‘Â Peagna l’ase ô ghe ragna, aô Seio’ u ghe finisce de ragnâ’ . Un vecchio detto dei tempi di Peagna povera, contadina, ma ricca di calore umano oggi scomparso (i pochi peagnoli rimasti quasi non si salutano l’un l’altro). C’era una volta ‘u Carachettu’, Romulu, u Parpelin, i Ricci, ‘u Tanacca’, ‘u Cibin’, u Merlettu, u Lenciu, u Pippu, i ‘Rusci’, Marinin de Baci, u Milanese, i ‘Antò’, Giacuminun, a Cascetta, l’African de Paverna e altri. Oggi il loro ‘idolo’, pochi esclusi, è Ennio Fazio, il sindaco agricoltore, come lo fu Delfino con meno ascendenza.
Nei giorni scorsi si è fatto vivo un collega giornalista tedesco, ormai avanti negli anni, che con i parenti ha voluto tornare dove aveva fatto le prime vacanze, con papà operaio Volksvagen, in quel paradiso di campeggio in riva al mare nell’area ora diventata la Pineta di levante. Per anni manna del turismo e del commercio cerialese. Fu chiuso per motivi poco nobili (in realtà c’erano interessi inconfessabili da esaudire su altre iniziative di camping). Invano da giovanissimo corrispondente di provincia lottai con l’amico, il compianto ‘Il Baffo di Ceriale, ignorati ed isolati, per scongiurare questa sciagura. Così come accadde per la dissennata politica urbanistica. Io ero un povero figlio di pastori montanari e agricoltori, c’erano in campo una banda di palazzinari e loro protettori politici (soprattutto nella Dc affarista) e già apparivano le prime avvisaglie massoniche che tuttavia, allora, ignoravo.
Mi rivolsi invano a quel galantuomo,peagnolo, ma ingenuo ed molto influenzabile, Carlin Vacca, al punto che per un lungo periodo mi tolse il saluto: “Sei un estremista comunista e malvisto da tutti….”. Peccato che i nonni avevano la tessera Dc, il fratello per un periodo iscritto con Santin Pisano al Pli di Malagodi. Il papà, originario di Garessio, uno dei 5 componenti del Comitato di Liberazione di Mendatica, tenuto per alcuni giorni prigioniero da nazisti occupanti negli umidi scantinati del Forte centrale di Nava. Rimediando negli anni avvenire una tubercolosi allora incurabile.
Io fresco di seminario, dell’azione cattolica locale, di cui sono stato anche giovanissimo presidente, con ritiri spirituali al Divin Prigioniero di Loano.
Tacciato comunista negli anni in cui c’era ancora la scomunica e si pregava contro il ‘pericolo dittatura rossa’ nonostante sotto l’altare principale della parrocchia di Peagna di San Giovanni Battista, quando fu rifatto e don Fiorenzo Gerini era quasi fresco di nomina, ebbi l’idea di ‘sepellire’ un biglietto, col mio nome e cognome e una frase destinata ai posteri.
Conoscevo assai bene Carlin Vacca, (operatore marittimo nel porto di Savona); di lui ho scritto parecchio negli articoli dedicati alla storia recente di Ceriale e consultabili nell’archivio di trucioli savonesi che ho lasciato da un anno, dando vita a questo blog, ovvero trucioli.it, che non accetta pubblicità a nessun titolo e dove siamo liberi di scrivere senza ‘filtri’ amicali. E non collezioniamo smentite e pubbliche scuse.
Ebbene tornando al collega giornalista tedesco si è stupito del degrado complessivo e ha espresso qualche insignificante nota positiva. Il suo rimprovero: “Ma come, tu che sei cresciuto qui , non sei stato capace di mobilitare le coscienze, gridare ai quattro venti che Ceriale aveva un potenziale enorme nell’agricoltura, nell’ambiente e nel turismo. Invece ha copiato lo scempio di Borghetto S. Spirito e si è ridotta….“. Ho candidamente ammesso: “No, non sono stato capace, non sono stato all’altezza, gli altri sono stati più bravi e convincenti. Hanno messo in moto e praticato, da antesignani, la politica berlusconiana della sfrontatezza, ammantandosi di perbenismo. Hanno fatto fuori persino un prete scomodo, ma profondamente onesto, lontano anni luce dalle devianze vissute con l’episcopato attuale. Di don Lenadro Caviglia che non appartiene neppure alla schiera dei preti affaristi o arricchitisi con immobili, posso testimoniare dall’osservatorio, credo privilegiato, di 47 anni di cronista di giudiziaria e di strada, tra la gente e sempre lontano da un certo potere del malaffare”. Da ex seminarista e lui vice rettore e insegnante di italiano.
