Il Consiglio Nazionale dei Geologi ha ritenuto opportuno presentare all’attenzione della nuova classe politica che salirà al potere un “Manifesto” (vedi…) che personalmente ritengo valido e che condivido. In esso riscopro carenze, insufficienze procedurali che anche a Noli hanno causato guai seri, facilmente riscontrabili in Via IV Novembre e su tutta la base martoriata della collina di San Michele, quindi da rimediare, possibilmente in tutta fretta per il bene comune.
Mi riferisco in particolare al punto 3: “L’eccessiva frammentazione delle competenze, attualmente imbrigliata in una infinità di enti, che peraltro si ostacolano fra di loro, è fonte di incertezze tra chi deve intervenire e fin dove intervenire, creando continui alibi e continui rinvii, inacettabili per un Paese progredito come il nostro. Tali sovrapposizioni devono essere riviste, anche attraverso l’accorpamento di alcuni enti.” Ecco dove e come ciò che ho sempre scritto: “tante firme, nessun colpevole” trova riscontro nella penosa vicenda di Via Belvedere.
Per quanto riguarda il punto 7: “Devono essere contrastate pesantemente le azioni di enti locali, operatori economici, singoli cittadini che non rispettano le condizioni di pericolosità geologica definite negli strumenti urbanistici.…” . E’ tutta documentata l’iniziale richiesta d’attenzione da porre alla collina da parte degli enti proposti. Vogliamo cominciare dal Piano Regionale che individuava una prima parte idonea, con tutte le precauzioni del caso, a possibili interventi ( garages di Via Belvedere e primo lotto di Liguria17), maldestramente portati avanti, approvati, pur in carenza di necessaria documentazione prevista per legge ( come denunciato da perizie asseverate ).?
Vogliamo proseguire ad analizzare come ed in quale contesto veniva cancellata la pericolosità della cava da parte della Provincia, approvata dalla Regione, il tutto su richiesta del Comune per costruire il secondo lotto di Liguria17? Una variante passata a maggioranza dal C.T.U. provinciale, con i pareri contrari inspiegabilmente non tenuti in considerazione; ma su questo avevo già scritto a suo tempo.
Viene comunque da chiedersi com’è possibile e con quale criterio urbanistico una Amministrazione Comunale, maggioranza e minoranza, accetti una richiesta di variante da parte di un’immobiliare per fare costruire alloggi ai piedi di una collina precedentemente classificata pericolosa con divieto di edificazione, sottraendo, tra l’altro, indici edificatori sul territorio comunale. Non era molto più logico, utile, qualificante, a questo punto, costruire realizzare posti macchina in autosilo modificando uno dei tanti accordi di programma? Forse che i lavori di consolidamento effettuati , con l’impegno per gli aventi diritto (chi compra un alloggio, compra anche i millesimi della collina…) di adempiere all’obbligo (con relativi costi…) di monitoraggio annuale e in caso di forti piogge, sulla tenuta della collina sovrastante e riqualificata, possano rendere sicura una scelta urbanistica così licenziata? Infatti, proprio per assicurare la sicurezza, sinonimo di evacuazione, è reso obbligatorio il controllo attraverso il monitoraggio. E’ sotto gli occhi di tutti il risultato delle operazioni spregiudicate in Via Belvedere e Liguria17 “non contrastate pesantemente” a cominciare dall’ente pubblico.
Il punto 11 : “Chiediamo,inoltre, che sia rafforzata la presenza delle materie geologiche nei programmi delle scuole superiori per una maggiore diffusione della cultura geologica…” è, a mio avviso, l’inizio indispensabile per arrivare ad essere un PAESE che programma lo stare comodi e sicuri nelle proprie case, sul proprio territorio, come azione prioritaria.
In ultimo, per quanto riguarda il punto 12:“Infine, chiediamo di porre l’attenzione alle professionalità presenti nella pubblica amministrazione ai vari livelli dove la geologia è davvero scarsamente rappresentata. Non si tratta ovviamente di una mera richiesta di posti di lavoro ma nella consapevolezza che le grandi calamità naturali e la stessa evoluzione del nostro territorio non possono essere efficacemente e validamente affrontati senza conoscere i principi fondamentali della geologia.” Nel sottoscrivere anche questa ultima richiesta, modestamente, ma con orgoglio, mi piace ricordare la volontà espressa dall’Amministrazione Comunale da me presieduta nel voler incaricare anche un Geologo nella predisposizione del primo Piano Regolatore della Città. Era l’anno 1980 ed in quel tempo la presenza, la firma di tale professionista non era obbligatoria.
Fuori sacco: ogni volta che scatta l’allerta meteo, constatiamo l’intervento di una pala meccanica con relativo personale comunale sull’arenile per “togliere il tappo”, prodotto da materiale sabbioso proveniente da ripascimenti, agli scarichi a mare delle acque piovane di Corso Italia. Corretta, dovuta prevenzione, il tutto però ha un costo… che la comunità paga e pagherà per i tanti motivi che sappiamo … e che non devono essere dimenticati: inutili favori ai bagni marini. Ma per i nostri amministratori la “colpa” è sempre di qualcun’altro…, se non delle intemperie. Viene logico quindi dover addebitare ai vecchi amministratori nolesi doc il fatto per cui non hanno pensato in allora di alzare il sedime di Corso Italia quando hanno costruito le condotte sotto quello della nuova Aurelia. Quelle condotte che usavamo anche come nascondiglio nei semplici giochi da fanciulli, oggi si sono trasformate in una “spending review” da analizzare attentamente.
Ho notato che la bandiera italiana sul pennone del comune su Corso Italia è da molto tempo a mezz’asta. Dipenderà mica dal fatto che i responsabili, tutti gli abitanti del “palazzo”, camminano con lo sguardo rivolto verso il basso? O la città è costantemente in lutto (non)proclamato?
Carlo Gambetta