Una riflessione sulla Cultura. Il concitato dibattito attorno ai tagli di bilancio che hanno portato alla chiusura del Civico Museo Archeologico potrebbe veicolare messaggi impropri, facendo apparire la cultura come un lusso non più sostenibile ed il volontariato (scoperto da tutti solo oggi) come risorsa a costo zero per la gestione della cultura stessa.
È facile immaginare quanto possa essere doloroso per un’Amministrazione appena insediata dover attuare simili soluzioni, così com’è comprensibile che di fronte all’emergenza abbia reagito come ha potuto, cercando soluzioni possibili e rapide, come sono altrettanto comprensibili gli appelli e le prese di posizione accalorate, ponendo però in sottordine una riflessione più ampia sul Civico Museo, sulla Cultura, sulla presenza del volontariato e dei suoi possibili benefici.
Su questi temi la Società Savonese di Storia Patria intende proporre una riflessione in merito, prima che tutto torni nell’oblio mediatico a causa di qualche nuova emergenza, vera o fittizia, per riportare la questione nei suoi giusti termini, partendo proprio dal lavoro del volontariato nel settore della Cultura.
Infatti, la fondazione del Civico Museo è una scelta che viene da lontano a coronamento di un lavoro che ha trasformato la fortezza da un ammasso di ruderi e sterpaglie al rango di attrazione culturale e turistica per la Città; un percorso di cui l’Istituto Internazionale di Studi Liguri è stato protagonista proprio con il suo volontariato: l’Istituto, infatti, è una onlus di volontariato culturale di alto livello, riconosciuta come Istituzione di Rilevanza Regionale, formato da un mix di volontariato affiancato, nei Musei, da figure professionali per la gestione, come richiesto dalle leggi statali (questo personale ricadrebbe comunque nei costi di gestione, anche fatta con un indefinito volontariato, perdendo inoltre molte connessioni col mondo culturale nazionale).
Questo modello gestionale è stato utilizzato da anni dalle Amministrazioni di Savona, di Finale, di Albenga, di Diano Marina e di Ventimiglia, per restare ai più importanti, dimostrandosi di gran lunga il più vantaggioso, ben sapendo che l’attività di un Museo non si riduce all’apertura dei suoi locali; il Museo Civico Archeologico di Savona è oggi il fulcro di un’attività che spazia dalla divulgazione, alla didattica sino alla promozione della ricerca archeologica: una “produzione culturale” che non è quantificabile economicamente, ma un sicuro valore aggiunto all’offerta culturale cittadina.
In altri campi della cultura cittadina il volontariato opera da lungo tempo: la Società Savonese di Storia Patria ne è l’esempio più longevo (dal 1885) vivendo prevalentementedelle quote associative dei suoi Soci e dell’impegno appassionato e costante dei suoi volontari, che gestiscono un patrimonio librario di oltre 50.000 volumi, messi a disposizione della Città con tre aperture settimanali della Biblioteca, offrendo ai cittadini un servizio totalmente gratuito e finalizzato all’arricchimento culturale senza aver mai chiesto nulla.
Precisazione che riteniamo doverosa, in un momento in cui il tutto potrebbe finire nel calderone delle responsabilità e dei costi eventualmente attribuibili ad una indefinita e generica “Cultura”; forti di questa esperienza nel campo ci permettiamo anche di suggerire alcuni passaggi che pensiamo utili a superare questa emergenza: Sarebbe opportuno ripensare le soluzioni ora adottate per il Priamàr, che sono penalizzanti per la cultura cittadina e per l’offerta turistica della Città. Potrebbe servire un modico biglietto d’ingresso alla fortezza, attuato con meccanismi idonei a non penalizzare le attività economiche già esistenti, anzi: cercando di incentivarle. Sicuramente utile sarebbe poi una “Carta della cultura cittadina” che unisca tutta la proposta culturale in un pacchetto da offrire al turista come biglietto da visita della Città. Occorrerebbe poi un utilizzo della risorsa mediatica attraverso un sito Internet dedicato agli aspetti turistici ed artistici cittadini, che proporrebbe l’immagine di Savona in un contesto mondiale.
Si potrebbe valorizzare il centro storico con l’offerta di una serie di percorsi guidati nella parte storica della Città, con visite organizzate, per metterne in luce i pregi, che abbia il Priamàr come parte terminale. Servirebbe infine una piccola tassa di scopo ai turisti che visitano Savona, idea di altri ma condivisibile, che porterebbe subito le risorse necessarie alla vita culturale cittadina.
Comprendiamo che un dibattito sulla Cultura possa apparire avulso dalla realtà a molti cittadini che oggi si trovano in difficoltà, ma crediamo che serva: sono i loro figli ad essere maggiormente penalizzati dai tagli alla cultura, restringendo loro l’offerta di strumenti formativi (in tale senso ricordiamo con piacere ed orgoglio i tanti giovani laureandi, savonesi e non, che sono passati nella nostra Biblioteca per approfondire i loro studi) sono inoltre le loro possibilità di lavoro in una Città che si sta riconvertendo da realtà industriale a realtà a vocazione turistica (scelta che, al momento, parrebbe comunque senza alternative) ad essere ridotte. Naturalmente questa riflessione non inciderà molto sul momento drammatico vissuto dalle strutture cittadine, ma la Città ha bisogno di tutti noi e di azioni concrete; perciò la nostra Società ha deciso di attuare una donazione delle proprie pubblicazioni sociali – specializzate in storia della nostra Provincia – alle Biblioteche degli Istituti Scolastici savonesi e del territorio, quale atto di partecipazione alle difficoltà del momento.
Un piccolo gesto, teso però ad affermare il valore della Cultura come nostro patrimonio identitario fondamentale da preservare e difendere, cosa che il nostro volontariato – spesso rappresentato da figure di spicco nel panorama culturale cittadino – ha sempre fatto. Per questa difesa la nostra Società sarà aperta a qualsiasi approfondimento con le Istituzioni e con le forze politiche cittadine preposte a portarci fuori da questa situazione, dialogando con tutti, rispettando ognuno il proprio ruolo con chiarezza, nell’interesse superiore di Savona e dei suoi cittadini.
Il Presidente della Società Savonese di Storia Patria, Carmelo Prestipino
NOTA DI REDAZIONE: Come non condividere il grido di dolore e l’appello del presidente dell’Istituto di Storia Patria non solo a difesa del Civico Museo Archeologico ma dell’intero mondo della Cultura savonese. Nei primi cento giorno alla guida della Città, la giunta guidata da Ilaria Caprioglio si è trovata alle prese con una pesante eredità lasciata dai suoi predecessori: errori, sottovalutazioni, azzardi, impreparazione e colpevoli silenzi hanno accumulato un deficit senza precedenti. Ma questa situazione non può e non deve essere un alibi infinito per penalizzare con tagli o gabelle settori importanti, per non dire vitali come l’assistenza, a cultura, le mense scolastiche, il volontariato e lo sport. Forse i savonesi in questi 100 giorni si sarebbero aspettati qualcosa di più e di meglio e almeno segnali significativi di strategie e progetti credibili per il recupero d’immagine, il rilancio della città. Fin qui hanno solo assistito a ragionieristiche sottolineature con la matita blu dei bilanci della giunta Berruti e a drastici tagli ad attività e servizi. Con grande discrezione e buon senso il presidente Prestipino ha sottolineato criticità e lanciato proposte. Un invito al dialogo che il sindaco Caprioglio, donna sensibile e attenta agli umori dei suoi concittadini, non dovrebbe lasciare cadere nel dimenticatoio.