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Savona. Roberto Centazzo ritorna in libreria: ‘L’inconveniente della morte’


Ancora una volta la Squadra Speciale :<Minestrina in brodo> si cimenta in un nuovo caso poliziesco e l’autore Roberto Centazzo, che ha raggiunto ormai una maturità espressiva di grande pregio, ha dato alle stampe il suo nuovo romanzo-giallo, dal titolo: “L’inconveniente della morte” che narra di intriganti ed ammalianti vicende, segnate da un omicidio.

di Gianfranco Barcella

L’autore riesce  a trovare l’equilibrio fra la suspance di una trama poliziesca e la levità della commedia in una galleria di personaggi irresistibili, in particolare dei tre anziani investigatori che non vogliono arrendersi al dispotismo del tempo e vogliono dimostrare, prima di tutto a loro stessi, che possono essere ancora utili al disvelamento della verità.

Occorre ricordare che Roberto Centazzo ha pubblicato per le Edzioni TEA i fortunati romanzi  della serie <Squadra speciale Minestrina in brodo>, usciti nella collana di Narrativa ma in realtà <gialli a pieno titolo> ottenendo comunque un successo tra i lettori, sempre crescente. Ad oggi, l’ultima sua produzione letteraria, è composta da sette <romanzi> e la serie Cala Marina, sempre edita da Tea. Nel 2018 escono la fiaba dal titolo: “Togliete i lupi dalle favole”, attualmente ripubblicata con Amazon ed illustrata da Valeria Circiolani e l’album musicale <Mendicante> del musicista Enrico Santacatterina, di cui il Nostro scrive tutti i testi. Insieme all’autore televisivo Felice Rossello, ha portato alla luce a quattro mani anche nove opere teatrali. Ricordiamo due titoli : “L’amore è un attico> e <L’importanza di essere felice> e precisiamo che tre di queste nove stanno girando l’Italia grazie alla compagnia teatrale San Fruttuoso. Sono ospitate in teatri prestigiosi di Milano, quale il teatro della Memoria, di Novara, di Genova quale il teatro Garage e teatro Instabile, di Savona quale il teatro Sacco.

Roberto Centazzo alla tenera età di sette anni decise che da grande avrebbe fatto lo scrittore. Laureato in Giurispridenza all’Università di Genova, ha insegnato per un paio d’anni, prima di arruolarsi in Polizia. La lunga esperienza come ispettore, prima alla Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Savona ed infine come Comandante del Posto Polfer della città della Torretta, fa di lui uno deli autori più preparati nel campo del noir. Da qualche anno si è ritirato a vivere in campagna dove cura l’orto ed ama definirsi < un coltivatore di storie> ed un allevatore di servizievoli galline che gli porgono l’uovo fresco sul davanzale della sua villetta unifamiliare.

Giuseppe Petronio nel suo saggio dal titolo: “Il punto su il romanzo poliziesco”, sostiene che anche in questo genere letterario:<come in ogni altro gioco si ha bisogno di giungere ad una risoluzione>

Come nella migliore tradizione della storia poliziesca, la vicenda, narrata ne : “L’Inconveniente della morte> si conclude nel momento in cui terminano le indagini sul crimine, condotte non solo dalla Polizia ma dai tre <investigatori per diletto> perché pensionati che adottano i sistemi tipici di indagini ma anche metodiche che si palesano <come sfida> alle Forze dell’Ordine, seguendo indizi più o meno nascosti e fuorvianti. Il metodo primcipe che goverma le azioni dei tre detective un po’ agé è  quello deduttivo. Definito in inglese whodunité? Cioè <chi l’ha fatto?> <Chi è stato?> il giallo deduttivo, chiamato giallo classico o ad enigma, rappresenta la tipologia più antica e tradizionale del genere giallo.

Sottolineamo ancora che il poliziesco è il genere,non solo letterario, che con il giallo più si è identificato nel corso degli anni; infatti negli altri sottogeneri o derivati del giallo (ad esempio il thriller o la spy story), il racconto delle indagini svolte non ha la stessa importanza fondamentale che ha nel poliziesco, dove invece quasi tutto è imperniato su questo elemento. L’ ampio genere letterario appena trattato viene indicato in lingua inglese con il termine detective fiction, per evidenziare la presenza nel racconto di uno o più investigatori dilettanti e/o professionisti) che svolgono un’indagine si un crimine.

