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Liguria e Basso Piemonte

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Referendum 2025: anatomia di un flop Provincia, divisa in tre parti. Voglia di quorum nel comprensorio Savonese, Valbormida e Levante. Loano, Albenga e Alassio maglie nere


E’ stato dominante il tema della partecipazione al voto nei referendum sul lavoro e la cittadinanza tenutosi l’8-9 giugno: tanto è vero che il mancato quorum del 50% più uno dei votanti nei ha invalidato l’esito.

di Franco Astengo

Siamo così tornati sul tema per analizzare la partecipazione nella Provincia e nel Comune di Savona cercando di approfondire i dati dal punto di vista territoriale.

PROVINCIA DI SAVONA- Gli elettori iscritti nella provincia di Savona erano 213.817. Alle urne se ne sono recati 70.587 pari al 33,01% (un media leggermente superiore a quella nazionale del 30,58%) ma con profonde difformità tra zona e zona. La zona del savonese composta dai comuni delle due Albisole, Bergeggi, Quiliano, Vado Ligure e Savona risulta quella maggiormente frequentata dai votanti con il 40,62%. Erano iscritti 71.072 elettrici ed elettori e i votanti sono stati 28.874.

La nostra provincia si è dimostrata (come del resto nelle occasioni elettorali sia politiche sia regionali) profondamente divisa: le altre due zone con maggiore affluenza sono state, infatti, la Valbormida (Altare, Bardineto, Bormida, Cairo M., Calizzano, Carcare, Cengio, Cosseria, Dego, Giusvalla, Mallare, Massimino, Millesimo, Murialdo, Osiglia, Pallare, Piana Crixia, Plodio, Roccavignale) dove erano iscritti 29.145 elettrici ed elettori e i votanti sono stati 9.737 pari al 33,40% e il Levante (Celle, Mioglia, Pontinvrea, Sassello, Stella, Urbe, Varazze) con 20.151 aventi diritto e 7.104 votanti pari al 35,25%.

Si potrebbe definire intermedia la zona del Finalese (Borgio Verezzi, Calice, Finale, Giustenice, Magliolo, Noli, Orco Feglino, Rialto, Spotorno, Tovo SG, Vezzi Portio) con 22.719 aventi diritto e 7350 votanti per il 32,35%.

Brusco abbassamento nella partecipazione nel Loanese (Balestrino, Boissano, Borghetto SS, Loano, Pietra Ligure, Toirano): 23952 aventi diritto con 6.497 votanti pari al 27,12% mentre il livello più ridotto nella partecipazioneè risultato quello della zona Albenga – Alassio ( Albenga, Alassio, Andora, Arnasco, Casanova lerone, Castelbianco, Castelvecchio RB, Ceriale, Cisano, Erli, Garlenda, Laigueglia, Nasino, Onzo, Ortovero, Stellanello, Testico, Villanova d’Albenga, Vendone, Zuccarello) con 44.748 iscritte e iscritti e 11.604 votanti pari al 25,93%.

Si confermano quindi le divisioni, quasi vere e proprie “camere stagne”, nelle preferenze politiche tra l’area centrale della provincia e il ponente: separazioni che derivano ovviamente anche da elementi di carattere economico – sociale di grande rilievo accentuatisi nel corso del tempo, indipendentemente anche dall’esito di consultazioni locali che, come nel caso più recente di Albenga possono fornire esiti diversi che non coincidono però con spostamenti radicati sui temi di carattere politico generale (così come non incidono exploit personalistici nella raccolta di preferenze che non trovano poi corrispondenza in occasioni come quella referendaria o di elezioni politiche generali). L’andamento referendario in provincia di Savona conferma anche l’indirizzo fortemente “politico” assunto dalla consultazione al di là del carattere “tecnico” che si voleva far assumere soprattuto al riguardo dei quesiti riguardanti il tema del lavoro.

COMUNE DI SAVONA- Nel comune di Savona la partecipazione al voto nel referendum dell’8-9 giugno è stata molto superiore alla media nazionale con il 39,69%: 18071 votanti su 45.534 iscritti. Risultato comunque anch’esso molto lontano dal quorum del 50 più uno degli aventi diritto.

