Referendum 2020 tra Sì e No L’avvocato: Basta con la solita minestra ! Il direttore: Savona resta senza senatori Il prete: C’è chi bara e sono pure bugiardi
Referendum le ragioni del Sì e del No, mettendo al bando il becero populismo. Un avvocato del foro di Savona, già vice pretore onorario, Antoniobenedetto (Nino) Chirò che non ha mai nascosto le ‘simpatie’ a destra, senza scendere nell’agone dei partiti, del potere, delle clientele. Il direttore dell’Unione Industriali della Provincia di Savona, il dr. Alessandro Berta (subentrato al ‘mediatico’ dr. Luciano Pasquale). Il prete Don Paolo Farinella firma settimanale de La Repubblica che non ha esitato a criticare la nuova linea editoriale al ‘No’ al referendum (vedi…). E alcune significative e contrapposte reazioni di savonesi sui social. Essere bene informati, prima di tutto, per esercitare un diritto costituzionale.
ANTONIOBENEDETTO CHIRO’ –
Vorrei contestare uno per uno gli argomenti dei sostenitori del No, dati alla mano.
Deficit di democrazia e rappresentatività’.
Non è vero. L’Italia ha il più alto numero di parlamentari con l’aggravante che il Senato è un doppione perché svolge le stesse funzioni della Camera.
Ecco il confronto con altri paesi europei sul numero dei parlamentari:
La Costituzione italiana prevede un totale di 945 parlamentari (630 deputati e 315 senatori). A questi vanno aggiunti i senatori a vita (al massimo 5) e i senatori di diritto a vita, cioè i Presidenti emeriti della Repubblica.
In Europa l’Italia è il Paese con il numero più alto di parlamentari direttamente eletti dal popolo, pari a 945. L’Italia è seguita dalla Germania con circa 700 parlamentari, dalla Gran Bretagna con circa 650 e poi dalla Francia con poco meno di 600. E tutti questi paesi hanno popolazione uguale alla nostra se non maggiore.
Perderemmo rappresentanti a vantaggio di altre regioni.
Non è vero. Con la vittoria del Si la legge elettorale diventa incostituzionale perché viola il principio della rappresentanza e sarà obbligatorio rifarla e ridisegnare le circoscrizioni.
La volontà dei cittadini conterà di meno.
Qui si rasenta il ridicolo: della volontà dei cittadini non è mai importato nulla ai partiti e, scioccamente l’ha ammesso una sostenitrice del No che in TV ha concluso il suo fervorino dicendo esplicitamente che con la riforma “i cittadini conteranno meno di adesso!” E poi: quante volte i parlamentari eletti hanno convocato gli elettori per rendere loro conto di quanto fatto ?
È un attacco alla democrazia e alla libertà.
Perché i paesi europei che hanno meno parlamentari di noi sono retti da dittature? Francia, Inghilterra , Germania sono nazioni non democratiche, non libere?
Il risparmio sarebbe modesto sono i dipendenti che costano.
Questa è l’ultima è più ridicola trovata. Non è colpa di lor signori se costano troppo, è colpa dei dipendenti che sono stati assunti forse dai nemici della democrazia !
Governerà una casta e non il popolo.
Perché quella di adesso è una congregazione di asceti e pensatori ?
Tenerli tutti ma pagarli meno.
Bello. E chi dovrebbe deciderlo? Il parlamento cioè lor signori? O lo Spirito Santo scenderà in terra per la bisogna ?
Tenerli tutti ma di qualità.
E la qualità finora chi l’ha scelta? Chi fa e disfa liste e preferenze? Chi indovina vince un seggio nel gruppo misto !
Infine un paio di considerazioni.
La riforma sottoposta a referendum è stata votata da tutti i gruppi parlamentari. Se no sbagli 550 mal contati. Contro hanno votato in 14 e 4 si sono astenuti.
