“Ho letto, nei giorni scorsi, la notizia dell’inaugurazione del forno crematorio a Sanremo, in Valle Armea, nella zona cimiteriale, da parte delle autorità cittadine e del mio amico Vescovo Monsignor Tonino Suetta.
di Eraldo Ciangherotti
Un impianto costruito grazie a un progetto che ha visto la collaborazione tra pubblico e privato, e che mi ha fatto tornare alla mente il progetto di Tempio Crematorio che si sarebbe potuto costruire ad Albenga. All’epoca io ero assessore della giunta guidata dalla mai troppo rimpianta Rosy Guarnieri. Quando, in giunta, arrivò il progetto presentato dai privati nessuno, in linea di massima, sollevò obiezioni. Eravamo tutti convinti che la costruzione di un Tempio Crematorio fosse una cosa buona per Albenga e, soprattutto, per i suoi cittadini. Ad oggi, infatti, le famiglie che vogliono far cremare le salme dei loro cari sono costrette ad affrontare spese aggiuntive per trasferire i feretri in Piemonte. A questo si aggiungono i tempi di attesa per la cremazione, con comprensibile dolore per chi ha perso un proprio caro e deve attendere molto tempo prima di poterlo piangere in una definitiva sistemazione dell’urna.
Al Comune di Albenga la costruzione del forno crematorio non sarebbe costata nulla, anzi avrebbe portato benefici economici alle casse comunali. Non ci aspettavamo, devo essere sincero, una levata di scudi contro il progetto, soprattutto non ci aspettavamo una sorta di rivoluzione da parte degli agricoltori. La protesta, ne sono convinto, si basava su false informazioni, il punto centrale del comitato che si era creato si basava sulla falsa convinzione che i fumi del forno avrebbero inquinato le produzioni agricole, una baggianata, visto che i filtri e tutti gli accorgimenti tecnici avrebbero annullato, di fatto, le emissioni.
Dal punto di vista ambientale ritengo siano molto più inquinanti e pericolosi per la salute degli agricoltori e di tutti i cittadini i tanti fuochi che vengono accesi, senza alcun costante controllo, nelle campagne dove spesso, con la scusa di bruciare sterpaglie agricole, si inceneriscono anche altri scarti, di certo non vegetali ed innocui. Quella vicenda, inoltre, mi ricorda che schierarsi, essere coerente, difendere le proprie idee sono valori a cui non sono capace di rinunciare.
Mi spiego meglio. In quel periodo ero convinto, lo sono ancora oggi, che il progetto sarebbe stato un bene per Albenga e, sui social, conducevo la mia battaglia, anche con toni polemici nei confronti di alcune persone contrarie al forno crematorio. Due di queste persone, appartenenti a gruppi politici di estrema sinistra, avevano deciso bene di querelarmi, ma dopo aver trascorso diversi anni tra avvocati ed aule di giustizia, finalmente la vicenda giudiziaria si è conclusa, in Cassazione, a mio favore.
Ecco, se la vicenda del Tempio Crematorio mi ha insegnato una cosa, è che le battaglie, per chi amministra il bene pubblico, si possono vincere o perdere, ma l’importante è farle senza perdere la faccia.
Eraldo Ciangherotti, capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale ad Albenga.
IL PROGETTO DEL FORNO CREMATORIO AL QUALE ALBENGA RINUNCIO’
NOTA DI TRUCIOLI.IT- Anche Loano rinunciò al progetto di un Tempio Crematorio nei pressi del nuovo camposanto in località Berbena, in quel caso sia esponenti della maggioranza di centro destra, sia del centro sinistra si trovarono uniti nel rifiuto perchè ‘si sarebbe danneggiato il buon nome turistico della città’. Oltre che esalazioni da inquinamento atmosferico. Entrarono in scena anche un paio di legali del mondo della politica che minacciavano ricorsi. E oggi tutti zitti e uniti nel rigoroso silenzio. I social ignorano? Hanno memoria corta.