Produzioni agricole e “agrivoltaico” in provincia di Savona. Le fonti di energia pulita e il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). La situazione in Europa e i ritardi della Regione Liguria.
di Gabriello Castellazzi*
Il problema delle fonti di energia pulita è all’ordine del giorno: dove reperirne grandi quantità e utilizzarle, in alternativa a quelle derivate da fonti fossili, per mitigare i cambiamenti climatici? Il dibattito sulle tecniche eco-compatibili è molto acceso, ma un dato è certo: catturare l’energia dal vento (pale eoliche) e dal sole (centrali solari e pannelli fotovoltaici) risulta la risposta scientificamente più corretta, anche se condizionata da una scelta molto attenta dei siti idonei.
I nostri terreni agricoli sono entrati, a pieno titolo, nelle strategie da seguire per utilizzare grandi spazi utili a questo scopo: la superficie agricola italiana totale è 17,4 milioni di ettari, quella realmente coltivata è di 12,9 milioni di ettari, la differenza è quindi di 4,5 milioni di ettari (terreni cosiddetti marginali) che attendono un impiego razionale (il fotovoltaico è una opportunità).
Il PNRR– Italia mette complessivamente a disposizione incentivi per 4 miliardi di euro nel settore fotovoltaico allo scopo di centrare gli obiettivi di neutralità climatica entro il 2050 e il PSR (Piano di Sviluppo Rurale) dell’Unione Europea assegna 52,5 milioni di euro per investimenti nel settore agricolo, utilizzabili anche per finalità di recupero energetico.
Ricapitoliamo brevemente quanto è avvenuto in passato: negli ultimi 40 anni l’Italia ha realizzato impianti fotovoltaici su 40.000 ettari di territorio ottenendo circa 21.000 MW di elettricità. Circa la metà dei pannelli al silicio sono stati collocati su aree agricole, il resto sopra i tetti delle case, dei capannoni, ecc. Ma per raddoppiare la potenza necessaria entro il 2030 ne serviranno altrettanti, e il tempo stringe.
L’intero parco solare dell’Unione Europea deve essere potenziato e tutti gli sforzi saranno mirati ad ottenere 162 GW di energia da nuove installazioni nei prossimi 4 anni.
Attualmente la Germania è leader nella produzione di elettricità con sistema fotovoltaico; in buona posizione si trovano anche Danimarca e Svezia. L’Italia, geograficamente privilegiata, nonostante il recente “superbonus 110%” non ha fatto registrare risultati soddisfacenti (solo 0,8 GW di nuova capacità installata).
Comunque il “Solar Power Europe” per l’Italia è ottimista: ritiene possibile la produzione di altri 7,1 GW entro il 2025. Nell’intero contesto Europeo, l’operazione complessiva del settore “rinnovabili”, se condotta a termine, porterà entro il 2050 ben 4 milioni di nuovi posti di lavoro.
In questo disegno generale come si collocano la provincia di Savona e la Regione Liguria? Dalle associazioni degli agricoltori apprendiamo come nella piana di Albenga il fotovoltaico su serre abbia già ottenuto buoni risultati e le province di Savona e Imperia possano raggiungere grandi successi nel settore “floro-vivaistico” con produzioni adatte al mercato estero (filiera delle piante aromatiche).
L’ opportunità che oggi si apre per il mondo agricolo riguarda la nuova possibilità di realizzare l’ “agrivoltaico”: una tecnica che consente di collocare reti di pannelli solari sospesi a circa 5 metri di altezza, sorretti da una tensostruttura che permetta il passaggio di macchine agricole, quindi la coltivazione del terreno sottostante in modo tale da ottenere le normali produzioni.
Il dato importante è che il nostro PNRR prevede per questa nuova tecnica agricola tre miliardi di euro di incentivi, mentre giustamente non prevede finanziamenti per le imprese che collochino pannelli direttamente sul terreno: operazione che impedirebbe al suolo fertile qualsiasi tipo di produzione, facendo invece realizzare lauti guadagni dalla sola vendita di energia elettrica. Purtroppo alcune Regioni hanno già autorizzato mega-impianti con questa finalità non eco-compatibile, azzerando importanti produzioni agricole.
Legambiente dichiara: “ L’agrivoltaico può risultare un investimento vincente e idoneo a soddisfare nuovi e ambiziosi requisiti climatico-ambientali cui il sostegno della PAC (Politica Agricola Comune ) nella programmazione europea 2020-2027 è chiaramente finalizzato”.
Il “Ministro della Transizione Ecologica”, Roberto Cingolani, dice che il settore sarà regolato per evitare speculazioni, ma “Italia Nostra” segnala come presso il Ministero siano già in itinere 50 domande per grandi impianti in diverse Regioni. La “Coldiretti” del Veneto ha denunciato e bloccato un tentativo di occupare con “pannelli a terra” 66 ettari di ottimo terreno agricolo nel Comune di Rovigo.
L’Unione Europea con una “direttiva” obbliga il Governo italiano a emanare entro maggio 2022 linee guida precise per individuare le “aree idonee”. Questo perchè le Regioni stanno andando in ordine sparso (compresa la Liguria) ignorando come il DM 10/09/2010 da tempo chieda a tutte le Regioni di indicare in modo preciso i siti non idonei all’installazione di impianti per produrre energia da fonti rinnovabili, precisando che: “ l’individuazione delle aree e dei siti non idonei non deve configurarsi come divieto preliminare, ma come atto di accelerazione e semplificazione dell’iter di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio degli impianti, anche in termini di opportunità localizzative offerte dalle specifiche caratteristiche e vocazioni del territorio”.
Quindi ci aspettiamo che la Regione Liguria indichi a breve, in modo chiaro, i luoghi dove il terreno agricolo debba mantenere le sue tradizionali produzioni senza impianti speculativi a terra e dove invece si possano utilizzare tutti i finanziamenti e le agevolazioni possibili per l’agrivoltaico.
La provincia di Savona possiede ancora grandi potenzialità agricole e molti giovani si stanno orientando verso un’ attività che valorizza il territorio e recupera i terreni “marginali” nel momento delicato della “transizione ecologica”.
*Gabriello Castellazzi (Europa Verde – Verdi della provincia di Savona)