Naturale asses Natocinese contro l’osceno arbitrio bellico delle armi Putiniane. E viva il popolo Russo!
di Sergio Bevilacqua
Un caro amico, intelligente e avveduto, che cerca di andare, con condivisa difficoltà, oltre la comunicazione dei nostri media per avere una informazione più corretta, com’è giusto in tempo di guerra data la propaganda che comunque si fa da una parte e dall’altra, mi scrive: “Il 1° aprile sul canale Ukraina 24 è uscita l’intervista al sindaco della città di Bucha il quale non fa alcun riferimento ai morti per le strade. Anzi, sembra molto felice di essere potuto rientrare in città e per nulla sconvolto. Così si esprime quel sindaco: Cari amici! Il 31 marzo è una bellissima giornata della liberazione dagli occupanti russi, nell’incipit del suo discorso. È alquanto singolare che qualcuno usi toni così entusiastici di fronte a uno spettacolo apocalittico come quello rappresentato in queste ore da tutti i media occidentali, con le strade della città letteralmente disseminate di civili morti… La mia (sua, ndr) impressione è che si sia trattato di una messa in scena in stile siriano.”
Ci sono di sicuro e si vedevano fin dall’inizio, comprensibili anche se non legittime, manipolazioni dell’informazione ad usum strategico. La propaganda è sempre stata un’arma, figuriamoci nell’era del virtuale e dell’ingegneria audiovisiva: noi ci rendiamo conto di quella “di qua”, ma sicuramente “di là” è molto peggio. Non è una novità, fa parte della società in cui viviamo e possiamo farci ben poco. Certo, peraltro, un conto è sapere che hanno buttato 10 bombe, e un conto è sapere che ne hanno buttate 1000… Ma contano quasi di più le “bombe che dici” dalle “bombe che sono“.
Va detto che Putin e 21 oligarchi tengono in scacco (non matto, e lì casca l’asino…) il mondo dell’economia che loro non hanno (quella di trasformazione, con la sua sana classe media) e che ha dato al mondo il benessere e la civiltà diffusa. La tengono in scacco con risorse naturali, estrattive varie, sottratte al popolo russo dell’era comunista.
Che il tentativo dei Natocinesi sia di appropriarsene è tanto chiaro da essere evidente: la Cina per ora fa il pesce in barile, ma quando sarà il momento si butterà sull’Orso morente.Se andrà bene, per il popolo russo finirà come per i norvegesi col petrolio del Mare del Nord, una fondazione pubblica che prende se ben ricordo il 20 % del valore estratto ed è proprietà di tutti i cittadini norvegesi pro quota. Una straordinaria assicurazione sulla vita norvegese, civilissima e anche abbastanza giusta. Se va male, finisce come ai lucani: Mosca capitale europea (magari eurasiatica) della cultura per un annetto e sciao, con mezza regione rovinata dalle gravosissime perforazioni .
Oggi il popolo russo è in parte costretto ad essere struzzo: vivono è vero, un po’ diversamente, con una relativa differenza di valori, ma sono anche obiettivamente fregati da Putin e degli oligarchi. Un pò come l’Argentina ai tempi di Menem: da una parte champagne, caviale e prostitute (l’eredità dei “Generali” come in Russia del capitalismo di Stato passato nelle mani di 100 oligarchi Eltsiniani poi selezionati naturalmente ai 21 putiniani) e, dietro l’angolo, favelas, e chiese usate impropriamente per non guardare la realtà, per pregare e pentirsi come se la grave, assassina, disparità sociale fosse colpa di tutti.
Una civiltà senza dubbio diversa. Ma di sicuro peggiore delle menzogne occidentali. Che non mi piacciono. Ma un conto è avere (seri) problemi di decodifica dell’informazione e un altro è non avere informazione o averne fi intuibilmente ben più seri. E l’informazione è oggi, oltretutto, come l’acqua: con la mediatizzazione estrema non la fermi. Il problema è solo il tempo di ciclo per l’arrivo della migliore verità (purtroppo in sociologia la verità è in continua costruzione, operiamo su sistemi tecnicamente aperti), e ciò consente operazioni distruttive (IRAQ ad esempio), prima che il quarto potere, il settore dell’informazione, in democrazia, faccia il suo lavoro istituzionale, di darci “più verità”, governato com’è oggi dagli altri tre, spesso solidamente, patologicamente congiunti.
E allora? Stimo chi si indigna. Ma se si rischia troppo con interpretazioni sprovvedute si cade in errore e si viene zittiti (giustamente) e a volte anche magari ingiustamente perseguitati. Quindi occorre moltissima perizia. E gli strilli sono il livello minimo di opposizione cui il “potere” è preparato a rispondere. E, ancora, ci vuole molto sangue freddo, lucidità ed equilibrio per capire la sostanza.
