E’ la quindicesima opera – scultura che Mario Nebiolo, 60 anni, nato a Rivoli ma che ha sempre vissuto a Savona, realizza per una città. Le sue sculture, quasi tutte in ‘pietra di Verezzi’ o di Ormea, sono disseminate tra Liguria e Piemonte. Un hobby che lo impegna quando è libero dai turni al pronto soccorso del Santa Corona di Pietra Ligure. Dallo stress di un ospedale che le cronache descrivono sotto assedio di pazienti ed ambulanze in molti periodi dell’anno, al relax dello scalpello.
Un pomeriggio di emozioni, applausi, allegria, ricordi, quello vissuto il Primo Maggio nella pineta rimessa a nuovo nel levante del lungomare di Ceriale. L’iniziativa fortemente voluta dall’assessore Marinella Fasano che non è riuscita a trattenere l’emozione. La pioggia del mattino aveva costretto ad un rinvio al pomeriggio, e via cellulare il passaparola. Nonostante tutto poco meno di un centinaio di persone hanno assistito alla cerimonia. Assente il sindaco, Ennio Fazio, la fascia tricolore l’ha indossata la Fasano. “E’ stata per me un’attesa emozionante, anch’io sono nonna ed ho sposato con convinzione l’idea di realizzare un monumento ricordo riservato ‘ai nonni’, a tutti i nonni. Abbiamo scelto di posizionarla in questa pineta luogo ideale che da un senso di pace, di serenità. Un grazie a tutti i nonni che nella vita si prodigano e sono un sostegno in momenti difficili come questi. E’ il Primo Maggio ricorrenza di quel lavoro che manca e costringe tanti giovani a recarsi all’estero. Come amministrazione comunale ci siamo anche riproposti di dedicare il giorno del 2 ottobre di ogni anno alla Festa dei Nonni e Ceriale è la prima località della Liguria che può fregiarsi di un monumento. Una giorno in cui ci riproponiamo di ascoltare i loro racconti, riproporre l’affetto e l’amore verso di loro. Un grazie a realizzare questo sogno ricco di significato lo devo alla collaborazione fattiva dell’architetto Diego Rubagotti, TPO dell’ufficio tecnico comunale”.
Il dott. Mario Nebiolo ha ricordato come la scultura sia stata realizzata (due mesi di lavoro ndr) con la ‘Pietra di
Verezzi”. “Le cave sono ormai chiuse, ma hanno dato lavoro a tante persone e proprio attorno alle cave si è creata un’immigrazione da tutta Italia. Verezzi e dintorni diventate un’enclave di scavatori. Certo oggi lo scenario è quello di vecchie cave abbandonate, con il loro valore economico ed ecologico. Sono veri monumenti al lavoro che si è dipanato nel corso dei secoli. Sono ben visibili le varie fasi della lavorazione. Inizialmente era tutto lavoro a mano, cunei e scalpelli, si stoccavano i blocchi, le difficoltà e le fatiche per il trasporto. Poi si è arrivati all’utilizzo delle mine, del filo elicoidale che tagliava le pareti, l’uso del flessibile. Tutto ci fa ancora ricordare l’enorme mole di lavoro, i sudori, i calli, le fatiche dei cavatori. Questa pietra – ha proseguito Nebiolo – non si presta a realizzare opere perfette come è possibile fare con il marmo; qui sembra addirittura che sia stata addentata da uno squalo. L’opera rappresenta due nonni, con un uomo caratterizzato da grosse mani, da vecchio lavoratore che assume un atteggiamento quasi intimidito. Volevo far capire che i nonni vorrebbero rallentare la crescita del ragazzino, trattenerlo affinchè resti tra loro”.
Il Parroco don Antonio Cozzi ha parlato dei nonni e del loro insegnamento di vita: “Il Signore ci aiuti a conservare quei valori che la famiglia ci trasmette”. Il presidente del Circolo Civico 75, Francesco Lattanzio, ha pronunciato parole di elogio, ammirazione e ringraziamento per l’impegno dell’amministrazione comunale a favore degli anziani, ma anche per rendere più accogliente Ceriale, ad iniziare dagli interventi svolti sul lungomare e nella stessa pineta. “I nostri soci – ha detto – sono tutti nonni e questo monumento li rappresenta degnamente. Le mani dei nonni profumano di lavoro e dobbiamo loro grande riconoscenza. Vorrei qui rinnovare i complimenti all’amministrazione comunale, grazie”.