Roberto Centazzo narra le vicende appunto di Ferruccio, Luc ed Eugenio, tre arzilli pensionati che hanno da poco superaro i sessant’anni e costituiscono la “Squadra Speciale Minestrina in brodo” di investigatori per vocazione ma anche per un inconsueto diletto. Partecipano anche di buon grado, come  opinionisti alla trasmissione di una tv locale di Genova perché hanno acquisito una certa celebrità con il loro meritevole operato. E’ ottengono anche prebende in natura. E questo non guasta per dei pensionati… Il romanzo narra la vicenda di un omicidio avvenuto negli ultimi scampoli d’estate, quando forse più stanchi ed annoiati di prima si ritorna dalle vacanze e quasi ci si rallegra di riprendere la vita di tutti i giorni.

Ma per coloro che <sono dipendenti dell’INPS>, a volte la noia o la nostalgia prendono il sopravvento. Ed allora si cerca una nuova occupazione. Guarda caso in quel particolare settembre, quasi a scuoterli dal loro torpore, una dottoressa, viene strangolata davanti alla soglia di casa, nel centro storico di Genova. Pammattone, Santoro e Mignogna (questi sono i loro cognomi) si mettono subito in azione, inziando le indagini, conoscevano di persona l’ex marito della vittima, un vigile del fuoco, finito in rovina dopo la separazione. Su di lui ricadono i primi sospetti ed i tre cercano da subito di scagionarlo. Miss Marple, celebre creatura di Agatha Christie, sosteneva che i poliziotti credono solo nei fatti e nelle prove, ma i tre della <Minestrina in brodo> ci mettono qualcosa in più nelle indagini anche per le felici intuizioni di un ex-giornalista di nome Marco Raffa, anche lui fresco di pensione ma ancora molto attivo e perspicace. Raffa  ha ricevuto una telefonata anonima che aveva denunciato casi di malasanità nell’ospedale di Savona dove la dottoressa lavorava. Così fiuta che possa esserci un collegamento con l’assassinio. E questa intuizione aiuta molto anche i tre detective che puntano l’obiettivo su alcuni medici chirurghi che dilatano volontariamente i tempi delle liste d’attesa degli interventinella sanità pubblica per poter dirottare i pazienti nelle loro cliniche private.

Nel corso delle indagini non mancano i ripensamenti ed i dietro front ma tutto questo rende più accattivante la narrazione. Naturalmente lasciamo al lettore la soluzione del caso ma vogliamo sottolineare che la letteratura di Centazzo è anche di impegno sociale perché aiuta a comprendere i contesti storici, sociali e politici, sviluppando una consapevolezza critica sul mondo circostante nell’animo del lettore. Non è solo letteratura di evasione perché favorisce anche la comprensione dei fenomeni sociali. Il motivo per cui la letteratura fu, fin dalle origini, legata alla realtà e in senso lato all’impegno civile è rintracciabile  forse banalmente, nel fatto che l’espressione letteraria e più in generale, artistica, è per sua natura, frutto dell’epoca in cui sorge.

I veri scrittori anche se investiti da un profondo spirito poetico e creativo e dunque da intensa umanità, si adoperano direttamente o indirettamente nella solenne missione di civiltà attraverso l’espressione letteraria. Ed oggi più che mai c’è bisogno di questi talenti. A questo punto con i libri di Centazzo non si può più parlare di letteratura di genere minore. Bisogna riconoscere che è un ricco terreno di esplorazione della natura umana e delle dinamiche sociali. D’altronde un nucleo primordiale del romanzo giallo era già presente nella Bibbia ed in quel caso ha raggiunto addirittura una funzione catartica. Ancora devo soggiungere che il linguaggio è piano e scorrevole che non guasta, imperlato anche di dialettismi tipicanente genovesi. Infine, un romanzo merita di essere tradotto quando la sua storia, il suo stile o la sua cultura d’origine sono in grado di arricchire la cultura di destinazione, o quando la sua opera originale è di rilevante valore artistico o letterario. Questo è il caso dell’opera di Roberto Centazzo. Speriamo di vederla riportata anche sul piccolo schermo.

Gianfranco Barcella

 


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G.F. Barcella

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