“Isola Gallinara, progetto europeo. Si parte con l’outdoor marino”.
di Franco Zunino*
Così sulla cronaca di Savona de La Stampa e Il Secolo XIX del 21 settembre 2024. Ovvero, prosegue l’intento di trasformare l’Isola Gallinara, una delle pochissime e piccolissime isolette della Liguria, nel solito baraccone turistico per attirare gente e soldi! Tutti parlano di «Patrimonio unico da tutelare e valorizzare», ignorando che si tratta sì di un patrimonio, ma in senso culturale; e non solo, che un patrimonio proprio in quanto tale non ha bisogno di essere “valorizzato”. E che invece, proprio in quanto tale, va tutelato. E non solo, che si è salvaguardato e conservato fino a noi è stato proprio in quanto per anni in assenza di possibilità valorizzative!
E, peggio ancora, che proprio oggi volendolo “valorizzare” che se ne sta mettendo a rischio la “tutela” di fatto di cui aveva goduto! Il bello, poi, è che l’unica grande verità l’ha detta il Sindaco di Albenga quando ha sostenuto che «Fino ad oggi questo amore è stato un amore platonico. Potevamo solo guardarla da lontano. La immaginavamo e, specie da bambini, sognavamo un giorno di poterci andare».
Infatti è questo che è sempre stato, ed ancora è, come più ad est l’Isolotto dei Bergeggi, il suo VERO VALORE. Il che vorrà dire poterla “calpestare”, ovvero potervi sbarcare e visitarla, realizzare quel sogno che una volta realizzato sarà la stessa rovina del sogno, quando ci si renderà conto della banalità del fatto essendo l’isola un mero scampolo della costa ligure, solo integro proprio perché… isolato! Oltretutto, al di là di quanto anche dichiarato dal Sindaco («ovviamente senza pensare ad un turismo di massa e tenendo sempre in primo piano l’obiettivo primario che è la tutela e conservazione dell’isola e dei suoi ecosistemi»).
Peccato che da quanto se ne è letto in questi ultimi anni, l’obbiettivo primario sembra piuttosto essere la sua “valorizzazione”, il che vuole dire lo sciupio dell’isola! Anche perché sarà una fruizione per pochi, il che vorrà dire una fruizione d’élite (?), che, forse, se non fa a pugni con la conservazione la fa certamente con la democrazia liberale dove tutti dovrebbero avere diritto alla visita.
Ma un diritto che, purtroppo, diverrebbe la rovina stessa dell’isola; ragion per cui, esiste un unico modo per conservarla, su imitazione di quanto si fa da altre parti: numero chiuso e regime di “primo arrivato primo servito”. Ma non sarà certo questo che verrà stabilito per la Gallinara, altrimenti chi dovrebbe godere finanziariamente della fruizione, ne godrebbe ben poco; per cui la logica ci dice che, o sarà la massa o sarà l’élite!
Nel primo caso con sciupio del delicato ambiente dell’isola e della sua solitudine (che poi è il modo più corretto e godibile per apprezzarla visitandola); nel secondo caso ne potranno godere solo quelli che potranno permettersi di pagare i probabili lauti ticket! Già una volta è stato ricordato come negli USA sulle centinaia di isole, isolette ed isolotti della costa dell’Oregon (per un totale di 240 ettari, distribuite su una lunghezza di circa 500 chilometri) nessuno può accedervi proprio per la necessità di conservarne la biodiversità (e questo pur essendo la lunga costa ben poco abitata se messa a confronto con la Liguria!). E che la stessa regola esiste nello Stato di Washington per un centinaio di isole, isolette e isolotti similari, tra le città di Seattle (USA) e Vancouver (Canada) che tutte assieme assommano solo a 143 ettari. Purtroppo, nel caso dell’isola della Gallinara, ma anche di Bergeggi e delle spezzine Palmarola e Tino, come tanti fanno con una bella donna, non accontentandosi solo di ammirarla, ma, desiderandola, fanno magari di tutto per farla propria ad ogni costo!
E sarà la rovina di quest’isoletta, lenta ma inesorabile visto che è ben noto a tutti l’ingordigia del fenomeno turistico una volta innescato! Quindi, visto che non sarà possibile farla visitare a tutti, e che per quel “tutti” si dovrebbe onestamente intendere anche i posteri, l’unica regola dovrebbe essere quella che ci ha “guidati” per secoli e millenni fino a noi e di cui ci ha detto il Sindaco di Albenga: osservarla dalla costa, che poi è il modo migliore per goderne la bellezza scenografica nel panorama della Liguria di Ponente senza minimamente sciuparla! Ma, per la politica, avrà senso spendere tanti milioni di euro se poi non ci sarà una resa economica? Invece oggi se ne sta studiano «un modello di sviluppo in chiave turistica», addirittura volendo coinvolgervi anche il mare e, dopo il già “mega porticciolo”, ecco che tra l’isola e la costa si vuole realizzare una “piscina naturale”: isola e mare circostante sempre più “addomesticati” per il piacere dei vacanzieri!
La cultura non ha prezzo si dice spesso, e rinunciare allo sfruttamento (perché è questa la “valorizzazione” di cui ci dicono!), è, appunto, il prezzo da pagare se vogliamo preservare questi gioielli naturali della costa ligure. Il futuro sta nella saggezza dei prossimi amministratori regionali, ma anche nel nuovo Ministro della Cultura, affinché almeno i danni siano limitati.
Franco Zunino
(segretario geenerale AIW)