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Quiliano, 25 luglio Teccio del Tersè. Qui è iniziata la Resistenza. Un nuovo libro. Bruno Ferro, ragazzino, pascolava le pecore. Ucciso da atroci fascisti: “Bambino oggi, partigiano domani”


25 luglio, facciamo memoria al Teccio del Tersé, a Quiliano, dove la Resistenza locale ha avuto inizio. Un nuovo libro ricorda questa pagina di sacrificio e libertà.

di Ezio Marinoni

Teccio del Tersé ora ristrutturato

Il 25 luglio di ottantuno anni fa iniziava una pagina nera della storia d’Italia, che avrebbe portato a una devastante guerra fratricida fra Italiani, per le colpe ed incapacità di un regime iniquo, il fascismo. Credo sia giusto ricordare oggi, in concomitanza con quella data lontana che non dobbiamo mai dimenticare, che cosa sia stato e cosa rappresenti tuttora un luogo nascosto della Provincia di Savona: il Teccio del Tersé.

Non distante da Roviasca, nel comune di Quiliano, dentro a un fitto bosco di castagni e lungo il sentiero campestre che fiancheggia il torrente Trexenda, sorgeva una modesta costruzione contadina, composta di muri a secco in pietra, adibita per anni a ricovero per boscaioli e carbonai ed essiccatoio di castagne. Si tratta del Teccio del Tersé, la prima base della Resistenza locale. Con i suoi modesti 16 metri quadrati di superficie, l’edificio viene riadattato e trasformato in rifugio nel novembre 1943 da Gino De Marco, il partigiano “Ernesto”, uno tra i primi a salire in montagna dopo l’8 settembre. Il figlio Nanni è stato un benemerito cittadino savonese che ha sempre contribuito ad onorare il valoroso papà e la storia della Resistenza, i suoi personaggi. Nanni era un giornalista sportivo per i quotidiani locali e tra le anime di ‘Riviera Notte‘. Nanni gioviale, allegro, di compagnia e ironiche battute, fu anche ideatore dello ‘Sportivo dell’Anno’. La sua popolarità andava di pari passo con l’inseparabile Fiat 508 ‘Balilla’

Quel giorno, insieme ad altri, “Ernesto” accorre all’Autocentro di Legino, nei pressi di Savona, per prelevare armamenti, con l’idea di nasconderli in casa di parenti e conoscenti nell’entroterra. La notizia arriva al Comando dei Carabinieri e, qualche giorno dopo, la sua casa è perquisita: “Ernesto”, che ha 33 anni, saluta la moglie e si rifugia alla macchia, sulle alture di Legino. Qui avviene l’incontro con altri compagni di lotta: Antonio “Rodi” Carai, 53 anni, Francesco “Checco” Calcagno di 26 e Bruno “Leone” Pianezzola di 32; ad essi, si aggiungeranno Vincenzo “Pippo” Pes, 23 anni, il diciannovenne Giorgio “Fernando” Preteni, Aldo Cailani, di 31 anni, e il diciottenne Sergio “Gin” Leti, figlio dell’eroina antifascista Clelia Corradini.

Il Teccio del Tersé (foto storica)

Si forma, così, il primo nucleo di volontari combattenti, provenienti da luoghi diversi e uniti da un comune desiderio di giustizia e libertà: insofferenti alle ingiustizie e ai soprusi operati dai fascisti e desiderosi di vivere in un mondo libero e democratico. Alcuni di loro sono ragazzi che hanno rifiutato di combattere con la divisa della Repubblica Sociale, altri sono fuggiti in montagna per prepararsi alla lotta contro il prepotente predominio nazifascista e costruire un nuovo modello sociale. Il loro compito principale è la raccolta di armi, viveri e informazioni da passare ai partigiani della Val Bormida.

Il Teccio viene scelto come base per la sua posizione strategica, nascosto in un bosco e poco distante dalla zona delle Tagliate e del Monte Alto, nello stesso tempo vicino al paese: gli otto ribelli vi trascorrono più di un mese, vivendo difficoltà di ogni genere, quali la mancanza di cibo, il freddo invernale e la paura di essere scoperti.

Il gruppo inizia a compiere incursioni nella zona di Vado Ligure, per recuperare armi che vengono poi nascoste nei tronchi cavi degli alberi o in una grotta; la popolazione si accorge presto dei resistenti e prende parte alla lotta procurando loro patate e castagne e donando i prodotti dei loro orti.

Un contadino li mette in guardia, domenica 19 dicembre 1943: un gruppo di fascisti e tedeschi si sta aggirando nella zona. I partigiani non hanno nemmeno il tempo di prepararsi, vengono accerchiati da nazisti, bersaglieri, carabinieri, camicie nere e squadra politica della Questura.

