Sono trascorsi 31 anni, generazioni di loanesi che non hanno vissuto o letto di quella atroce esecuzione di morte in stile mafioso. Un apprezzato commerciante ambulante di Loano, Giorgio Bazzano, 54 anni, moglie e due figli, tratto in una trappola e giustiziato a colpi di pistola, nel cuore della notte, nei pressi del casello dell’Autofiori di Pietra Ligure. Le indagini a 360 gradi non hanno assicurato alla giustizia i colpevoli. E da allora tutto è finito nel dimenticatoio e in archivio.
C’è chi sostiene che scavare nel passato ormai poco o nulla interessa ai lettori dei nostri giorni. Eppure prima di lasciare la dimora terrena c’è chi ritiene che il ‘senza memoria’ contribuisca anche alla deriva sociale in cui ci troviamo. Il crollo delle vendite in edicola, l’esplosione social e copia&incolla. La rincorsa all’attualità, chi arriva prima e poco importa la qualità. Tutto serve a lasciare sepolti fatti, drammi, persone al centro di tragedie che scuotevano l’opinione pubblica e tenevano banco sui media e alta la loro diffusione.
Loano: la notte del 28 agosto 1990.Una serata caratterizzata da un improvviso temporale. Giorgio Bazzano aveva appena spento il televisore ed era a letto quando squilla il telefono fisso (non c’erano ancora i cellulari). Alla moglie dice che è stata chiamato da un amico con cui aveva un appuntamento: “Torno subito...” Si veste ed esce…. Alle 2 di notte il personale di servizio al casello (non esisteva l’esazione automatica) nota un’Alfa Romeo che supera le sbarre senza prendere il biglietto e svolta verso Genova. E’ in queste circostanze che poco lontano viene scoperto, ormai esanime ed insanguinato, il corpo per povero Giorgio che in passato era stato anche candidato nella lista del Pri.
Riproponiamo uno dei tanti articoli pubblicati sul Secolo XIX a firma dell’ormai decano giornalista del ponente Luciano Corrado e che dal 1970 seguiva la cronaca nera e giudiziaria della provincia di Savona. Invano il cronista cercò di scavare, porsi e porre interrogativi. In una circostanza, probabilmente, per puro caso, si trovò anche al centro di uno strano ‘avvertimento’: quattro gomme dell’auto forate dal ritorno di un appuntamento con chi si occupava anche dell’omicidio e dell’arma usata per uccidere; di quelle comunemente in dotazione alle forze dell’ordine.
Ma il delitto- giallo Bazzano, per l’archivio storico del vecchio cronista, è tra il 36 omicidi consumati dal 1967 in provincia di Savona e rimasti ad opera di ignoti. Un dato che destò pure un certo allarme. Un articolo che rievocava la scia di sangue e morte suscitò l’intervento di un prefetto e di un parlamentare che nell’apprendere ‘la statistica’, la sequenza di omicidi senza colpevole, disposero in un caso un’approfondimento da parte delle forze dell’ordine (si mosse il comando dell’Arma della Liguria e del Nord Ovest), nell’altro un’interpellanza parlamentare ai ministri di Grazia e Giustizia, dell’Interno e della Difesa. Non abbiamo mai saputo l’esito della risposta, nè avuto copia delle motivazioni dell’archiviazione. Di certo quei delitti restano una pagina nera ed oscura, sepolti negli archivi polverosi e nella memoria di chi li ha vissuti o seguiti per lavoro. E difficile da dimenticare.