Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Spazzatura a Savona, forse c’è ancora speranza. L’esempio di Sanremo


Quest’ anno ho ricevuto per posta elettronica il bollettino TARI da pagare in un’unica soluzione, senza possibilità di rateizzazione. In più dovrò pagare la commissione bancaria, altra spesa da aggiungere alla tassa già più cara.

   di Gianfranco Barcella

DAL SITO INTERNET- Dal 01/08/2023 Sea-S si occupa della gestione dei servizi di raccolta dei rifiuti e pulizia urbana del territorio della Città di Savona, sostituendo il precedente gestore ATA spa. Compito di Sea-S è di progettare ed attuare i nuovi servizi di tipo porta a porta per tutte le utenze della città; nel periodo di transizione Sea-S dovrà continuare a gestire tutti i servizi con le modalità già attuate dal gestore precedente, per il tempo strettamente necessario all’attivazione dei nuovi servizi domiciliari e dei servizi integrati di spazzamento.

Gli F24 sono destinati a sparire; così almeno hanno riferito agli sportelli del Comune. Balzelli su balzelli oltre la discriminazione fra chi sarà servito dai cassonetti nel centro e chi, nella periferia, si dovrà sorbire i mastelli con problemi, logistici, di igiene ecc. Ma non c’è bisogno di andare troppo lontano per trovare un Comune in Liguria che dal porta a porta spinto è passato ai cassonetti intelligenti in maggior parte della città.

A Sanremo, 53 045 abitanti, infatti, il passaggio al cambio del sistema di raccolta è partito dallo scorso febbraio con l’obiettivo di arrivare al 2026, a coprire grazie alle isole ecologiche, la maggior parte del territorio comunale. Sanremo è una città  come densità e come numero di abitanti molto simile a Savona (58 654) – spiega Fabio Orsi del gruppo consiliare Pensiero Libero.zero-. Come aspirerebbe ad essere Savona è una città importante ad alta vocazione turistica. Perché non impariamo da chi già ci è passato anziché citare a modello da imitare piccoli comuni con qualche migliaio di abitanti, meno di un quartiere di Savona?”. “La Giunta -ha proseguito Orsideve a nostro avviso  fermare l’avvio del servizio fino ad ottobre esaminare tutte le possibili migliorie  e modifiche al progetto e risolvere tutte le criticità che quotidianamente emergono ad a cui inevitabilmente si andrà incontro, basti pensare che le delibere assembleari non sono state portate tutte a compimento e tutto dovrebbe partire a giorni. E’ una situazione senza senso!”

Intanto la miccia accesa da Greta Marino sta divampando. All’inizio della contestata vicenda<raccolta rifiuti> la dinamica cittadina savonese ha lanciato una petizione per chiedere l’estensione dei cosiddetti <cassonetti intelligenti> a tutta la città  e non solo alle zone centrali, più fortunate. Il suo appello ha raccolto quasi 5000 firme  tra moduli on line e cartacei . Ma ora il fronte si sta allargando: “Abbiamo ricevuto centinaia di segnalazioni al Difensore Civico– ha affermato Greta Marino–  e con il nuovo comitato dei residenti delle case popolari di Arte siamo pronti a presentare ricorso al TAR”.

L’accusa è chiara: il sistema così com’è stato ideato crea una disparità  evidente tra centro e periferia: cassonetti intelligenti per i cittadini di <serie A> e mastelli porta a porta per quelli di <serie B>. A sostenere la battaglia legale ci sono anche l’UPPI (piccoli proprietari immobiliari) e Ferderconsumatoti che parlano apertamente di un sistema <penalizzante, inefficiente e logisticamente confuso>. Non mancano le proteste da parte delle categorie commerciali, che mettono in guardia soprattutto per le zone miste come la Darsena; c’è il rischio che i mastelli residenziali vengano lasciati proprio davanti ad i ristoranti ed ai bar, con gravi disagi per i gestori delle attività e della clientela.

Da parte di Sea-S, l’azienda che gestisce il nuovo sistema, parla di <attenzione caso per caso> e disponibilità ad intervenire, “Abbiamo già fatto modifiche per le utenze domestiche e siamo pronti ad intervenire ancora”, ha dichiarato per Sea-S Stefano Valle al Secolo XIX.” Ma intanto la spaccatura tra amministrazione e cittadini cresce. Ormai si ha la sensazione sempre più diffusa che il progetto di raccolta differenziata stia diventando l’emblema di una città governata a compartimenti stagni: virtuosa in centro e abbandonata altrove. Ma c’è di più: il Codacons, a seguito del malcontento di molti cittadini-utenti del servizio di raccolta rifiuti, in sinergia con altre associazioni di consumatori, ha ritenuto di rivolgersi al Difensore Civico del Comune di Savona, inviando una richiesta di parere e di valutazione sull’iniziativa portata avanti dall’amministrazione comunale e dalla società Sea-S relativamente al nuovo sistema di raccolta differenziata-spinta.

