Erano gli ultimi anni del boom economico, ed anche a Boissano erano arrivati un po’ di soldi con lo sviluppo edilizio: farsi la “villa” a Boissano per i foresti voleva dire manifestare il raggiunto benessere e per i Boissanesi

Con i soldi dei primi terreni venduti, valeva dire “farsi il bagno in casa” ed abbandonare il “servizio igienico” nell’orto.
Agli inizi degli anni Settanta del secolo scorso, Boissano era passato dai circa 250 abitanti del dopoguerra a oltre i 500 abitanti: era sorto il Villaggio Losano abitato dagli Olandesi, c’erano vari negozi, ristoranti, botteghe artigiane, sale da ballo ed anche un Night Club (Osbruma poi sede di loggia massonica di Piazza del Gesù ndt) con attraenti ballerine.
Anni di grandi speranze, di relativo benessere. Tutti erano certi di un futuro migliore…
È in questo contesto che il paese si risveglia da un clima di sopravvivenza in cui l’aveva cacciato la terribile ultima Guerra Mondiale: nuovi Boissanesi nel frattempo si erano uniti ai vecchi Boissanesi ed era sorta l’idea di creare una PRO LOCO.

Fatto sta che dopo vari incontri preparativi con “giovanotti” volenterosi si va dal notaio Matteo Lavagna di Loano e si redige l’atto costitutivo della Pro Loco di Boissano; lo sottoscrivono i signori: Roberto Airaldi, Marco Luciano Alessi, Gianni Gandolfo, Piero Gandolfo, Benito Maggiorano, Vittorio Maggiorano, Emanuele Molle, Sandra Molle, Antonio Oberti, Giorgio Pastorelli, Arturo Perrone, Giampiero Sciri.
Dal notaio c’era anche il prematuramente compianto Mauro Sciri che non ha potuto sottoscrivere l’atto costitutivo perché minorenne; ha rimediato all’intoppo burocratico Vittorio Maggiorano chiamando a firmare l’atto il fratello Benito che gestiva un ristorante proprio affacciato sulla Piazzetta Vittorio Veneto dove si trovava anche lo studio notarile.
La Pro Loco ha iniziato la sua attività con l’organizzare delle Sagre Paesane, ma l’obiettivo vero era raccogliere soldi per indire anche attività culturali specialmente nell’ambito del teatro popolare e dialettale. È sorta così l’idea del premio Anfora Olearia, ossia un premio da assegnare annualmente ad un personaggio (o ad una compagnia) teatrale-televisivo, popolare-dialettale che si fosse fatto notare in ambito regionale e nazionale. Il premio era costituito da un’Anfora Olearia, in ricordo di Boissano produttore di olio di oliva, modellata dal laboratorio ceramico Giuseppe Mazzotti di Albissola Marina.
Il Premiò Anfora Olearia è stato assegnato per la prima volta nel 1977 a ”La gatta cenerentola” della Nuova Compagnia di Canto popolare e a “L’Ommo Raozo” del Teatro Popolare di Genova.
Sono venuti a Boissano a dare un saggio della loro bravura, sul palcoscenico appositamente allestito sulla Piazza Gilberto Govi, personaggi famosissimi: Lina Volonghi, Ernesto Calindri, Piero Angela, Ferruccio Soleri, Gipo Farassino, I Legnanesi, un giovanissimo Fabio Fazio ed tanti altri.
Invecchiati gli ideatori del premio, la tradizione dell’Anfora Olearia si è persa: si decide di trasformare il premio da annuale a biennale… ma è la fine, rimane il ricordo “dei bei tempi andati”, le sagre paesane e … altro.
Le grandi speranze di quegli anni sono svanite, gli artigiani sono spariti, le botteghe hanno chiuso i battenti, non ci sono più night club e sale da ballo, il paese sembra sempre più un sonnacchioso dormitorio. Resta la forza delle parole che il Sindaco Francesco Cenere (nella foto con il primo Presidente Gianpiero Sciri) scrisse in occasione del Capodanno 1982, anno in cui il premio venne assegnato al Teatro di Eduardo De Filippo: ” La Pro Loco è viva, organizzata, funzionale e presente agli appuntamenti più importanti della vita del paese.” FORZA RAGAZZI !
G.G.S. per Beallu Buinzan
COMMENTI SOCIAL – Davide Opizzo: Mi sarebbe piaciuto una menzione per mio papà…che tutti conoscevano e che tanto ha fatto per Boissano e soprattutto per la Pro Loco e per la rassegna Anfora Olearia.
Lorenzo Ossum– La Pro Loco, cosi come voluto dai suoi fondatori, è sicuramente un contenitore di valori e tradizioni che travalica i confini del tempo, che sicuramente valorizza il territorio attraverso le proprie iniziative favorendo, tra l’altro, anche momenti di aggregazione sociale e promozione della cultura; dovrebbe essere supportata ed incentivata a svolgere l’attività che le è propria, svolta da Persone che dedicano, con impegno encomiabile, volontariamente e gratuitamente parte del loro tempo alla buona riuscita delle varie iniziative. Pare invece che l’intendimento delle Amministrazioni si discosti da questa visione , come si può desumere dallo schema di schema di Convenzione proposto e di cui al link sottostante.