Adesso uno dei partiti di maggioranza, il PD, approfitta dell’occasione e dice agli alleati 5 stelle: o mi dai la legge elettorale proporzionale o votiamo No. Un ragionamento simile in diritto penale si chiama estorsione. Nel linguaggio comune diventa ricatto. Con questi politici diventa esercizio della democrazia! E volete tenerveli questi qui ? Comunque grazie Zingaretti ! Lei ha dato un argomento formidabile al Sì. In un sol colpo ha dimostrato che la volontà popolare non vale nulla perché comandate voi e che una legge votata per non so quante volte non vale nulla di fronte alla vostra volontà.
Chi vota No accetta il sistema vigente che è riassunto da un proverbio antico ma sempre valido: o accetti questa minestra o salti dalla finestra.
Bene, io non voglio più mangiare la vostra minestra e dalla finestra ci saltate voi con tutti i vostri giochetti e privilegi. E voto Sì.
Gianbenedetto Nino Chirò
P.S. “….Sarei curioso di sapere cosa ha fatto per il suo collegio il senatore di Savona. Fate solo un elenco.”
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IL DIRETTORE DELL’UNIONE INDUSTRIALI
DELLA PROVINCIA DI SAVONA
Alessandro Berta: Sappiate che col Sì al referendum i collegi senatoriali liguri saranno accorpati e non avremo più un cazzo di senatore in provincia di Savona perché saranno o piemontesi o genovesi. Poi non lamentatevi.
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COMMENTI E REAZIONI SULLE PAGINE FACEBOOK
Eligio Lino Accame (ex sindaco Dc di Tovo San Giacomo, geologo e imprenditore) risponde a Berta: Un savonese, uno spezzino e uno con gli avanzi tra Genova e Imperia”.
Monica Penna – “Il dossier del Centro Studi Camera indica che in tutta la Liguria con la vittoria del SI ci sarebbe una riduzione da 16 a 10 alla Camera e da 8 a 5 al Senato, ma non un accorpamento con le altre regioni, le circoscrizioni restano invariate”. (Vedi grafico a fondo pagina). L’accordo di governo prevede il proporzionale e quindi l’accorpamento dei collegi per evitare di avere collegi senatoriali regionali non coerenti col dato nazionale. Il disegno di legge è già depositato da LEU e Zingaretti ha già dato l’ok”.
Davide Delbuono: “….Se penso che senatori da Savona abbiamo mandato a Roma negli ultimi 20 anni viene voglia di votare Sì”.
Alessandro Berta replica: “Perdonami ma uno buono magari prima o poi ce lo mandiamo ? E poi quello attuale ha appena portato 20 milioni di euro di fondi alla provincia e portato avanti in silenzio la questione dei contratti Piaggio insieme a Patuanelli quando era capogruppo e sono 800 milioni di euro di lavoro; quindi già è tanto. Anche nel passato hanno portato non poche cose. Ma se non li hai i soldi vanno per certo in altri territori. Punto.”
Davide Delbuono, controreplica a Berta: “Non metto nulla in dubbio e probabilmente non essendo nel settore non ne ho avuto la percezione e infatti non riesco nemmeno a capire quale dei senatori eletti possa essere. Ho fatto una esperienza da amministratore locale e da segretario di circolo di partito in un paese della riviera di ponente e a parte l’On. Giacobbe non siamo mai riusciti ad avere rapporti con altri deputati e senatori se non sotto elezioni quando servivano i voti”.
Gaetano Marrone, interloquisce: “…Detto che io voto NO era una battuta più locale…secondo me a destra e a sinistra, che il capoluogo Savona non riesca a produrre classe dirigente politica non è molto normale… (P.s. non voglio mica fare il Savona First).
Marcello Menino: “Una domanda ma i senatori liguri votati nel 2018 quale epica battaglia hanno condotto per la Liguria?”
Mauro Cerulli (avvocato): “Stiamo assistendo ad una vera e propria proliferazione di voltagabbana di ogni colore. La penso esattamente come te. Bravo Nino!”
Luciano Chiarenza (avvocato, già presidente della Camera Penale della provincia di Savona, da ‘principe del foro’ a ‘principe nero’ ha scritto Il Secolo XIX in occasione della sua candidatura al Parlamento per CasaPound): “Non sono affatto d’accordo. Voterò un deciso NO“. Chirò risponde: “Non avevo dubbi.”