Si rileva che il sistema proposto, infatti, oltre a non essere stato discusso preventivamente con le associazioni di consumatori, come per esempio accaduto nella vicina Genova, sta suscitando profondo disagio da parte degli utenti. “Codacons sempre fedele ai suoi valori dei cittadini, vuole dare risalto a questo malcontento nella volontà di arrivare ad una soluzione che, pur mantenendo la necessità di una raccoltà differenziata – spinta, porti ad una soluzione che soddisfi tutti i soggetti, protagonisti di questa operazione”.

Intanto il sindaco Marco Russo ha affermato, al termine di un incontro, a tratti anche molto acceso, con i residenti di Villapiana, avvenuto di recente: “Il sistema porta a porta è definito dal piano industriale e lo dobbiamo rispettare, ma si possono fare piccoli adattamenti puntuali. Se avrei redatto un piano diverso? Domanda non tanto utile, forse in alcuni aspetti, io avrei affrontato in maniera diversa ma il passaggio del porta a porta è necessario”.

Al centro del confronto sono state le tante perplessità sul nuovo sistema e molte sono state le domande rivolte al Primo Cittadino. In molti gli hanno chiesto perché in centro vengono posizionati i cassonetti e nei quanrtieri, si utilizzi <il porta a porta spinto>. In molti hanno chiesto parità di trattamento. Il sindaco ha spiegato che assecondare questa vicenda non sia possibile.”Il nuovo servizio è vincolato a quanto previsto dal bando di gara e siamo obbligati ad attuarlo. Ora dobbiamo fare il porta a porta spinto, poi tra qualche anno miglioreranno le tecnologie e le esperienze e potremo cambiare. All’interno di quanto previsto dal piano industriale si possono fare adattamenti puntuali: chiedere i mastelli al posto dei bidoni condominiali o viceversa, oppure cambiare luogo di esposizione. Si potrà fare anche a servizio avviato”. Ed ancora ha soggiunto “ Voglio dire con molta chiarezza che è necessario procedere. Noi siamo vincolati a decisioni altrui . E’ necessario procedere in tal senso”. Il riferimento è stato alla giunta Caprioglio che approvò il piano. “Il piano poteva forse essere affrontato meglio in alcuni punti, ma è comunque un passaggio che Savona deve fare. Le città che sono tornate ai cassonetti lo hanno fatto dopo anni di porta a porta”. “Io ricordo che il servizio non è ancora partito -ha concluso Marco Russo- E’ giusto che emergano ora le preoccupazioni pur comprensibili perché si sta affrontando un cambio importante. E’ nostro dvere assumerci la responsabilità di gestire questioni spinose: una volta partiti, prenderemo l’abitudine”.

Mi è stato riferito che il sindaco Russo abbia detto: “Noi tireremo diritto”. Io non posso credere che una persona preparata, colta e di grande sensibilità democratica come Marco Russo abbia potuto fare un’affermazione di tal fatta, magari per porre fine ad una discussione sfibrante. E sono certo che tale asserzione mai sia uscita dalla bocca del sindaco di Savona. <Noi tireremo diritto>, nota come <Noi tireremo dritto> è una canzone fascista, scritta e musicata da E. A. Mario nel 1935, ed è nata come canzone di propaganda fascista contro le sanzioni economiche che la Lega delle Nazioni aveva inflitto all’Italia per la criminale invasione dell’Etiopia nel 1935.

Ancora una piccola nota per il primo cittadino. Si rassegni: i Savonesi, solo per questo non la puniranno! Da anni gli Italiani (sempre meno) continuano a votare anche se sono consapevoli che coloro che eleggono, agiscono in modo non coerente con le promesse fatte o con le loro aspettative. E sovente adottano politiche contrarie a quelle promesse, si lasciano coinvolgere in episodi corruttivi, abusano del loro potere o non agiscono in piena trasparenza, manipolando l’opinione pubblica.

Se si pensa poi che bisogna promuovere un referendum per tutelare il lavoro, su cui si fonda la nostra Repubblica perché ormai tarlato dalla precarietà e dallo sfruttamento …. Io ritengo un crimine contro la democrazia non esercitare il proprio diritto di voto. L’art.48 della Costituzione parla di voto come <dovere civico> e non considera l’astensione <come gesto neutro> o espressione di un diniego (anche se nella sostanza lo è, proprio nel caso del referendum). E’ l’ultima ratio per cercare di tutelare quei diritti che  rischiano di essere smantellati sempre più da una classe politica, dimentica della sovranità popolare. Si rischia di ritornare al concetto di sovranità concepito da Hobbes per il quale la stessa era vista come un potere assoluto ed indivisibile, detenuto da un singolo individuo o da un’assemblea, ma non dal popolo in senso diretto.

Gianfranco Barcella

 

 


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G.F. Barcella

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