza serata. Probabilmente le persone che si pongono domande non pagano il canone, dunque non hanno diritto di ascoltare altri pareri. Tuttavia mi chiedo perché i neo-darwinisti si neghino ai confronti, persino se benedetti da una televisione pubblica maestra di liturgia evoluzionista, come Quark e SuperQuark hanno testimoniato per decenni. Dimostrerebbero a tutti la solidità della loro teoria, acquisterebbero visibilità, aumenterebbero le vendite dei loro libri…invece nulla…che stranezza. Che dire poi del nuovo straordinario fossile testimoniante l’evoluzione, che appare con sapiente frequenza ad esempio nei siti dei grandi quotidiani? Non si sa se ridere o piangere.
Nel prossimo futuro tale teoria sarà generalmente/ufficialmente riconosciuta come confutata dalle persone/dalla società?
Come scrisse anche Karl Popper, è quasi impossibile che una generazione di ricercatori, che devono ad una certa prospettiva scientifica la loro carriera e la loro credibilità presso il pubblico, inizino a smentirla. È dunque necessario attendere le nuove generazioni, infatti negli Stati Uniti, dove il dibattito è ben presente nei grandi media, sono generalmente gli scienziati più giovani ad opporsi all’evoluzionismo. Tuttavia la teoria sarà ufficialmente riconosciuta come falsa, quando la mentalità della nostra società si modificherà; l’evoluzionismo è nato e si è affermato a seguito del positivismo e del materialismo montante già nella seconda metà del XIX secolo, e non certo per qualche evidenza scientifica. Allo stesso modo, quando la società volterà le spalle al dio materialismo, riconoscerà imbarazzante anche il dio darwinismo.
È vero che Darwin considerava l’uomo più evoluto della donna?
Darwin scrisse che l’uomo giunge più avanti della donna qualunque azione intraprenda, anche perché ella testimonia un grado meno evoluto di civiltà. Inoltre scrisse che se in futuro gli indigeni della Terra verranno eliminati, l’umanità si ritroverà più distante dalle scimmie. Questi sono solo due esempi testimonianti il genio scientifico dell’inglese, esempi che fanno integralmente parte del suo sistema teorico. Del resto il ricercatore nemmeno si accorse che i fringuelli delle Galapagos costituivano un unico gruppo sistematico, infatti fu l’ornitologo londinese John Gould che gli rivelò tale intuizione. Lo stesso ruolo attribuito alla selezione naturale, Darwin probabilmente lo colse dai testi di Edward Blyth, scritti negli anni ‘30 del XIX secolo e dei quali si trovarono riferimenti nei quaderni degli appunti del famoso naturalista. Rimane comunque vero che il nostro, al contrario dei neo-darwinisti odierni, conservò una certa onestà intellettuale, tanto che giunse a scrivere che la sua teoria “è ipotetica in modo angosciante”.
In cantiere ci sono altri progetti, non è vero?
Il mio libro è molto divulgativo, pensato per lettori digiuni di scienza. In futuro vorrei scriverne uno più tecnico, maggiormente calato nelle discipline scientifiche.
Alcuni sostengono che molti testi adottati nelle scuole, lungi dal coltivare un senso critico negli studenti, intendono portare il cervello dei più all’ammasso: che ne pensa?
Non voglio pronunciarmi, perché bisognerebbe adoperarsi in un’oggettiva ricerca, capace di comparare numerosi testi di varie materie, attività nella quale non mi sono mai impegnato. Ritengo che il manuale ideale è quello che espone oggettivamente varie teorie e punti di vista, aiutando lo studente a sviluppare, prima di tutto e soprattutto, il suo spirito critico. Mantenendo ovviamente fede ai dati di fatto e alle benvenute esigenze etiche ed educative, il volume ideale dovrebbe esporre ogni dinamica (storica, scientifica…) da varie prospettive.
Personalmente non ritengo veraci le filosofie sostenenti la relatività della verità o la sua subordinazione alle visioni soggettive, ma ritengo che il sentiero privilegiato per giungere ad una conoscenza certa, sia proprio quello di confrontarsi con le diverse e magari contrastanti prospettive.
Che cos’è la felicità?
Penso semplicemente che ogni felicità venga costruita sulla serenità, sullo stare bene innanzitutto con se stessi e, a mio parere, tali presupposti non possono essere raggiunti senza conferire un profondo significato alla vita.
Caro Christian, la ringrazio per la sua disponibilità all’intervista ed auguro per Lei e per i Suoi quanto desiderate. Viva noi!
Gian Luigi Bruzzone