Paolo Marson (avvocato, ex assessore provinciale nel centro destra con Angelo Vaccarezza presidente e già capogruppo a Palazzo Sisto): “Perché votare NO al referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari? Leggi i dati e capisci: perché diventeremmo il paese con il minor numero di rappresentanti per abitante. In tutta la Provincia di Savona, ad esempio, ne eleggeremo a stento 1 solo ….Poi, ricorda, che la scelta di chi sarebbe l’eletto non la faresti neppure TU, perché dopo l’abolizione del voto di preferenza, è l’ordine di lista che comanda e quindi la scelta dei notabili del partito. In sostanza, un vero passo indietro.”
Gianbenedetto Chirò: “Caro Paolo i passi indietro sono stati fatti quando ai cittadini è stato “rapinato “il diritto di scelta dei cittadini e si è rafforzato il predominio , meglio, la prepotenza dei partiti. Questa democrazia non è la rappresentanza dei cittadini ma dei partiti, certamente i favorevoli al no vogliono questo sistema, ci si trovano bene dentro anche se dicono il contrario. Io, invece , voglio cambiarlo e posso farlo solo con il si’. Se vincerà sarà un segnale importante diretto ai partiti…”…E in risposta a Diego Minuto (“Sono indeciso. Concordo sul fatto che il sistema parlamentare italiano rappresenta i partiti e non i cittadini. Peraltro nulla cambierebbe con meno eletti. Anzi, forse lo strapotere partitico aumenterebbe in quanto si creerebbero rapporti di forza molto forti all’interno degli stessi intorno ad un minor numero di dirigenti ed eletti”) ancora Chirò: “Se vince il si’ sarà impossibile mantenere questa indecente legge elettorale. Diventerebbe incostituzionale perché non più rappresentativa. Ma parliamoci chiaro una volta per tutte. Per il no sono schierati solo quelli che vogliono questo sistema di democrazia rappresentativa “indiretta”. Vogliono che la democrazia venga esercitata dai partiti e non dai cittadini. A scegliere deputati, presidenti del consiglio, presidenti della repubblica e compagnia bella devono essere i partiti. Salvo poi dire che fanno schifo, che sono ladri, incapaci e profittatori. Per me Il NO è il trionfo dell’ipocrisia. Il SI l’inizio di una rivoluzione delle idee e della rinascita della volontà popolare.”
Lorenzo Zunino: “Se posso Paolo Marson, molti dei commenti rilevano il punto effettivo di distorsione del sistema parlamentare gestito prima e dominato dopo dai partiti, o meglio, almeno dal ’93 in poi, da gruppi all’interno dei partiti. In buonissima parte, gli eletti al Parlamento sono decisi e controllati da strutture interne ai partiti, e questo dipende dai processi di selezione del personale politico e dalle leggi elettorali. Aggiungo che in un Parlamento qualitativamente debole, maggiore spazio si ricavano le lobbie s, quelle legittime e quelle meno. Nessuno di questi problemi viene risolto dal taglio dei Parlamentari, ma, al contrario, verrebbe aggravato. Insomma, chi pensa col SI di indebolire la “casta” invece la rafforza, e per via costituzionale. Un capolavoro. Inoltre, specie al Senato, si creerebbe una soglia di sbarramento eccezionalmente alta, quindi oltre a interi territori (e loro interessi) non rappresentati, si creerebbe un problema di pluralismo. A dati attuali, solo 4 partiti entrerebbero in Senato”.
