Monsignor Guglielmo Borghetti è alla guida della diocesi di Albenga-Imperia da 8 anni (2015-2023) e tra 6 raggiunge il traguardo della pensione. “Eppure mi sembra di essere arrivato ieri…”. Sotto la sua guida pastorale va riconosciuta una decisa svolta che fa dimenticare tempi davvero difficili, ma non ama i trionfalismi.
Le locandine davanti alle edicole che annunciavano di tutto e di più, da una tempesta all’altra. Persino vicende giudiziarie. E non solo una. E ancora al ‘buco’ di cassa (Curia), almeno 6 milioni di €. “Oggi abbiamo pagato tutti i debiti, salvo poche cose, con tantissimo impegno prima di don Cuneo, poi don Mauro“.
Un generale clima più sereno che il vescovo descrive, dati e fatti alla mano, nell’incontro annuale con i giornalisti nel ricorrenza di San Francesco Di Sales. “Mi sembra di avere attivato, con i collaboratori, un vero processo di normalizzazione anche se occorre dirlo sottovoce, le sorprese sono sempre in agguato, possiamo affermare di esserci lasciati alle spalle il chiacchiericcio della ‘Diocesi più chiacchierata d’Italia’.
Eppure c’è anche spazio per un rammarico: “Credo che avrei potuto dare di più….”. E il caso più difficile che ha dovuto affrontare ? “Non ce ne sono o almeno nessun caso eclatante”. I cambiamenti sono tanti. “Quando sono arrivato impiegavo 2-3 giorni a far visita ai sacerdoti anziani, oggi praticamente zero. Abbiamo tre benemeriti decani: Mons. Gandolfo, Mons De Canis e don Grasso vicino alla soglia dei novantenni “. E i ‘movimenti’, trasferimenti in vista nelle parrocchie? “Nel 2023 saranno meno numerosi che in passato”. Tra l’altro ci sono 5-6 preti, indiani ed africani, che devono prendere la cittadinanza e il vescovo fa pressioni perché si accelerino i tempi.
Quest’anno non ci sono più seminaristi “ma a riempire un seminario non ci vuole molto, basterebbe optare per ‘chi vuole venire venga’ e in due mesi ….ho preso invece una linea rigida, anche se so che non è da tutti condivisa, e sono fiero della scelta fatta, ovvero non accogliere seminaristi da altri seminari, da altre diocesi d’Italia. Gli unici due casi particolari provengono dal Benin, il vescovo aveva chiesto…, hanno frequentato, caso particolare, l’Istituto alberghiero di Alassio. Si sono diplomati a ottobre e ritornano nel loro paese.
Sono tanti i punti di forza che caratterizzano l’ente diocesi. Si pensi al Centro scolastico diocesano Redemptoris Mater, scuola parificata con 500 alunni, al Museo Diocesano, alla Libreria Diocesana, specifica nel settore e che non fa concorrenza ad altre librerie. C’è il Seminario Vescovile per il quale sono previsti altri lavori di cui necessita, diventato una struttura di accoglienza e di esercizi spirituali, soprattutto Centro pastorale diocesano. Si pensi alla ‘casa di accoglienza’ (profughi) di Peagna gestita da una cooperativa, alla ‘casa del clero’. Il Polo albenganese di Scienze religiose che ha sede nel Seminario ed ospita quanti vogliono laurearsi in Scienze Religiose, si va dai 130 ai 140 studenti. E’ affidato a don Ettore Barbieri. Mentre responsabile del Seminario, con le tutte le sue incombenze, è don Enrico Gatti che è anche parroco di Erli, Zuccarello e Castelvecchio. Il delegato vescovile per la ‘vita consociata’( religiosi e religiose) è don Francesco Zuccon della parrocchia Sant’Antonio di Borghetto Santo Spirito.