Vi può interessare la conclusione dell’incontro con il collega diventato notista politico di un grande quotidiano vicino al centro destra tedesco nell’opulenta locomotiva europea,? “Adesso vieni con me – sue parole -, ti porto a vedere qualcosa di interessante. ” Mai più mi sarei aspettato di raggiungere località Cameriera alle Muragne che conosco benissimo. Si è fermato nel parcheggio della Ldl e puntando il dito mi ha chiesto “Sai chi abita questa casa”. Certo che lo so! “Ebbene ti sembra educativo che il primo cittadino consenta di tenere le aiuole, in un’area di traffico, l’accesso da ponente al suo paese, in queste condizioni? Senza un briciolo di decoro? Un brutto biglietto da visita per ogni turista che si rispetti, per una società civile”.
Ha ragione da vendere il giornalista tedesco. Ma sono in buona compagnia. La solerte cronaca locale, con i suoi diligenti corrispondenti, non ha mai fatto cenno, se non per l’intervento di un consigliere di minoranza a proposito della sistemazione definitiva della rotanda, quando il sindaco Fazio rispose: “Ho sacrificato i miei interessi per dare il buon esempio, lasciando fare ai tecnici….”.
Da anziano e pensionato giornalista professionista faccio il mea culpa che tuttavia non assolve. E poi l’ultima ‘sberla’ dal collega, prima di salutarci. Mi ha mostrato alcune foto, non so francamente come se le sia procurate e l’uso che ne farà. Del fatto, per la verità, avevo più volte scritto, inutilmente, su trucioli savonesi. Le immagini mostravano prostitute in abiti da lavoro stazionare sia sul marciapiede a mare, davanti alla casa del signor sindaco, ma addirittura una documentava ‘belle di notte’ all’angolo del marciapiede che confina proprio con la casa del capo del governo cittadino.
E’ possibile – mi sono già chiesto – che a Ceriale, in provincia di Savona, le istituzioni democratiche assistano impotenti, ma soprattutto tollerino, questo delegittimante spettacolo? Tanto discredito istituzionale? Neppure la protesta, gridata, di un isolato cittadino (striscioni) ha ottenuto che almeno non fosse deturpata l’immagine del sindaco di tutti. Per anni si è tollerato un chiosco-bar viaggiante che offriva spuntini e da bere a clienti, protettori, balordi della notte. La scusa, ufficiosa, pare fosse: “E’ un informatore della polizia….o dei carabinieri”. Ma intanto l’ efferato delitto di una giovanissima prostituta albanese, dopo i soliti annunci iniziali (l’assassino ha le ore contate, inquirenti sulla buona pista…) è ancora insoluto. Nel dimenticatoio dell’archiviazione? Come altri che hanno insanguinato il mondo della mala e della prostituzione. Prima italiana, francese, quindi balcanica e africana.
Chi possiede case in quella zona, oltre agli schiamazzi notturni e di auto, in parte leniti dalla diminuzione di ‘clienti causa crisi’, ha potuto provare sulla pelle il crollo della domanda e dei prezzi. Forse qualcuno sta investendo convinto che finalmente arriverà il repulisti. C’è da scommettere.
Certo, a Ceriale si può trovare brava gente, da cronaca di giornale. Sono stato protagonista diretto di un episodio da raccontatre. Nel pomeriggio di sabato 6 giugno 2013 ho visitato la mostra di prodotti agricoli (Ortoblu a chilometro zero). Ho fatto qualche acquisto. Ho realizzato un servizio con alcune foto significative (vedi….), . Stavo facendo ritorno al parcheggio, vicino all’ex albergo Torelli, quando sono inciampato su un dosso di plastica steso sulla passeggiata, non segnalato, utilizzato per far passare i fili della corrente elettrica. Vedi la foto.Un commerciante ambulante si è subito precipitata per dirmi che loro non c’entravano nulla, era stato il Comune e comunque non ero stato l’unico a far quel ‘volo’ . Per fortuna solo piccole escoriazioni alle ginocchia.
E’ però ‘volato’ nella vicina aiuola il borsello, contente documenti, carte di credito, assegni, agendina personale, patente, carta di identità, codice fiscale. E monete. Avendo alcune borse di plastica tra le mani e ricevendo subito dopo la caduta una telefonata, ho finito per ‘ignorare’ il marsupio. La fortuna e l’onestà di una coppia di coniugi torinese è stata di grandissimo aiuto. Hanno trovato il mio numero di cellulare, ma prima hanno cercato invano i vigili, alla fine incontrando il sindaco Fazio. Non c’erano dubbi; ha confermato che mi conosceva. Un paio d’ore dopo, mi sono reso conto che un numero ‘sconosciuto’ mi aveva cercato più volte, segreteria telefonica inclusa. Ho saputo ciò che ancora non avevo scoperto perché alle prese con innaffiare l’orto. Smarrito, ma felice mi sono precipitato al bar indicato, vicino al Palazzo Civico, dove avevano lasciato il borsello. Ho cercato la coppia. Lei è impiegata comunale nella cintura di Torino. Gente umile, con due figli già grandini. Una loro zia che soggiornava a Ceriale, i loro ricordi d’infanzia. Ora, a Ceriale, hanno affittato tutto l’anno un bilocale in centro, sull’Aurelia, che occupano ogni tanto nei fine settimana.