Davide Corso a Marson: “Io ho votato si alla riforma Berlusconi, a quella Renzi e pure a questa, non mi interessa chi la propone il punto è cambiare, dicendo NO non è che gli dite vorremmo…. però.. non c’è la speranza dei potremmo faremo..chi vota NO dice va bene così! ricordatevelo… così è già stato in passato e così sarà.. se poi avessimo sbagliato. tranquilli.. basta che solo si accorgano che lo pensiate e vedrete che i parlamentari li raddoppiano in un mese.. vedo grafici grafici per abitante… l unica cosa che dovreste tenere a mente sono i risultati degli ultimi decenni..chi conoscete tra questi 900 e rotti che vi rappresenta davvero? anzi chi conoscete.. non personalmente.. sapete chi sono? che cosa hanno fatto? Se la risposta è no in base a cosa potete dire che vi rappresentano? ma per favore… volete dargli un segno forte? un bel taglio di un terzo, si dovranno riorganizzare brutalmente meno posti meno prebende meno moneta di scambio. il Si li costringerà a cambiare.. in peggio dite voi? lo sapete il detto chi lascia la vecchia strada per la nuova.. io quel che lascio lo so e lo lascio volentieri qualunque rischio possa comportare…”
Dario Palma: “ In Italia in tutto ci sono 80 Province…e trovo scandaloso che, in qualche modo, non sia previsto ALMENO un rappresentante per provincia. Sono altresì contrario al sistema basato sulla scelta dei partiti in base all’ordine di lista anzichè sulle preferenze. Favorevolissimo poi al divieto di mandato vincolante. Tuttavia, sono però favorevole in linea teorica alla riduzione del numero dei parlamentari nel numero previsto dalla riforma (400 anzichè gli attuali 630) in quanto trattasi di meno spese, meno “miracolati” della politica senza arte nè parte e meno teste da mettere d’accordo. È però sicuramente necessario distribuirli meglio sul territorio al fine di garantire una rappresentanza basata non solo sul numero di cittadini ma anche sul criterio territoriale”.
Vincenzo Ricotta: “Sarebbe cosa più gradita inserire norma per vietare di cambiare postazione di partenza, per cui diamo delega, in corso di legislatura e non poter essere leader segretario del partito se eletto alle camere e al senato”.
Nota di redazione- Nel gennaio 2015 Savona News pubblicava: “….In consiglio comunale a Savona c’è chi non risponde all’appello. E’ stato pubblicato infatti sull’albo pretorio l’elenco delle presenze dei consiglieri alle 12 sedute che si sono tenute nel 2014 (una al mese), e a risultare il più assenteista è stato Paolo Marson con una sola presenza nel corso dell’anno. L’avvocato Marson, a capo della “lista civica per Paolo Marson sindaco” ha espresso 8 assenze giustificate”. (Vedi a fondo pagina la tabella postato dall’avv. Marson)
Giovanni Levratto: “Ottime argomentazioni dell’avvocato Chirò, chiare e ben motivate e molto comprensibili soprattutto.”
Giuseppe Pino Monti – “Siamo messi veramente male , ho letto e riletto le motivazioni (dell’avv. Chirò ndt), giuste dal tuo punto di vista (e non solo) ma credimi sono in assoluto imbarazzo, forse perché non ho mai capito nulla della politica, soprattutto di questa, non ho mai avuto fiducia dello Stato, soprattutto di questo, non so neppure se sono mai stato rappresentato al Parlamento da quelli che ho votato (anche perché non hanno mai contato un granché) sia per il fatto ch’erano spesso all’opposizione, sia perché i giochi di partito – o di alleanze- sono superiori all’interesse di una comunità, di un cittadino ….e perché me li hanno imposti … Questo è. Se questa è una repubblica democratica …..Allora era meglio “prima”.
Libero Gianfagna: “Penso che tutte le disfunzioni che si registrano non sono dovute ad una Costituzione inadeguata ma all’uso distorto che se ne fa. La colpa quindi è da addebitare principalmente ai politicanti che vorrebbero cambiarla. Perché un minor numero di politicanti dovrebbe funzionare meglio se sono fatti sempre della stessa pasta? L’unico motivo che trovo a favore del si è la loro assoluta inutilità!
Giorgio Amico: “Il tragico è che chi dovrebbe contestare questa democrazia ridotta a mero spettacolo per masse anestetizzate, ne santifica invece gli aspetti e i rituali più deteriori, facendoli diventare dei tabù intoccabili.”