Il problema migranti è sempre in primo piano “tuttavia meno accentuato rispetto al 2015-2016; si è lavorato tantissimo e non siamo più in emergenza. Stiamo pensando ad altri progetti, come un centro di accoglienza di pernottamento, 2-3 notti, con la Caritas Diocesana diventata fiore all’occhiello e che è rinata rispetto a quando eravamo alle prese con la Guardia di Finanza in Curia, con le inchieste giudiziarie. C’è stato il grande e proficuo impegno, per 6 anni, di don Alessio Roggero e oggi è affidata alla dr.ssa Antonella Bellissimo, ecco siamo passati alla quota rosa”. Presidente della Caritas resta il vescovo, la Bellissimo direttore.
Le parrocchie, in generale, hanno registrato un calo consistente di elemosine che ha coinciso con il periodo Covid, tuttavia ci sono i segnali di ripresa e di inversione di tendenza, anche nelle presenze alle funzioni religiose. Un contributo importante alla vita della Diocesi arriva comunque dall’8 per mille. Molto importante. Dal vescovo un appello ai fedeli perché tornino a vivere in maniera più partecipata la loro fede. Lo scorso anno sono stati ordinati due nuovi sacerdoti don Andrea Allegra di Albenga e don Giacomo Porro di Loano.
Mons. Borghetti: “Credo sia preferibile che i sacerdoti siano espressione del territorio che lo vivano e siano conosciuti. Però se un domani si presentasse un valido sacerdote che per qualche motivo volesse trasferirsi qui da noi sarei pronto a valutare la sua posizione- ma vale per i sacerdoti e non per i seminaristi”. (L.Cor.)
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Diocesi di Albenga-Imperia
Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali
Da Ufficio Nazionale del Messaggio di papa Francesco per la Giornata delle Comunicazioni Sociali del prossimo 21 maggio 2023 sul tema: «Parlare col cuore. “Secondo verità nella carità” (Ef 4,15)».
Messaggio di Papa Francesco per la Giornata delle Comunicazioni Sociali 2023
LA SORGENTE DELLA COMUNICAZIONE. Non si può cogliere il significato pieno del Messaggio di Papa Francesco per la 57ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali prescindendo dai testi che lo hanno preceduto nelle ultime due edizioni. Ciò viene chiarito, sin dalle prime battute, dallo stesso Francesco, quando ricorda i verbi che hanno accompagnato la riflessione nel 2021 (“andare e vedere”) e nel 2022 (“ascoltare”) per arrivare adesso al “parlare”. È il culmine del processo comunicativo in cui ogni singola azione rappresenta una spinta e una motivazione nella circolarità che ne è alla radice. Non basta mettersi in movimento, se non si ha la disponibilità ad ascoltare veramente prima di esprimersi con la parola. Nel “cambiamento di epoca” che stiamo vivendo, favorito anche dai media, la grande sfida sta nel ripartire proprio dalle fondamenta. Ogni azione comunicativa ha in sé una dinamicità propria che si esprime nello spazio e nel tempo, connettendo storie, tessendo trame di comprensione, aumentando conoscenze, rafforzando legami… Il punto di riferimento è sempre la persona che, nella comunicazione, è coinvolta in modo profondo. Per questo, la sorgente non può che essere il cuore. Si comunica in modo pieno solo quando si realizza fino in fondo la donazione di sé nell’amore, “secondo verità nella carità” (Ef 4,15). In questo senso, si passa da una comunicazione statica e formale ad una comunicazione dinamica e di contenuto, intesa cioè come rapporto di comunione e di dono reciproco. Ben consci che ogni forma di manipolazione agisce subdolamente in contraddizione a questi principi. In concreto, la comunicazione può essere strumentalizzata ed essere antitetica alla comunione, tendendo alla chiusura, alla divisione, alla contrapposizione, alla conflittualità. Insomma, una contraddizione in termini. Questa, ricorda il Papa nel messaggio, “è responsabilità di ciascuno”, quasi a sottolineare che nell’ambiente digitale tutti possono e devono essere protagonisti di “una comunicazione aperta e accogliente”.