Piera buona, altruista e coraggiosa.
di Emidia Lantrua
Con dignitosa riservatezza, in silenzio ci ha salutati Piera, donna innamorata della vita e concretamente impegnata nella società. Dato valore e senso al vivere, Piera lo ha costantemente trasmesso agli altri con l’immancabile sorriso, le buone parole e le mani donate.
A noi, molto addolorati per il vuoto creato, sembra di percepire ancora la sua attiva presenza, perché con sensibilità e calore è sempre stata vicina ad ognuno nelle difficoltà e nelle prove e la sua assenza ora è una grande prova!.
La vicinanza, delicata quasi impalpabile di Piera ha accolto, consolato, dato forza e aiuto nei frangenti, al tempo stesso ha potenziato gioia e soddisfazione nei momenti e negli eventi lieti.
Mendatica ora è orfana di un’anima bella, di una persona determinata a operare instancabilmente nel bene, per dare a tutti calore, tranquillità e speranza.
Nel suo solidale agire era affiancata dall’amato marito Ennio. Insieme si sono spesi in ogni iniziativa volta al bene della popolazione e del paese; hanno operato quali amministratori comunali, soci dell’associazione Pro Loco, collaboratori in Parrocchia e nella pubblica assistenza. Anche l’adorato figlio Danilo, come i genitori, è approdato nel mondo del volontariato: protezione Civile, Soccorso alpino e Vigile del Fuoco.
Nell’aiuto quotidiano di prossimità Piera si è peculiarmente distinta. Maestra di formazione e di vita, con allenate capacità culinarie nelle feste preparava pranzi per i soli, dolci, conserve per gli amici e torroni natalizi per tutti. Trovava il dono e il pensiero più adatto e gradito ad ogni persona, perché ascoltava la gente con il cuore.
Amava con entusiasmo la montagna, ristoro dello spirito e scenario per rinsaldare amicizie e rinnovare impegni. Sulle creste, legame tra Terra e Cielo, tra l’armonia e la bellezza del creato, poteva ringraziare meglio il Creatore! Con passo spedito e sicuro con familiari e amici ha solcato i sentieri Valdostani, primo luogo lavorativo di Ennio, le creste dolomitiche e Valtellinesi.
Ma è la nostra montagna, il soggiorno a Salse, malga estiva dell’infanzia con il fratello Ivo e i cari genitori, che le dava quella gioia contagiosa che infondeva negli incontri e negli immancabili canti corali.
E’ dalle vette, dalla Madonna del Frontè, dal Redentore del Saccarello, dalla chiesetta di Sant’Erim, dal santuario di Vinadio che esprimeva la preghiera più fervida e gioiosa. La profondità della fede l’ha accompagnata per tantissimi anni alla grotta di Lourdes, ai cui piedi consegnava le angosce e le preoccupazioni dei malati, le speranze e le aspettative per i giovani, il ricordo di chi non è più con noi.
Nel periodo dell’improvvisa malattia ha saputo ancora essere esemplare. Ha accettato e offerto con dignità quel male, che si faceva ogni giorno più doloroso e invalidante, senza lamento, senza disperazione. Si sentiva amata, sapeva che oltre a Ennio, Danilo, Silvia, Ivo e Roberto anche il paese e gli amici, a cui aveva dato tanto, le erano vicini e pregavano assiduamente per lei.
Con forza interiore, fermezza profonda e crescente fatica, ha continuato a dispensare amore e riconoscenza a tutti, tanto prodighi di affettuose e premurose cure. Non ha mancato di orientare i suoi cari verso un futuro di serenità e fiducia, di impegno e speranza, assicurando la sua protezione e preghiera dalla casa del Padre.
All’ultimo saluto una folla commossa le si è stretta attorno, il parroco nell’omelia l’ha definita specchio delle beatitudini, interiorizzate non come puro sentimento, ma come profondo atteggiamento.
Il ricordo e l’ insegnamento di tanto grande maestra , accompagnandoci, renderà più buoni, aperti al dialogo, alla comprensione e all’aiuto reciproco, tutti noi, che abbiamo avuto il privilegio di averla accanto e di sperimentarne umanità e bontà.
Emidia Lantrua