Gianni Gatti: “Ognuno ha un suo modo di interpretare la realtà e ci stà, ma continuo a pensare che l’equazione numero= + democrazia sia un balla ed un depistaggio. Pochi o tanti il punto è chi ti rappresenta e come. Non mi sento depresso rispetto a chi ne ha di più o di meno fra i vari stati, ma per il non ascolto e l’arroganza supponente di chi tira fuori idee dal cappello un mese prima delle elezioni Da una serie di partiti attuali che non hanno nessun rapporto continuativo con la propria base( che è anche una forma di controllo dell’operato) non puoi aspettarti poi qualità di proposte . Ormai gli eletti li decidono piccoli gruppi di vertici, non perchè carismatici sul territorio, ma perchè fedeli al gruppo di comando”.
IL PRETE –
Paolo Farinella –
“CHI VOTA NO, BARA”
Dopo aver letto approssimazioni che mai avrei immaginato anche da persone che reputavo «sagge» e «oneste», ho rafforzato la mia decisione di dare un voto affermativo a conferma della riforma costituzionale sulla riduzione di circa un terzo dei Parlamentari (deputati e senatori). Ho scritto un altro pezzo per rispondere in modo più puntuale alle pseudo argomentazioni di «quelli del no».
Il mio rammarico è che uomini e donne di studio, difensori della Costituzione, in questa occasione hanno tradito se stessi perché è avvenuto quello che hanno sempre suggerito: non stravolgere l’intera Carta (v. Renzi/Boschi), ma interventi mirati secondo lo scrupoloso metodo dell’art 138.
Questo è avvenuto ed è avvenuto in Parlamento, non in piazza o al Bar, non nei comizi dei fantomatici «populisti». Questo è avvenuto in Parlamento per ben 4 volte e questo Parlamento ha votato liberamente tutte e 4 le volte la riduzione di se stesso.
Dire che questa riforma è contro il Parlamento è malafede e bugia imperdonabile.
Chi volesse saperne di più, può leggere il mio «pezzo» sull’argomento, pubblicato da
«Il Fatto Quotidiano» «Referendum: chi vota No è in malafede, bugiardo o superficiale. O tutte e tre le cose»: «CHI VOTA NO, BARA » (Leggi……….)
Genova, 02 settembre 2020
Paolo Farinella, prete
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LAURA MANNA (assicuratrice di Varazze, Laurea in Scienze Politiche ad indirizzo economico presso Università degli Studi di Torino)- ”
Non capisco perché per risolvere i problemi in Italia dobbiamo rinunciare ai nostri rappresentanti e mantenere invece la zavorra dei costi dell’apparato pubblico che alla fine ci ingessa con la burocrazia.
Perché invece non essere più severi nello scegliere chi mandare in parlamento?
Perché non esiste un criterio di selezione per essere candidati al parlamento?
Perché un nullafacente qualsiasi alla prima esperienza amministrativa può essere candidato ed eletto alla Camera o al Senato? Perché non mandiamo a casa quelli che non sanno fare o non vogliono fare per il bene della cosa pubblica?
Quando scegliamo un medico ne valutiamo esperienza e successi. Quando scegliamo un dipendente ne valutiamo curriculum e risultati….
Quando scegliamo chi mandare al parlamento scriviamo con leggerezza il nome di un candidato sconosciuto….e per rimediare a questo, oggi, pensiamo sia utile ridurre la NOSTRA rappresentanza….
A CASA chi non sa o non vuole governare bene. Ma non rinunciamo ad essere rappresentati in parlamento pretendiamo qualità ed altissimi profili.
In realtà noi lasciamo che siano i partiti a scegliere i nomi….e poi ci disinteressiamo di tutto salvo poi lamentarci di un sistema che non funziona.
La politica non può essere fatta da tutti, se vogliamo che sia fatta bene.
In Italia non esiste una scuola di pubblica amministrazione.
Per diventare avvocato servono anni di studio, di pratica, e un esame di stato idem per diventare medico, commercialista, geometra, ingegnere….ma non per governare il nostro paese. QUESTO non va bene. A noi manca la qualità dei politici sia amministrativa che morale.