Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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La Stampa, due giorni di sciopero: no all’unificazione delle redazioni della Liguria. Il Secolo XIX più penalizzato


Tre sindaci (Alassio, Albenga, Borghetto S.S. oltre ad altri esponenti delle istituzioni e d associazioni) non hanno taciuto e si sono espressi contro il depotenziamento delle redazioni del ponente del Secolo XIX e La Stampa. L’Associazione Ligure dei giornalisti non risponde alla richiesta di trucioli.it.  Ha scelto la strategia del grave silenzio ? Del vedremo? Non è così per i giornalisti de La Stampa di Torino che hanno proclamato un pacchetto di due giorni di sciopero.

La difesa della pluralità dell’informazione. Chissà quale riflessione avranno fatto i più attenti lettori di Ivg.it che è edito da Edinet Srl di Pietra Ligure. Non una riga, un accenno, sulla presa di posizione di tre sindaci  e di un consigliere comunale di Albenga diffusa con tanto di comunicato stampa. Un giornale on line che si impegna in “IVG Scuole”, ‘sezione dedicata agli istituti savonesi’ e ‘ogni istituto ha la sua pagina dedicata‘. Ci vuole un bel coraggio a palesare cotanta autocensura nel quotidiano on line dell’editore puro Matteo Rainisio e dei suoi direttori: Sandro Chiaramonti (pensione d’oro da giornalista, già popolare caporedattore a La Stampa Liguria) e Andrea Chiovelli. Cosa avranno da insegnare ai giovani, agli uomini e donne del domani ? Che si può fare corretta informazione, esibirsi primi della classe per diffusione, e ignorare un tema che ha pur sempre rilevanza sociale e di giustizia umana. Per i credenti divina. Forse è questa la ‘scuola di giornalismo’ che incontra i favori della stragrande maggioranza di lettori,  inserzionisti pubblicitari, mondo della politica locale e non, presidi di istituti scolastici.

Ivg.it, peraltro, non unico nel tacere e con altri media del ponente ligure. Hanno paura di esporsi, confrontarsi per le iniziative di un colosso dell’editoria italiana e potentato economico che investe il nostro territorio? Non hanno sensibilità e rispetto per la sorte di alcuni loro colleghi meno fortunati. Da anni privi  di un contratto di lavoro (pagati a notizia da 4 a 30 euro), non hanno ferie, tutela di malattia, non maturano pensione. Per sbarcare il lunario devono sperare negli spazi.  I fortunati colleghi pensionati non hanno nulla da obiettare ? Nessuno pretende rivoluzione & barricate, sciopero della fame per chi già ‘tira la cinghia’, quantomeno una corretta e puntuale informazione, contributo alla sensibilizzazione e alla solidarietà, nel rispetto dei rispettivi lettori.

E’ questa la libertà di stampa sbandierata ? I senza bavaglio ?  Fanno bene loro ad ignorare e sbagliamo noi a non rispettare la ‘legge del più forte’ sugli oppressi? Siamo sicuri che ai cittadini comuni non interessano i più deboli? Di chi non chiede favori ma il riconoscimento del lavoro giornalistico svolto. Sarà pur vero che i ‘silenziatori’ sono in buona compagnia. Possono guardarsi allo specchio. Sono loro i più forti e lo ‘insegnano’ anche negli istituti scolastici. Povera Liguria !

 

IL 2 AGOSTO 2014-Fusione Il Secolo XIX-La Stampa, l’Assoligure:

le intenzioni siano trasparenti

Genova – Sulla fusione La Stampa-Il Secolo XIX interviene l’Assostampa Ligure. «Ora i giochi e le intenzioni siano trasparenti per chiarire se e come sarà un progetto di consolidamento e sviluppo oppure un’operazione tesa solo a ridurre costi giornalistici e poligrafici».

L’accordo tra Stampa e Secolo per Genova e la Liguria è «certamente una rivoluzione – si legge nella nota -, ma è anche evidente il rischio che un’integrazione spinta possa incidere negativamente sull’ultra centenaria testata ligure. Perché apre interrogativi pesanti sul futuro delle edizioni locali del Secolo XIX e della Stampa, soprattutto nel ponente ligure, e nella redazione centrale sulle parti nazionali del giornale, settori che hanno un ampio patrimonio di redattori e di collaboratori. E su Genova pone il drammatico quesito del futuro del Corriere Mercantile, da anni al centro di un accordo commerciale di giornale-panino con La Stampa, comproprietaria di maggioranza della testata edita dalla cooperativa dei colleghi giornalisti e poligrafici. Quali intenzioni ha questo nuovo gruppo editoriale? Certo è che non potranno essere solo attesi i piani editoriali e industriali per sapere quale sarà per gli editori il futuro di una grossa fetta del mondo dell’informazione ligure».

È per questo, prosegue la nota del sindacato dei giornalisti liguri «che i cdr di tutte queste testate, il sindacato regionale e la Fnsi dovranno essere parte attiva di un confronto che non può limitarsi a prendere atto di decisioni annunciate, smentite e poi ufficializzate alla vigilia delle ferie e con una nota sui siti web delle due testate».

