L’attualissimo episodio di solidarietà in atto in questo momento tra i metalmeccanici genovesi e i portuali savonesi si inserisce perfettamente nel ricordo delle giornate genovesi di 61 anni fa quando proprio gli operai e i portuali genovesi (giovani dalle magliette a strisce o anziani partigiani:“Ultimi fuochi della Resistenza o Primi vagiti del ‘68”). Leggi anche altro articolo SAVONA 2021: STRUTTURA DI GOVERNO E TERRITORIO.
di Franco Astengo
Respinsero la pretesa fascista di celebrare, stando al governo con la DC, il proprio congresso nella Città medaglia d’oro della Resistenza, l’unica città europea nella quale il 24 aprile i tedeschi si erano arresi agli esponenti del CLN.
L’attuale vertenza dell’acciaio genovese con gli operai dello stabilimento di Cornigliano posti arbitrariamente in CIG dai padroni franco – indiani ha suscitato questo rinnovato senso d solidarietà di classe.
I portuali savonesi, infatti, hanno proclamato una giornata di sciopero, poi allungata di 48 ore, al riguardo della nave Ursa Major, rifiutandosi di scaricarne il contenuto di rotoli di ferro (gli antichi “mascelli”) destinati allo stabilimento genovese.
La nave era stata dirottata a Savona dall’azienda proprio per aggirare gli scioperi che bloccano l’attività a Genova.
La risposta dei portuali al riguardo degli operai è stata quella di ritrovare il senso profondo della solidarietà di classe: la stessa solidarietà che il 30 giugno aveva portato a quello sciopero antifascista, reclamato in piazza da Sandro Pertini, che rappresentò un vero momento di svolta per la democrazia italiana e l’attuazione della Costituzione Repubblicana.
Un ricordo incancellabile e un momento di grande attualità: la classe operaia non è scomparsa e la sua capacità di lotta rimane fattore fondamentale per la democrazia e il progresso.
SAVONA 2021: STRUTTURA DI GOVERNO E TERRITORIO
di Franco Astengo
Nella previsione delle elezioni amministrative che dovrebbero svolgersi a Savona all’inizio di autunno emerge la necessità di avviare una riflessione molto approfondita sui temi di progettualità e di visione decisivi al fine di promuovere un radicale cambiamento rispetto al passato.
C’è da considerare come la crisi dell’amministrazione comunale risalga sicuramente alla fase precedente rispetto al periodo nel quale si è misurata la gestione dell’amministrazione adesso uscente: ma è necessario sottolineare che il fallimento di questa maggioranza che ha cercato di reggere il Comune di Savona tra il 2016 e il 2021 è ben certificato dall’impossibilità del Sindaco uscente a ripresentarsi e quindi a far giudicare il proprio operato, quello della Giunta e della maggioranza, da elettrici ed elettori.
Il punto prioritario della campagna elettorale prossima ventura sarà allora quello di affrontare la difficile costruzione di una nuova qualità di governo del territorio.
In particolare da più parti si insiste, giustamente, sul declino demografico, sulla perdita di ruolo nella funzione di Capoluogo, di deficit di attrattività.
In questa occasione si tenterà di affrontare, sia pure schematicamente, un aspetto che rimane fondamentale: quello della struttura di governo.
A questo proposito è necessario pensare a superare la consueta “routine” istituzionale di una governabilità assunta per deleghe ciascuna a sé stante secondo suddivisioni di competenze ossificate nel tempo da una visione meramente burocratica dall’attività degli Enti.
