Duda the best. Viva la saggezza. Non ci sono prove inequivocabili su chi ha lanciato il missili. La Nato risponde che saranno accertati tutti i fatti. Ma subito dopo archivia il caso.
di Carla Ceretelli
Il 30 settembre scorso, l’Ucraino voleva la Nato, mentre Putin, per l’annessione, minacciava il nucleare. Kiev aveva formalizzato la candidatura a membro della Nato. La guerra si complicava.
“De facto“, siamo già entrati nella Nato, oggi l’Ucraina si candida a farne parte “de iure”. Esternava quasi due mesi fa. Imbarazzante, dato che Mosca vieniva messa davanti al rischio di procedere la guerra contro un futuribile alleato Nato. D’altra parte metteva la Nato davanti alla risposta collegiale come prevede l’articolo 5 del trattato. Processo non automatico ma probabile.
Il 6 ottobre L’Ucraino sosteneva che “la Nato dovrebbe attaccare preventivamente la Russia“. Parole ambigue, tanto che, mentre Mosca lo accusa di volere la terza guerra mondiale, Kiev sostiene che Zelensky “parlava al passato”. Poco dopo l’inizio della guerra.
E la Nato invia(va)messaggio a Kiev ” Vi diamo le armi ma non entreremo in guerra”.
Passa il tempo sul filo del rasoio, finché si arriva alla giornata più pericolosa dell’inizio dell’invasione. I membri del G 20 vengono svegliati a notte fonda dalla ferale notizia. Che potrebbe dare l’inizio ad un’azione bellica. La Polonia è stata colpita da un missile, o suoi frammenti, che potrebbe essere ucraino, ma con responsabilità della Russia. Mosca convoca l’ambasciatore Polacco.
“Uno sfortunato incidente “probabilmente un missile della contraerea Ucraina che ha sbagliato rotta, ma di certo non un attacco deliberato contro la Polonia e tanto meno contro la Nato. Purtroppo sono stati colpiti a morte due civili.
Il giorno seguente, dopo il rischio di trascinare direttamente l’occidente in un conflitto disastroso ma inevitabile in difesa di un alleato, si sono calmati gli animi, almeno così sembra, evitando la pericolosissima escalation.
Dopo una notte di tensione, al termine del G 20, (casualmente?), con la condanna senza mezzi termini della Russia con i suoi bombardamenti anche su infrastrutture civili, che costringeva l’Ucraina a difendersi con la contraerea, l’attacco viene considerato un incidente, non una dichiarazione di guerra del Cremlino.
Contatti, avvertimenti, riunioni, finché il Presidente Polacco Duda toglie le castagne dal fuoco. “E’ stato un incidente”.
Il 19 novembre si parla anche di un missile con testata nucleare, ma “finta, da parte di Mosca. Una sorta di cupo avvertimento su una possibile escalation?
Comunque , l’Ucraino insiste, accusa i paesi dell’Alleanza per il non intervento, e chiede, giustamente di partecipare alle indagini. Il presidente Polacco ha affermato che “la partecipazione dell’Ucraina, deve avvenire nel rispetto del diritto internazionale. Se i funzionari di Kiev volessero vedere come sta procedendo l’indagine, le autorità polacche sarebbero in grado di mostrarglielo, ma per la partecipazione diretta, l’accesso a documenti e informazioni, richiederebbe una base legale concreta”.
Per ora l’abbiamo scampata grazie alla saggezza di Duda. E al buon senso degli alleati. Per ora. Ma chi si può fidare??
A casa nostra otteniamo addirittura un accordo di pensiero fra Richetti capogruppo del Terzo polo alla Camera, e Meloni , sull’affaire missili.
“Se il missile non fosse russo ma ucraino cambia poco la sostanza, che per noi è evitare un conflitto mondiale”. Sostiene in Conferenza stampa il Presidente del Consiglio. “La responsabilità, per quanto ci riguarda è tutta russa.”
Conferenza di chiusura del G 20, (Agenzia Vista).
” L’ipotesi che sulla Polonia sia caduto un missile dell’antiaerea ucraina, per quanto ci riguarda, cambia di molto poco la sostanza dal nostro punto di vista, la responsabilità di quello che è accaduto è della Russia. I Russi sanno benissimo che, bombardando al confine,
i missili possono cadere sul suolo polacco.
Nota di Palazzo Chigi- “Il Presidente del Consiglio manifesta fortissima apprensione e preoccupazione per quanto accaduto in Polonia. Esprime solidarietà al Governo e al popolo polacco. Il Presidente Meloni, in Indonesia per il G20, si sta riunendo in questo momento con gli Alleati NATO ed europei per verificare quanto accaduto e valutare i prossimi passi. Si tratta, in ogni caso, di un‘ulteriore conferma della gravità e delle conseguenze della ingiustificata aggressione russa nei confronti dell‘Ucraina. Il Presidente Giorgia Meloni ha sentito telefonicamente il Presidente del Consiglio polacco Mateusz Morawiecki.”
Carla Ceretelli