“Papà era un uomo giusto, amorevole e generoso, capace di costruire rapporti personali veri, un punto di riferimento per molti, un esempio per noi figli…”. Un funerale così affollato, tra lacrime e commozione, cordoglio e lutto cittadino, a Ceriale, forse nessuno lo ricorda.
Sindaci della Riviera e dell’entroterra in fascia tricolore, tanti colleghi del mondo della politica, ciò che resta (una minoranza) del popolo contadino della piana ingauna, vecchie generazioni soprattutto. Ennio Fazio già massimo rappresentante della Coldiretti anche a livello regionale.
Il suo destino ingrato ha voluto strapparlo alla vita a 69 anni, ai suoi straziati famigliari, agli increduli amici, durante una gita a Calizzano per la raccolta dei funghi. Una delle sue passioni tra i piatti prediletti di stagione. Un attacco cardiaco di quelli che non lasciano scampo, forse anche se fosse stato soccorso nel giro di pochi minuti come raccomandano gli specialisti del cuore. Ennio onorato anche per aver ricoperto con onore, per due mandati consecutivi, la carica di primo cittadino, di essere stato tra i più giovani veterani del parlamentino locale (non ancora trentenne, primi anni ’80). Ennio che come tutti coloro che si affacciano alla politica e alle elezioni comunali aveva sostenitori ed avversari, soddisfazioni e dispiaceri. E non sono mancati elogi e risultati, ma anche critiche. Si pensi alla sorte della T1 di Andrea Nucera, il maggiore complesso residenziali realizzato in Liguria negli ultimi decenni, naufragato tra misteri mai del tutto chiariti, inchieste giudiziarie e fallimenti, una disastrosa eredità, una difficile via d’uscita ancora ai nostri giorni. Fazio difendeva a spada tratta il suo operato di continuità con l’amministrazione del predecessore Piero Revetria, difendeva l’onestà e la limpidezza delle scelte. E quando fu scagionato dal tribunale di Savona, insieme all’ex sindaco Revetria, con i capi di imputazioni ridimensionati per tutti gli imputati (nessuna lottizzazione abusiva o corruzione) non esitò a far affiggere manifesti, organizzò un affollato incontro pubblico con tanto di slogan dell’innocenza riconosciuta, in sentenza, dai giudici.
E qui utile ricordare quello che fu un grande dispiacere. Avrebbe voluto che la sua maggioranza, ad iniziare dalla giunta, lo sostenesse in un’azione di richiesta danni contro i magistrati inquirenti che lo avevano portato a giudizio e che bloccarono l’operazione edilizia, mancata occasione di rilancio e sviluppo della città. E neppure ora si parla più di realizzare il previsto hotel a 4 stelle ed un residence. Solo alloggi, poco meno di 200.
Non ebbe il consenso della sua maggioranza consiliare, circostanza che lo ferì umanamente, moralmente. Come avrebbe voluto più sostegno e coesione verso la prefettura e questura quando non riusciva a far allontanare, dall’Aurelia, proprio davanti all’abitazione della famiglia, il mercato notturno della prostituzione femminile. Ennio Fazio che lasciò orgoglioso il suo mandato con un bilancio in attivo di due milioni e mezzo di €. Gli avversari, peraltro, gli rimproveravano di essere troppo egocentrico nel potere decisionale, ma lui rispondeva che di fronte ai cittadini era solito metterci la faccia ed assumersi le responsabilità. “Date pure la colpa a me...”.
Poi una sfida lo ha visto certamente perdente, quella di riuscire a creare le condizioni per un rilancio dell’agricoltura-floricoltura nella sua Ceriale. Il paese che nel corso degli anni ha visto decimare la categoria e ogni settimana scopre di avere un terreno in più abbandonato, incolto. I giovani che spesso scoraggiati, abbandonano l’attività dei genitori, dei nonni. Soprattutto lungo la fascia costiera e la prima fascia collinare. Agricoltori purtroppo quasi in estinzione ? Ma il tema non trova lo spazio e l’allarme che merita sui media e a Rai 3 Liguria. Ennio Fazio peraltro dava il buon esempio con l’attaccamento alla terra, alla produzione floricola in serra; aveva rimesso a nuovo, quasi pronta, la vecchia casa di famiglia di regione ‘cameriera’ alle Muragne e ne era fiero. (L.Cor.)
IL RICORDO LETTO IN CHIESA, DURANTE LE ESEQUIE
DALLA FIGLIA ING. MARTA E DAL FIGLIO DAVIDE