Sotto questo aspetto è necessario riformare la struttura della Giunta comunale operando in diverse direzioni:
a) è stata correttamente evocata la ripresa di una vocazione comprensoriale. Quella vocazione comprensoriale che sicuramente aveva contrassegnato alcune delle migliori stagioni nella capacità delle nostre istituzioni di produrre efficaci politiche pubbliche. Si è anche affermato che adesso l’espressione di comprensorialità oltrepassi la dimensione della sola fascia costiera ma comprenda a pieno titolo anche l’entroterra. Occorre evolvere questo pensiero dentro a una proposta concreta di formazione di un soggetto di “Alleanza Territoriale” stipulata attraverso convenzione da tutti gli enti interessati (quindi rendendola più consistente nel suo profilo di istituzione a potenzialmente più produttiva nella sua possibilità d’intervento concreto anche rispetto al “patto territoriale”). Nella struttura di governo di un Comune capofila che ritrovi la sua naturale vocazione di capoluogo l”Alleanza territoriale” deve trovare il suo riferimento in una specifica struttura istituzionale e amministrativa posta in condizione di elaborare, al riguardo delle diverse realtà aderenti, una vera e propria “strategia federativa”;
b) “Strategia federativa” e più direttamente “partecipativa” (pensando al ruolo degli enti intermedi, associativi, di volontariato presenti sul territorio) che dovrà essere realizzata ancora e soprattutto in forma istituzionale consolidata anche rispetto al rapporto tra le varie parti della Città, a partire dalla ridefinizione di ruolo e compito dei quartieri. Forma istituzionale consolidata deve significare, in sede propria di amministrazione comunale, la costruzione di un riferimento stabile con l’assegnazione di funzioni propositive e ordinative del decentramento cittadino;
c) nell’ambito della Alleanza Territoriale (e non semplicemente a livello di Città) dovranno essere previste funzioni comuni (in un corretto mix di deleghe stabili e di responsabilità progettuali a termine) rispetto alle necessità di pianificazione che sono richieste da alcuni settori di intervento.
I titoli di un possibile nuovo assetto della struttura di governo potrebbero essere così individuati:
1) Sindaco: Savona Capoluogo, relazioni istituzionali e internazionali, Affari legali, organizzazione della struttura comunale e risorse umane, rapporti giunta/consiglio
2)Alleanza Territoriale e Comprensorialità Digitale, infrastrutture,piano regolatore delle connessioni e condizioni di esercizio del lavoro da remoto,pianificazione strategica , viabilità e mobilità urbana, protezione civile, regolazione territoriale di tempi e orari
3) Federalismo Municipale e Territorialità Socio – Sanitaria, struttura del decentramento e partecipazione, sicurezza e inclusione sociale, cimiteri ed edilizia cimiteriale
4) Governo del Territorio,lavori pubblici, arredo e riqualificazione urbana, problematiche abitative ed edilizia residenziale pubblica, edilizia privata, gestione impianti sportivi
5) Intervento pubblico e beni comuni : rifiuti, acqua, energia, assetto idrogeologico , verde e ambiente urbano e suburbano, tutela degli animali
6) Risorse Finanziarie, bilancio e provveditorato, patrimonio immobiliare, gestione partecipate
7) Attività Produttive e Lavoro , commercio, sviluppo economico, industria, artigianato, turismo
8) Attività, istituzioni e associazionismo culturale, politiche giovanili, pari opportunità, manifestazioni
9) Educazione e formazione, università e ricerca, edilizia scolastica, servizi demografici, statistica
E’ evidente come a una riorganizzazione della struttura di Giunta debba corrispondere un altrettanto incisivo adeguamento di funzionalità e qualità operativa da parte della struttura interna del Comune: un discorso molto complesso, anche per via di contingenze che hanno contribuito a rendere difficile la praticabilità di lavoro dell’Ente ma che rimane fondamentale da affrontare proprio perché la progettualità più raffinata non rischi, alla fine, di rimanere lettera morta.
Rispetto a questo tipo di discorso fin qui schematicamente riportato e bisognoso di approfondimento sarà necessario anche avviare una riflessione sull’insieme delle relazioni (anch’esse da strutturare organicamente nel quadro dell’amministrazione, non delegando nulla a un sistema subalterno di relazioni interpersonali e/o di mera appartenenza politica e di schieramento) con le istituzioni sovraordinate: in particolare con la Regione ma anche al riguardo della Provincia.
Per la Provincia andrebbe auspicato, aprendo anche un vero e proprio punto di dibattito politico, il ritorno all’elezione da parte dell’intero corpo elettorale avendo quell’Ente, nel frattempo, mantenuto il rango costituzionale.
Si tratta di precisare anche come un’Alleanza Territoriale strutturata non debba porsi come elemento campanilistico di divisione tra le diverse parti del nostro territorio (Ponente /Levante, costa/entroterra), che pure presentano caratteristiche socio – economiche sicuramente difformi, ma anzi come fattore di coesione come sostenuto da tempo dal CNEL e da altri autorevoli centri studi.
Franco Astengo