La notizia della mancata prosecuzione dell’attività da parte del settore giovanile della “Pro Savona” che si vorrebbe erede della gloriosa storia del Savona, ha provocato una riflessione pubblicata dal blog “Storia del Calcio Savonese” che merita di essere ospitata nel complesso dei media locali.
Luciano Angelini è stato in gioventù portiere del Savona FBC e nel corso della sua carriera giornalistica condirettore del Secolo XIX, editorialista di “Repubblica”, dopo aver iniziato la professione nella redazione savonese dell’Unità e aver promosso, con l’editore Sabatelli, il settimanale “Riviera Notte Sport” che, negli anni ruggenti di un Savona sospeso tra Serie C e Serie B, vendeva in edicola, ogni giovedì, 8.000 copie (a 50 lire l’una) presentando un panorama completo dello sport savonese.
UNA BRUTTA STORIA
AI TITOLI DI CODA E GLI INGENUI NARRATORI
di Luciano Angelini
I recenti contorcimenti della Pro Savona, nata con l’ambizione di raccogliere la pesante e inesigibile eredità, ovvero le spoglie del Savona FBC 1907, a cui hanno fatto seguito i deliri del neo presidente dell’Albenga e, di queste ore, la chiusura-scomparsa (pure quella) del Settore giovanile, hanno superato i limiti del grottesco e necessitano una presa di coscienza per chi ama Savona e chi la rappresenta in ogni disciplina (ricordiamo alcune eccellenze: volley, basket, hockey, pallanuoto, rugby, atletica, ginnastica, nuoto e il gioiello del sincro che alla “Zanelli” ne ospita l’università).
A maggior ragione dopo le giravolte dei presidenti (il better, almeno così si qualifica Simone Marinelli, trasferitosi carte e bagagli ad Albenga, sua nuova patria calcistica, e pochi giorni fa del commerciante di biciclette Leonardo Mordeglia), che nell’arco di pochi mesi anni hanno ripresentato il ritornello del “ritorno agli antichi fasti”, ingaggiato un generoso e fiducioso allenatore di indiscussa antica fede savonese (l’ex biancoblu Girgenti) e una pattuglia di ex professionisti e mestieranti di lungo corso a caccia di sostanziosi e irrealistici ingaggi per quella che è la settima categoria del calcio italiano.
Buon peso, avevano anche promesso un ambizioso progetto per il rilancio del settore giovanile, fin qui affidato a fiduciosi cirenei e tecnici dalle variegate esperienze a livelli superiori. Un bolla di sapone. Un grande bluff a spese di chi (genitori e ragazzi) ha subìto il fascino della maglia biancoblu, usata come specchietto per allodole.
Il tutto senza aver risolto l’enorme problema di darsi consistenza dirigenziale e una “casa” per garantirne l’attività sportiva a tutti i livelli.
La dimissioni del presidente Mordeglia, definite da ingenui narratori “un fulmine a ciel sereno” (ma il fuoco da settimane covava sotto la cenere), riporta tutto e tutti al via, come nel gioco dell’oca di antica memoria. Con l’aggravante della incombente gara d’appalto per la gestione del “Bacigalupo”. In corsa Pro Savona, allo stato dell’arte senza guida né grandi risorse, ergo credibilità e affidabilità sotto zero, e la coppia Veloce-Savona Rugby.
La scadenza incombe. Per il sindaco Russo e l’assessore Rossello una matassa difficile da sbrogliare. Il richiamo alla città in ogni sua componente (politica, economica, imprenditoriale, professionale e di quel che resta della tifoseria, purtroppo tradita più volte da venditori di fumo e velleitari propagandisti di illusioni) pare solo un disperato tentativo di usare a sproposito e con l’alibi di voler salvare il nome e la storia del Savona Fbc 1907 per raccattare consensi e risorse per uscire da una situazione ormai ai titoli di coda.
Molta retorica, poca sostanza. Gli investitori e gli sponsor sono altrove, il tessuto commerciale viaggia a fari spenti, soffrono gli artigiani, arrancano interi settori delle professioni. L’ultima presenza positiva nel vecchio Savona FBC risale alla presidenza dell’avvocato Roberto Romani con il coinvolgimento di imprenditori e professionisti savonesi.
Le espressioni di sentimento per la Storia del Savona FBC 1907 non possono e non devono consentire veli pietosi e ipocriti paraventi a fronte di un quadro che richiede senso di responsabilità e realistica visione d’assieme: che fare del “Bacigalupo”, con quali risorse gestirlo, come e con chi. Evitando salti nel buio nelle scelte, aperture di credito prive di coperture, senza cedere a sentimenti.
Grenno prima, da ex presidente vincente e ora visionario regista di un estemporaneo “io ti salvero”; il giocatore Marinelli e il ciclofilo Mordeglia in rapida sequenza poi, hanno giocato le loro carte, terreno fertile per il transfuga ingauno, si sono esposti con roboanti programmi, illusorie promesse, ingaggi di tecnici con i lustrini, direttori tecnici, direttori sportivi, direttori generali, team manager e chi più ne ha più ne metta, forse contagiati dalle (costose) gerarchie del calcio grande. Facile scomodare la rana di Esopo.
Diciamo che il pallone si è di nuovo sgonfiato. A spese di creduloni e, come effetto collaterale, trascinando in una querelle pretestuosa e senza prospettive il Savona Fbc 1907. Quello vero. Che non lo meritava. E non lo si doveva consentire.
Luciano Angelini