Forse in altre mani quei documenti, carte di credito, assegni, avrebbero avuto altra sorte e fruttato un utile al mercato nero molto fiorente nelle grandi città. L’onestà non ha prezzo, non sapevo come ricompensarli. Li ho invitati a cena e aspetto sempre una gradita telefonata.
Questa storia onora l’onestà. Per favore caro sindaco, rieletto per volontà popolare, ascolta la mia supplica. Provvedi affinchè qualcuno intervenga per il decoro delle aiuole sotto le finestre di casa. Vedi di completare il fine lavori complessivo della rotonda perchè restano ‘misteriosi’ quei ‘dossi’ bianchi e rossi. Vedi la foto sopra.
I cerialesi in netta maggioranza, ancora una volta, hanno dimostrato che a loro ‘va bene così’. Il rinnovamento non è gradito. I grillini hanno dovuto riciclarsi.
Farsi da parte, anche a Ceriale, non è praticato sulla scia dei tanti che popolano il parlamento, in particolare gli intramontabili berlusconiani, con precedenti penali inclusi. Ennio Fazio, un gentiluomo fino a prova contraria, da almeno 40 anni lo seguo come giornalista, in tutti i suoi incarichi, perfino a livello Europeo. L’ha voluto in quel posto un camaleonte della stazza di Angelo Vaccarezza, ‘patron’ del Pdl savonese, con licenza di Claudio Scajola. Fazio, da candidato sindaco nella prima tornata, benedetto dalla presenza e presentazione ad opera di un senatore Pdl, massone di padre in figlio. Un chiaro segnale?
A Peagna, ‘capitale del libro‘ in Liguria, non hanno mai pensato a dare alle stampe un volumetto per ricordare l’ultima generazione del novecento. Un amico, con saggezza contadina, mi confidava e commentava le divisioni tra la piccola comunità di compaesani d’origine: “Qualcuno sul divide ed impera ha fatto la sua fortuna pastorale. Hanno pure dedicato una strada ad un sacerdote che aveva messo al mondo due figlie mai riconosciute, ottime ragazze, che quando mamma è morta dopo aver sposato un medico, hanno scoperto di essere state di fatto diseredate dal loro padre naturale che a Peagna dichiarava orfanelle provenienti dal suo possedimento-colonia in Umbria dove coltivava la lavanda commercializzandola col nome Santa Maria Belfiore. Le due signore, con tantissima dignità, lo chiedevano per ricordo da lasciare a figli e nipoti. Invece neppure un quadro invano chiesto persino in Curia”. Nulla hanno preteso anche i congiunti diretti del sacerdote, originario di Pieve di Teco.
Questa è Peagna nel terzo secolo dopo Cristo. Per fortuna è caduto almeno il motto maccaronico “Chi non ci ha da fare non ci venga”. Sono arrivati nuovi acquirenti da ogni angolo della provincia. Sono i nuovi peagnoli poco integrati, pare, nel tessuto sociale. Ognuno fa i fatti propri e al massimo ascolti qualche battuta ironica, sarcastica. Peagna ‘capitale della cultura‘ senza neppure un chiosco bar. Chi pulisce il paese, si vede ogni tanto. In compenso non mancano gli articoli al profumo di incenso. Molti scritti da quel bonanima di pubblicista che aveva fatto del giornalismo a pagamento (marchette) un trampolino di lancio pure per giovani aspiranti, oltre che per le sue tasche. Anche a Peagna l’odore del mattone è stato intenso e trasversale.
La Ceriale che mi ha cresciuto – dove ho tenuto da scolaro il primo discorso/ recita pubblica all’inaugurazione del nuovo edificio delle scuole elemetari, oggi museo, presenti maestri dell’onestà quali l’allora sindaco Ascoli, il vice presidente della Camera, Lucifredi, di Borghetto d’Arroscia e di cui ho pubblicato le foto su trucioli savonesi -. La Ceriale che ha assistito, inerte e impotente, all’effetto smodato della cementificazione immobiliare. La Ceriale che prega e spera di scampare ai disastri ambientali delle alluvioni, ma l’area ex Nucera resta una bomba innescata. La Ceriale che come ha dichiarato l’allora candidato alla riconferma sindaco (vedi Secolo XIX del 17 aprile) : “Fazio in campo promette una discoteca per il rilancio del turismo e dell’economia…”. Da giornalista ho combattuto tutta una vita, per Ceriale, contro i ‘camaleonti’ . Inutilmente. Per fortuna – mi si perdoni l’affronto – non assisterò neppure da morto alle ‘vendette’ di madre natura. Ho scelto la natia Mendatica, spopolata anche per aver detto sempre ‘no’ agli immobiliaristi senza cuore ed ingordi, e sulla mia tomba ho già fatto scrivere: ” Hic manebimus optime. Ad perpetuam rei memoriam. Hoc erat in votis, Luciano”.
Luciano Corrado