Il Cdr del quotidiano La Stampa incontrerà all’inizio della prossima settimana l’azienda. Il confronto è stato richiesto in seguito all’annuncio della creazione del nuovo gruppo editoriale – Italiana Editrice Spa – in cui confluiranno La Stampa e Il Secolo XIX.

La prima valutazione della rappresentanza sindacale del quotidiano torinese, secondo quanto si apprende, è «di attenzione nei confronti di un editore capace di fare investimenti importanti in un momento di crisi, che porteranno alla creazione di un polo editoriale in grado di far gola al mondo pubblicitario».

Resta però alta la guardia del cdr sulle eventuali ricadute sugli organici delle due testate. Attualmente lavorano a La Stampa 165 giornalisti art.1, 77 “articoli 1” al Secolo XIX, attualmente in contratto di solidarietà. I giornalisti del Secolo XIX si sono riuniti oggi pomeriggio in assemblea, dopo un incontro già fissato tra cdr e azienda.

La nota del Cdr del Secolo XIX
«Nell’apprendere del piano che porterà alla fusione tra Il Secolo XIX e La Stampa e dopo un incontro tra l’assemblea dei giornalisti e l’azienda, il Cdr sottolinea da una parte l’interesse per un progetto che potrebbe portare nuovi ricavi e centralità per l’azienda, dall’altra parte annuncia la massima attenzione sul tema dell’occupazione. – si legge nella nota del Cdr – Le sinergie tra le due testate non devono portare a una nuova compressione dell’occupazione in una testata già oggi interessata dai contratti di solidarietà e che ha affrontato con spirito di sacrificio gli ultimi anni accettando, per il rilancio del giornale, soluzioni gravose».

Siddi: «Chiarire gli effetti dell’alleanza»
«L’annuncio degli editori de “La Stampa” e del “Secolo XIX”, John Elkann e Carlo Perrone, di un progetto che entro l’anno integrerà i due quotidiani in una nuova società comune richiede grande attenzione per la portata dell’improvvisa comunicazione e suscita amarezza per le svolte che la crisi economica e quella dei giornali stanno determinando. Anche giornali storici, da soli, rischiano di non farcela più». È il commento di Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa. «E non bisogna dimenticare – continua Siddi in una nota – che Elkann è l’azionista di maggioranza relativa del Corriere della Sera, giornale attorno al quale si giocano rilevanti partite del sistema editoriale italiano. I poli editoriali sono un tema di discussione sia per le soluzioni da dare alla crisi, sia nei dibattiti sul riassetto del sistema».

Per il segretario della Fnsi, «l’alleanza dovrà essere chiarita in tutti i suoi effetti, editoriali, organizzativi, occupazionali e nella relazione con l’identità delle due importanti testate del Nord Ovest che, da Torino e Genova, da quando esistono, sono bandiere rappresentative del Piemonte e della Liguria che hanno sempre parlato al resto del Paese. I discendenti di quelli che avevano creato i poli industriali più antichi del Paese, gli Agnelli e i Perrone, si mettono insieme cento anni dopo siglando un patto che pare molto più di una semplice pax editoriale, assumendo come motivo la crisi del settore. I bilanci delle due testate non hanno il segno più e già sono stati all’origine di pesanti piani di riorganizzazione pagati con riduzione di organici, prepensionamenti e, oggi, con il contratto di solidarietà al Secolo XIX».

«Occorre ora – insiste Siddi – che siano messi in chiaro, nel corretto confronto con le parti sociali e nel rispetto dei tempi e delle regole previste per questi passaggi societari, i contenuti di tutta l’operazione. Se la nuova impresa rafforzerà identità delle testate e progettualità editoriale, avendo al centro il lavoro, in particolare i giornalisti patrimonio essenziale, per migliorare offerta e risultati, sarà una cosa. Se invece si punterà tutto sulla razionalizzazione tecnica, con disinvestimenti editoriali più o meno lineari, sarà impossibile parlare di svolta. La Fnsi sarà vicina ai Comitati di redazione e ai colleghi del “Secolo XIX” e de “La Stampa” e alle Associazioni di Stampa della Liguria e del Piemonte, sia nell’indispensabile confronto aziendale e in sede nazionale, sia nell’opera di salvaguardia e valorizzazione dei posti lavoro nell’ipotesi di nuovo processi editoriali coordinati, perché davvero si vada verso una condizione di nuova solidità e fiducia. La situazione sarà seguita attentamente in tutti i suoi aspetti, avendo riguardo per il valore e del lavoro giornalistico e delle articolate presenze nei territori, in alcuni dei quali sinora i due quotidiani agiscono in regime di concorrenza o con altre alleanze, come nel caso della “Stampa” con “Il Corriere Mercantile”. Sicuramente l’annuncio di oggi deve far riflettere anche Governo e Parlamento sia sui significati della crisi dei giornali, sia sull’esigenza di intervento più qualificato per il pluralismo dell’informazione».


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