Tre notizie non esaltanti per Ceriale che da un anno sta conoscendo una meticolosa cura di rilancio della giunta del cambiamento con il sindaco Luigi Romano, l’operosità e l’impegno non stop di Luigi Giordano vice sindaco, la squadra di giunta e di maggiorana sotto pressione. Iniziando dalla pulizia e dal decoro, con la preziosa opera di volontari, dalla periferia (strade collinari )alle aree prossime al centro città. Con una politica, si direbbe, di grande ascolto dei cittadini. Ma sarebbe un miracolo leggere solo buone notizie. Con Ceriale abbiamo materiale giornalistico in ritardo da mesi e ci scusiamo con i cittadini che hanno segnalato. Iniziamo dai fatti più recenti. Nella tormentata zona delle Muragne dove sorgono Mercatò, Lidl, l’autosalone officina della Ferrari (unica in Liguria), e Maserati. Qui la Guardia di Finanza ha posto i sigilli del sequestro penale ad un esteso deposito di merce varia (alimentari esclusi) dove si poteva comprare ‘sottocosto’ ogni ben di dio. Titolari, commercianti del basso Piemonte.
L’attività era aperta da quasi tre anni, si è ampliata e a quanto pare gli acquirenti non mancavano. Anzi, suscitando forse le invidie, non lo sappiamo esattamente cosa sia successo. Poco più avanti un altro gestore del ristorante pizzeria Il Ciciarampa (il terzo nell’ultimo decennio) ha gettato la spugna per ‘mancanza di lavoro’ o quasi. Non sono in crisi, invece, gli ambulanti (melonari) abusivi napoletani che si sono insediati da anni con la loro base operativa (lungo la Riviera savonese ed entroterra), con continuo tournover, battono soprattutto Ceriale, Borghetto, Albenga, Pietra Ligure, solo per citare alcune zone del ponente dove ci siamo imbattuti. Vendendo frutta a verdura fresca e secca a prezzi imbattibili, da superconvenienza. Ben vengano si direbbe in una situazione economica non proprio florida per molte famiglie.
Approfittano anche dell’arrivo dei pendolari del fine settimana, delle festività, dei ponti e ora, con la bella stagione, di tutti al mare. L’occasione dello spuntino a base di frutta. E il loro slogan accattivante suona così: Fatevi una bella macedonia…
Commercianti al risparmio, ma esentasse, nero incassi, sfida aperta alle forze dell’ordine. Vendono in pieno giorno sul lungomare, nelle vie più frequentate, nelle periferie. Non si nascondono, semmai si allontanano quando scorgono o intuiscono un pericolo. Forse un sequestro ed una denuncia ogni tanto la mettono pure in conto. Il gioco, si suole dire, vale la candela. Gli affari e le vendite sono appaganti, l’impunità incoraggia, assimila. “Noi non andiamo a rubare, siamo gente onesta che ha bisogno di lavorare”. Ma da dove arriva la merce ? “Solo dalle nostre campagne, noi compriamo dai piccoli agricoltori”. E i controlli sanitari ? “Non preoccuparti, non siamo criminali, è merce garantita al cento per cento”.
Non si fermano mai a lungo nello stesso posto. Vendono spostandosi. E se non bastasse il mercato mobile a cielo aperto, promuovono le occasioni di stagione (fragole, zucchine, asparagi, pomodori, arance, patate, cipolle, peperoni, persino bufala campana di giornata) con tanto di cartelloni appesi sul camioncino e altoparlante (altra infrazione ai regolamenti comunali) che diffonde il messaggio accattivante.