Osservando il voto nei quartieri (seguendo la geografia che è stata disegnata per l’elezione dei direttivi dei comitati degli stessi quartieri che avrà luogo il 28 e 29 giugno prossimi) si nota come siano 2 i quartieri dove la partecipazione dei votanti è stata superiore al 40%: Fornaci – Zinola (sezioni 44-45-46-47-56-57-58) com 1.900 votanti su 4.579 iscritti pari al 41,49% e Villetta – Valloria (sezioni 11-12-13-14-15-16) con 1.731 votanti su 4.197 iscritti pari al 41,24%.

La partecipazione al voto in Città è apparsa percentualmente molto compatta, attorno al 39%: così è stato nel quartiere del Centro (sezioni dalla 1 alla 10 più la sezione 17) con 3.750 votanti su 9.528 iscritti (39,35%) Villapiana (sezioni dalla 18 alla 27) con 3.076 votanti su 7.712 iscritti (39,88%), Lavagnola e Santuario (sezioni dalla 28 alla 33) con 1.686 votanti e 4.316 iscritti (39,06%). A un dipresso dal 39,00% con il 38,88% il quartiere di Oltreletimbro – Santa Rita 4.151 votanti su 10.674 iscritti. Al di sotto del 38% il quartiere di Legino – 167 con la percentuale del 37,85% pari a 1.718 votanti su 4.538 iscritti.

Savona si conferma quindi una città che assegna ancora, in settori rilevanti della sua mediamente anziana popolazione, valore al voto e alla partecipazione politica.

Come dato di pura curiosità privo di alcun valore statistico si può ricordare come nell’ultima consultazione elettorale svolta nell’ottobre 2024 per le elezioni regionali i votanti furono il 46,72%, nel numero di 23.173, di conseguenza il 77,98% di questi si è recato alle urne nel referendum travalicando di molto i confini tra centro destra e centro sinistra, senza però riuscire a sfondare (come del resto a livello nazionale) il muro ormai consolidato dell’astensionismo.

Franco Astengo

2/EX CONSIGLIERE COMUNALE,  PROVINCIALE, COORDINATORE E MILITANTE DI FORZA ITALIA

COMUNICATO STAMPA DI ERALDO CIANGHEROTTI

Titolo: La sinistra canta Bella ciao, gli italiani rispondono: “con le mani ciao ciao, con i piedi ciao ciao”. Sottotitolo: Flop clamoroso: nemmeno i loro iscritti li seguono più. Prossimo referendum? Per sciogliere la CGIL.

Albenga (9.6.25). La CGIL, la Schlein e l’immancabile Conte hanno inscenato l’ennesima farsa ideologica: referendum inutile, pugni chiusi e Bella ciao a palla, come se fossimo a una sagra dell’URSS. Gli italiani li hanno liquidati con eleganza: con le mani ciao ciao, con i piedi ciao ciao. Doppio addio e arrivederci mai. Affluenza al 29%: non li ha seguiti nemmeno il custode della sede di partito. La sinistra è ridotta a un circolo nostalgico che si parla addosso. Slogan vecchi, idee zero, realtà ignorata.

Il vero scandalo? Quasi 400 milioni di euro gettati nel WC per questa messinscena. Con quei soldi avremmo potuto costruire scuole nuove, ospedali veri, infrastrutture utili. Invece ci hanno rifilato un referendum da salotto, buono solo per far cantare quattro reduci in cerca d’applausi. Ringrazio di cuore chi in questi giorni mi ha scritto, chiamato o fermato per chiedermi: “Ma vale davvero la pena andare a votare?”. La risposta l’hanno data gli italiani: l’astensione è stata la più potente delle schede. E se proprio dobbiamo votare, facciamolo per sciogliere la CGIL: un fossile sindacale, anacronistico e autoreferenziale, buono solo per i documentari sulla Prima Repubblica.

Dr. Eraldo Ciangherotti, Forza Italia

 

 

 


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F.Astengo

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