“Insieme per cambiare” è un movimento spontaneo, nato il primo Dicembre 2012. È costituito da associazioni, comitati e cittadini. È aperto a tutti. Il nome che abbiamo scelto sintetizza il nostro programma:mettere in comune i saperi, le energie e le competenze per cambiare la realtà, senza delegare più a nessuno le scelte per il nostro futuro.
All’interno di “Insieme per cambiare” si sono costituiti alcuni gruppi di lavoro. Il nostro gruppo si occupa di “agricoltura e ambiente” e tra i propri componenti vi sono sia coltivatori, appartenenti ai principali sindacati di categoria, sia cittadini comuni.
Nell’anno in corso scadrà il vincolo ferroviario legato al progetto di spostamento a monte della ferrovia nella tratta Finale-Andora. Riteniamo che sia arrivato il momento di opporci in modo definitivo ad un’opera che, dal nostro punto di vista, non porta alla collettività altro che svantaggi.
Nel 1992 le Ferrovie dello Stato avevano previsto un progetto di raddoppio ferroviario in sede. La Liguria aveva un grosso bisogno di potenziamento della sua rete . Una ferrovia, più veloce ed efficiente avrebbe portato grossi benefici al territorio . Avrebbe giovato ai pendolari e al turismo, a cui avrebbe offerto più servizi
Accogliere il progetto del 1992 delle Ferrovie sarebbe stata la strada più sensata da intraprendere. La realizzazione di quel progetto avrebbe avuto costi limitati e, dal punto di vista ambientale, non avrebbe avuto un grosso impatto; avrebbe mantenuto le stazioni ferroviarie nei centri urbani, sarebbe stata compatibile con il principio di miglior servizio, avrebbe consentito il recupero dei 10 Km di doppio binario esistente, non avrebbe sottratto suolo all’agricoltura.
Le scelte politiche purtroppo hanno imboccato un’altra direzione.
E’ stato scelto lo spostamento a monte della ferrovia.
I costi sono lievitati. Le stazioni che non saranno eliminate verranno spostate lontano dai centri cittadini, scontentando i pendolari e i turisti. Il trasporto su strada delle merci produce un forte inquinamento dell’aria, rende pericolose e sovraffollate le nostre strade Il tanto sbandierato spostamento su rotaia del traffico merci non avverrà. Sono stati aboliti gli scali merci. Gli interessi degli agricoltori non sono stati tutelati.
Secondo uno studio promosso dalla Comunità Montana Ingauna, il terreno nell’Albenganese interessato dal tracciato è stato stimato in circa 270.000 mq. Calcolando che l’azienda media è di circa 7.000 m, i posti di lavoro persi sarebbero un centinaio, solo nel settore primario, senza menzionare l’abbattimento di numerose abitazioni.
La perdita di una così grande area produttiva, potrebbe mettere a rischio la futura commercializzazione dei prodotti della Piana d’Albenga. La nostra attuale posizione sul mercato europeo delle erbe aromatiche è rimasta salda negli anni, nonostante la concorrenza, perché finora siamo stati in grado di garantire il quantitativo di prodotto sufficiente a soddisfare la richiesta. Nel momento in cui la nostra produzione si dovesse ridurre, in pochissimo tempo i nostri compratori potrebbero cercare nuove produzioni e offerte altrove.
Al fine di ridurre la perdita di terreno agricolo conseguente allo spostamento a monte della ferrovia, la Comunità Montana Ingauna ha fatto eseguire uno studio, che ha individuato una possibile soluzione. Il materiale di risulta estratto dalle gallerie, collocato in aree idonee, avrebbe permesso il recupero di nuovi terreni per i coltivatori espropriati per la costruzione della ferrovia.
Successivamente con la delibera della Regione Liguria 769 del 2012, anche questo progetto è stato accantonato. Il materiale proveniente dall’escavazione delle gallerie, per un totale di 3 milione di mc verrà invece utilizzato per la realizzazione di una gigantesca piattaforma logistica destinata alla lavorazione e alla spedizione dei prodotti agricoli.
Attualmente non si avverte la necessità di una piattaforma di questo tipo: si verrebbe a creare un inutile doppione.
Sarebbe stato certamente più utile per l’agricoltura, l’assegnazione dei terreni prevista inizialmente, ad uso degli espropriati e dei giovani.
Dal punto di vista della sicurezza, il tracciato attuale fa sorgere parecchi dubbi. Piuttosto che una ferrovia ricorda delle montagne russe:
Finale 7 metri sul livello del mare;
Albenga 30,50 metri sul livello del mare;
Alassio 2 metri sotto il livello del mare;
Andora 15,50 metri sul livello del mare.
Se pensiamo che, relativamente ai dislivelli tra una stazione e l’altra, la rete ferroviaria in uso è praticamente in piano, nonostante sia stata progettata nell’800, il confronto non regge!
L’attuale progetto inoltre non rispetta l’accordo di programma tra Regione e Comuni del 6 Gennaio 1998, che prevedeva il tracciato ferroviario all’interno della fascia di rispetto autostradale ( 30 m secondo il codice della strada nelle aree urbane).
Il rispetto di tale accordo avrebbe evitato l’abbattimento di svariate abitazioni e la sottrazione di terreni all’agricoltura.
La commissione di lavoro del gruppo “agricoltura e ambiente” chiede a tutti gli enti interessati di:
- Rivedere l’attuale progetto;
- Ripensare all’utilizzo ad uso agricolo del materiale di risulta;
- Di non rinnovare il vincolo ferroviario ( vista la disastrosa situazione in cui versa la tratta Andora-San Lorenzo.
“Insieme per cambiare” gruppo di lavoro “agricoltura e ambiente“.
Portavoce – Felicita