Ultime promozioni di domenica 28 aprile via ‘microfono’: Vendiamo le più belle fragole della Riviera a 5 euro alla cassa ( peso circa 4 kg, ma nel centro storico i negozi espongono i cestelli da 200- 300 grammi a 3 euro)”. E ancora: “Fatevi una bella macedonia con la nostra frutta di stagione. Vendiamo bufala campana freschissima. Solo prodotti di qualità e di prima scelta. Dal produttore al consumatore “. A chi chiede se comprando non si rischia una multa. Rispondono sorridenti: “.… ma vuole scherzare noi abbiamo le autorizzazioni …”. Siete sicuri “Si arrabbiano perchè vendiamo a prezzi onesti, la gente ha fame…”. Manco a dirlo nessuna autorizzazione comunale, fiscale o peggio certificazione Asl sulla merce in vendita. Chi controlla ? Forse gli acquirenti sono più interessati all’affare. Non a caso alle 13 di domenica si poteva ascoltare: “Questa è la 50esima cassetta di fragole che vendiamo,
siamo gente seria e ti faccio anche un piccolo omaggio”. In qualche caso abbiamo notato che comprano pure esercenti che operano sulle spiagge e molto più guardinghi nel trasferimento della merce.
Una piaga che riproponiamo da anni, di fatto in solitudine, rischiando la nostra incolumità. Possiamo fotografare solo con teleobiettivo (dopo certe esperienze) ed avvicinarci alla vendita nei panni di turisti. E’ il caso di aggiungere che fino ad oggi, a Ceriale e non solo, la presenza sulle strade di vigili urbani, carabinieri polizia. Finanza non costituisce deterrente, a fronte di rari sequestri effettuati della merce e dell’automezzo. Gli ambulanti mettono in atto diversi stratagemmi proprio per evitare il minor danno possibile. Nella stagione morta caricando poca merce. Oppure con una sentinella in grado di ‘avvertire. Il fatto grave, per Ceriale, non è solo la vendita sfacciata e di fatto duratura e impunita, è l’esibizione e l’affronto. Qui hanno i loro depositi e magazzini. Possibile che lo Stato attraverso le sue istituzioni delegate non sia in grado di prevenire e intervenire come si farebbe per qualsiasi altro cittadino dedito a non rispettare la legge, i regolamenti comunali ? Possibile che il
fenomeno ambulanti abusivi che danneggia produttori agricoli e commercianti non sia affrontato dalla Guardia di Finanza e dagli organi di controllo in tema di sanità ? Possibile che da sei, sette anni continuino ad imperversare dalla costa alla periferia ambulanti sprovvisti di ogni autorizzazione, proprio di prodotti sensibili per la salute pubblica? Possibile che la prefettura a cui ci risulta qualche sindaco ha chiesto aiuto, risponda che “Ci sono altre priorità” e “mancano gli uomini“? Possibile che i comandi delle forze dell’ordine, chi ha responsabilità diretta non si sia mai imbattuto in questa realtà di palese e sfacciata illegalità. Non possono far testo i rari sequestri e denunce anche in materia penale, in particolare ad opera dei vigili urbani e più raramente dei carabinieri . C’è l’evasione fiscale a catena, chi vende e compra (pare sui mercati generali di Milano e Torino) e rivende, non rappresenta forse un malaffare fiscale ? Non c’è dubbio, il primo ad intervenire dovrebbe essere il prefetto, primo rappresentante dello stato di diritto. A seguire il questore, il comando della Guardia di Finanza, dell’Arma. Cosa possono pensare i cittadini quando vedono con i propri occhi, sono testimoni di una pattuglia che deve voltarsi dall’altra parte quando incrocia un camioncino di ambulanti campani.
