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Intervista/ Il veterinario 43 anni di professione. Esordio e ultimo giorno a Loano. Adora l’Irlanda e tornare a Auschwitz e Birkenau


La sua aspirazione era quella di navigare, il fascino di capitano di lungo corso. Invece non si è mai pentito della scelta di diventare veterinario. Da studente non si è sottratto al ‘lavoretto’ stagionale in spiaggia ‘per pagarmi la discoteca e la benzina della moto’. Oggi Silvio Pacia fa vita da professionista in pensione. Ha lasciato lo studio di Loano, la dedizione e la cura per i piccoli animali. Una dote di 5 anni di università, 53 esami, oltre a quello di ‘alimentazione e nutrizione animali’.

di Luciano Corrado

Il dott. Silvio Pavia vive ad Albenga. Nell’intervista a Trucioli.it alcuni ricordi vita che non si dimenticano

La mamma gli ha donato dolcezza, il papà sicurezza. L’hobby della terza età è quello di viaggiare. Finora la meta prediletta è stata l’Irlanda, perché “trovarsi a Dublino, o a Belfast,  si prova una bella sensazione, molti aspetti mi commuovono”. Il dott. Pacia si prefigge di tornare per la seconda volta in Polonia dove è nato Papa Giovanni Paolo II. E sentire “l’energia positiva e negativa” visitando Auschwitz e Birkenau.

Per Pacia è la prima intervista, ancorché telefonica, della sua vita. E’ ricca di spunti ora inediti, ora interessanti, altri istruttivi. Un gentiluomo della giovinezza che non tramonta, 67 anni e che ha sempre scelto il ‘basso profilo’. Non era insomma Adriano Marconi, veterinario consorziale, esponente di sinistra del Psi loanese di cui è stato un segretario sempre con la ‘schiena dritta’, oltre che benemerito presidente della locale Croce Rossa Italiana. Uomo di compagnia, di cultura, generoso, gran professionista.

Dottor Pacia, le sue origini?

La mamma di Felino, in provincia di Parma, il papà di Nola, napoletano verace.

Parli dei suoi studi, della laurea, i ricordi

Per cinque anni il Nautico Leon Pancaldo. La vocazione era quella di navigare, aspirare al comando, a capitano di lungo corso. Invece eccomi veterinario. Mi sono laureto all’Università di Parma. La tesi sperimentale di laurea: ‘Incidenza dei tumori negli animali come indice del tumore negli esseri umani” Non conclusa per causa di forza maggiore. La nuova tesi nel frattempo è cambiata: ‘Stress e implicazioni  anatomo-patologiche negli animali da macellazione.” All’Università ho bruciato davvero le tappe. Era il 25 ottobre 1983 . Laurea, tirocinio, esami di stato per l’abilitazione e nel 1984 iscritto all’Ordine professionale come libero professionista, esordio a Loano. A Parma ho assistito nei vari istituti alla pratica del taglio cesareo. In Facoltà oggi è cambiato quasi tutto. C’è un ospedale per cani e gatti, un ambulatorio h.24. All’epoca erano soprattutto equini e bovini. Con la libera professione ho vissuto l’epoca dei piccoli animali da compagnia.

Loano a quei tempi…  come è cambiata?

Era una città vivibile anche in estate, pure nel mese di agosto quando chiudevano le fabbriche. Era meta di un turismo delle famiglie, di vacanzieri del centro e nord Europa. Loano con il suo clime mite. Mai troppo caldo o troppo freddo.  Nelle serate di giugno e settembre spesso ci voleva il golfino. Non era afflitta dal traffico ‘infernale’ dei nostri giorni. La mia prima moto, la ‘Vespa’ mi inorgogliva. Ero felice.

L’agognata pensione e la qualità della vita. Una svolta ?

Premetto che la zona di Loano, per un veterinario, era molto ambita, così come la provincia di Savona. Ritrovarmi in pensione direi che mi da un po’ di respiro anche se non ho staccato del tutto la spina come si suole dire. Gli impegni tuttavia non mancano, la giornata è piena, ma è un altro vivere, un’altra forma mentale prevale. Da professionista sul campo sino all’ultimo giorno ho cercato la stessa coerenza del primo giorno: cioè entusiasmo, dedizione, scrupolo. Dedicandomi alla salute degli animali. Penso di essermi guadagnato la stima  e gli attestati di amicizia  da parte degli stessi colleghi. In gran parte ci occupavamo di cani, poi siamo arrivati anche ai gatti, poco o nulla bestiame almeno nella mia zona. In estate il lavoro si impennava.

E se tornasse indietro, qualche rimpianto.

Rifarei tutto quanto mi ha riempito il cuore di gioia e soddisfazioni umane, morali, professionali. Ho raggiunto il 43esimo anno dall’inizio dell’attività veterinaria.

Gli hobby più praticati.

Silvio Pacia 43 anni col camice di veterinario e ora giorni da pensionato. La meta prediletta? L’Irlanda

Pedalare in bicicletta, la fotografia, parecchia musica, tutti i generi, allietato da un impianto stero. Ho i ricordi del periodo da militare. Ho frequentato il corso di aiutante di Sanità all’ospedale dell’esercito di Firenze. Un primo periodo  del Car a Falconara. Infine si veniva mandati nella sede del corpo di destinazione a Chivasso al genio Ferrovieri. Con la pensione leggo molti libri, tutti i generi e di tutte tematiche. Mi sento una spirito libero.

La Riviera e il nostro entroterra montano tanto decantato e sempre più abbandonato a se stesso, desertificato, impoverito.  

In estate mi trasferivo, fino a qualche anno fa, ora ho un po’ disertato, in un casetta nella frazione Ubaghetta. Ho venduto casa a Toirano per abitare ad Albenga e sono felicemente sposato con mia moglie.

Come immagina il nostro futuro.

Preferisco non pensarci. Sarebbe motivo di inquietudine. Una brutta situazione a livello mondiale. Molti aspetti mi lasciano attonito. Una volta i dittatori erano il cancro dell’umanità. Ora spuntano come i funghi. Penso tuttavia alla ribellione contro Hitler, ora non è più così, si convive. Che sconforto!

Luciano Corrado

 

 

 

 

 

 

 


L.Corrado

L.Corrado

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