La sostanza è che esiste un regime oligarchico in Russia contrario al bene sociale russo e dell’umanità, anche se 10 o 1000 bombe su Bucha cambiano, purtroppo, poco…
Siamo però sicuri che la Russia abbia un’oligarchia talmente sciocca da agire così in Ucraina? La Russia non esiste economicamente da sola, è dipendente dell’Occidente NATO e dalla Cina, cioè dalle economie di trasformazione, senza le quali le sue risorse naturali sono solo terra gelida. La sua strategia in Ucraina non è per nulla sciocca, anzi. Una guerra così è un modo intelligente, per quanto possibile, di prendere tempo e cercare di cambiare un poco il quadro. Ma anche pericolosissima e belluina. Infatti, mosse del genere dimostrano debolezza di quest’intelligenza. E l’Occidente ci sguazza, mentre la Cina, che ne vede enormi vantaggi, fa, come dicevo, il pesce in barile.
La questione italiana è poi la solita commedia dell’arte. Ma non ci farà niente nessuno. Il destino di Putin e della Russia degli oligarchi è segnato. Il popolo russo non vuole una guerra di distruzione: poveretti sono, ma non disperatissimi. I soliti oltranzisti del signornò (no-global, no-vax, no-Nato, no-Draghi, no-TAV, no-zia ecc. ecc.) sollevano allora la bandiera eroica del limitare l’espansione dell’occidente e della sua economia con quel barbogio di Dugin a far da pensatore ispirato dalla vodka.
La NATO e i cinesi sono semplicemente d’accordo. E va benissimo, anche culturalmente. La Cina non vuole la guerra con l’Occidente, sarebbe demenziale, e non confuciano. Invece, è profondamente confuciano “attendere sulla riva del fiume il corpo… dell’Orso!”. Come arriverà a transitare l’Orso stecchito? Attraverso crisi interna o guerra distruttiva (che il popolo russo non farebbe). Io prevedo crisi interna e, magari, se va proprio male male, dopo un estremo accenno di guerra distruttiva. Cui seguirà un consolidamento eurasiatico con equilibri economici finalmente planetari. Schifosini, eh… ma molto meglio dei disgraziati che fanno le guerre come nel 1900. In questo quadro, per fare un esempio, che so caro ai signornò, ci sta benissimo anche Orban, cioè la protezione della varietà locale, vedendo il bicchiere mezzo pieno, senza però l’anti-umanitarismo di quella destra provinciale. La globalizzazione non è un mostro irrazionale: è un sistema, antipatico se si vuole, ma non si estende dove è troppo costoso. Non è violenza materiale gratuito-ideologica, è guidata dall’economia.
Ed è un dato di fatto che i giacimenti naturali della Russia, del popolo russo che abita la terra della Federazione Russa, sono in mano a 21 primitivi sporcaccioni anziché alla domanda e offerta. Non è poco. Non dimentichiamo che l’economia globale fornisce moltissime risorse fondamentali a tutti, anche al contadino veneto, che ha comunque diritto al suo Prosecco. E, se è vero che la globalizzazione va avanti a bolle finanziarie, i nostri finanzieri e industriali hanno sotto milioni di persone, quadri e dirigenti che fanno la classe media, e non tengono in mano il 10 % dell’economia mondiale per alimentare i loro consumi di prostituzione, droga e champagne. E se qualcuno gli parla di domanda e offerta usano i carrarmati, per poter continuare a essere dei bifolchi corruttori… Qui in Occidente e anche in Italia bene o male parliamo abbastanza liberamente e, pur con fatica e imprecazioni, facciamo quello che ci pare. E poi, siamo solo italiani… i WASP e anche gli altri occidentali sono messi meglio di noi.
E i nostri plutocrati non ti corrompano direttamente le figlie o i figli solo per soldi, senza valori, con un sistema arretrato fatto di popolo istruzzito e di privazioni, senza possibilità di sviluppo economico perché si sono mangiati la classe media. Li ho visti all’opera, nelle notti romane… e anche a Parigi e a New York. Sono degli animali. Ma non come i nostri, che tutto sommato le Forze Armate le devono chiedere a Biden che poi insomma deve rispondere al Consiglio ecc. ecc.: le muovono direttamente con quel (omissis) (da foto berlusconiana) di Putin, che è uno di loro, sulla pelle del popolo russo con quell’imbecille di Dugin, probabilmente pagato se non del tutto ebete, che fa il filosofo alla Rasputin.
Sergio Bebilacqua