Possibile che i signori leghisti della Riviera, dell’entroterra, i responsabili delle categorie agricole, dei commercianti non facciano sentire la loro voce e se inascoltati non diano fiato ai media come fanno per tantissime altre denunce pubbliche o polemiche ? O se l’hanno fatto non è il caso di rivolgersi ai parlamentari di riferimento ? Siamo di fronte allo scandalo di un’organizzazione ben strutturata e ramificata che da anni si è insediata in Riviera. Godono di protezioni ? Non viene considerato un fenomeno da allarme sociale e dove ognuno scarica su altri il compito di intervenire ? Possiamo parlare di omertà diffusa, di paura, indifferenza, rassegnazione, sfiducia. Quale esempio lo Stato della legalità (scritta sulla nostra Costituzione) offre ai giovani che fanno cortei, raduni, incontri per la legalità, oppure con Libera contro le mafie ? Perchè l’on. avv. Franco Vazio, parlamentare ingauno da due legislature, non ha mai fatto sentire la sua pur autorevole e qualificante voce, se il caso con interpellanze ai ministri competenti? Perchè i signori sottosegretari di stato, deputati e senatori, che sono stati eletti anche in questa provincia, appartengono soprattutto alla Lega di Salvini e ai M5S non hanno nulla da dire, o meglio non fanno sapere ai cittadini che non bisogna tollerare, nè chiudere gli occhi o girarsi dall’altra parte. Lo Stato c’è ed è presente ripete alla noia il ministro Salvini. Il duro, inflessibile con ogni forma di malaffare ? C’è lo zampino della camorra sulla Riviera savonese ? Ci sono altri intrecci che ignoriamo, ma di cui non è un paradosso dubitare ? L’illegalità di chi vende sfacciatamente ed abusivamente non è da perseguire con priorità ? E per favore, non si faccia credere che pochi sequestri e poche denunce rappresentino un impegno serio delle istituzioni. O a rischiare deve essere solo l’incolumità di una voce isolata, solitaria che non significa coraggio, ma il dovere di informare e denunciare con l’arma dell’informazione.
La gente ha paura, ne siamo testimoni, non si vogliono esporre, preferiscono subire. Neppure noi ci sentiamo sicuri, né protetti e forse a qualcuno sta bene così. Bisogna tacere e subire ? Accontentarsi di leggere continue e brillanti operazioni di polizia e carabinieri, vigili urbani ? I comunicati stampa ed il dovere del giornalista finisce qui ? Bisogna rassegnarsi alla legalità alterna ?
Dove invece la Guardia di Finanza è intervenuta, sempre a Ceriale, risulta posto sotto sequestro penale (ignoriamo quale siano i reati contestati) un deposito di materiale vario, sull’Aurelia di ponente. Un’attività non lontano dai supermercati. Vedremo gli sviluppi e forse scrivere qualcosa di più.
Non è stato chiuso d’autorità invece il ristorante pizzeria Il Ciciarampa, gestito da una giovane coppia di Ceriale (il papà aveva un locale di ristorazione in centro città). Hanno cercato di resistere per 3- 4 anni. La posizione è tale, di forte passaggio, con possibilità di parcheggio lungo l’Aurelia, sia lato monte, sia lato mare, che se il locale lavora attira altri clienti, se invece si vede ‘deserto’ si fa pubblicità negativa. I proprietari dei muri sono due fratelli – la famiglia originaria di Peagna – e quando il locale era stato aperto e affittato dai genitori, per parecchi anni ha avuto successo. Poi il declino e la necessità di far fronte all’affitto, alle spese, alle tasse. Dopo un periodo di chiusura di qualche anno, lavori di rinnovamento ed adeguamento, la riapertura sembrava sotto i buoni auspici. Invece niente da fare. Crisi nera per assenza di clienti e bisogna farsene una ragione. I penultimi gestori – pure giovane coppia -erano molti intraprendenti, ma pare che ci fossero ‘giri strani’, sta di fatto che un bel giorno hanno lasciato armi e bagagli, trasferendosi a Imperia dove hanno rilevato un’analoga attività. La ‘fuga’ aveva fatto notizia dopo che trucioli.it aveva scoperto che erano stato pure abbandonato un cane lupo ed occorreva non lasciarlo morire di fame. Intervennero in forze vigili, carabinieri, veterinario dell’Asl 2, guardie dell’Enpa, una mobilitazione che non poteva passare inosservata proprio sulla trafficatissima Aurelia.