Il rapporto è impari, 8 contro 100: Francesco Calcagno è subito catturato, mentre i compagni attendono, nascosti nel fogliame, il sopraggiungere della notte per tentare una fuga. “Checco” è portato a Savona, dove sarà fucilato il 27 dicembre 1943 al Forte della Madonna degli Angeli, per rappresaglia ad un attentato; i compagni superstiti si uniscono ad altri gruppi della Resistenza della zona Montenotte e Bormida e fondano, poco dopo, il primo distaccamento partigiano, intitolato al giovane e generoso amico caduto per la libertà.

Dopo quel primo e tragico rastrellamento, l’antico seccatoio in cui le castagne venivano trasformate in un prodotto a lunga conservazione cessa la sua funzione di rifugio permanente ed è utilizzato come luogo di incontro e di transito per i partigiani, tanto che alla fine della guerra diverrà il simbolo della storia della Resistenza savonese, il luogo dove tutto ha avuto inizio.

Teccio del Tersé ai tempi della Liberazione

Nel 1990 il Teccio è ristrutturato grazie all’intervento del Comune di Quiliano e all’opera dei soci ANPI di Valleggia, Quiliano e Vado Ligure; sarà inaugurato, alla presenza dei reduci Leti, Preteni e Pianezzola, come rifugio aperto agli amanti della natura e della libertà, per chi vuole fermarsi a riflettere sulla storia tessuta da pochi uomini che hanno sofferto e lottato per far trionfare nel nostro Paese la democrazia, dopo la lunga notte delle dittature.

Il Teccio del Tersé testimonia ancora oggi il loro sacrificio, luogo sacro e simbolo per Quiliano. Ed è per questo che il Comune ha da sempre curato sia il sentiero che porta all’ex postazione sia la struttura del Teccio, compresa la valorizzazione dei “Percorsi che resistono” da parte del Sindaco, Nicola Isetta, rieletto a un nuovo mandato alle ultime elezioni amministrative, e della sua giunta.

Il 30 maggio e il 6 giugno scorsi ho raccontato ai lettori di “Trucioli.it” il valore intrinseco di questa testimonianza, con due articoli:

30 maggio 2024 https://trucioli.it/2024/05/30/quiliano-viaggio-nei-percorsi-che-resistono-prima-parte-la-storia-della-resistenza-diventa-memoria-per-il-presente-e-il-futuro/

6 giugno 2024 https://trucioli.it/2024/06/06/quiliano-viaggio-nei-percorsi-che-resistono-seconda-parte-la-storia-della-resistenza-diventa-memoria-per-il-presente-e-il-futuro/

Oggi una costruzione in pietra riporta in facciata una lapide con data: ottobre 1943 – 25 aprile 1977.

Chi volesse conoscere da vicino questi luoghi per celebrare un momento storico e anche semplicemente per una passeggiata può percorrere un itinerario in salita su un’antica mulattiera che attraversa boschi di castagno e faggio. Partendo dalla chiesa di Roviasca, una frazione di Quiliano, si percorre un vicolo che si ricollega con la strada asfaltata; da qui, si devia per via Villanova. Poco oltre, la strada diventa sterrata e in falsopiano in mezzo al bosco, con splendidi scorci panoramici. Ad un bivio sulla sinistra, si trova una “palina” indicatrice del cippo in ricordo di Bruno Ferro, un ragazzino che pascolava le pecore ucciso dai fascisti con la folle motivazione: “Bambino oggi, partigiano domani”.

Dopo aver superato un rio ed una rampa nei pressi del metanodotto, si giunge al Teccio del Tersé.

Il 20 aprile 2024 l’ANPI di Quiliano e l’Associazione “Teccio del Tersé” hanno presentato il libro illustrato Teccio del Tersé, gli otto ribelli- Storia della prima base Garibaldina, con disegni di Alex Raso e Fabrizio Rebagliati, nella sala consigliare del Comune di Quiliano.

L’evento voleva ricordare i protagonisti della rivolta contro il fascismo e l’inizio della Resistenza locale: vi è stata la relazione di Emanuele Fiano; quindi, i saluti istituzionali del Sindaco Nicola Isetta, del presidente provinciale ANPI Renato Zunino e del presidente dell’Istituto Storico della Resistenza Mauro Righello; moderatrice dell’incontro è stata Gabriella Branca, presidente ANPI di Quiliano. L’ intermezzo musicale è stato a cura del gruppo “Holy Heart Goaspel Choir”.

Sul sito Quiliano on line (www.quilianonline.it) è, inoltre, disponibile un video che riassume questa bella storia di Resistenza: https://www.quilianonline.it/percorsi-che-resistono-categoria/teccio-del-terse-dove-tutto-ebbe-inizio/

Un invito a salire al Teccio del Tersé, rivolto soprattutto ai giovani, per toccare con mano una pagina importante di storia, locale e nazionale, e conoscere esempi alti di dedizione e sacrificio, grazie ai quali oggi possiamo vivere in un Paese democratico.

Si ringrazia “Quilianonline” per la gentile concessione delle foto e il Sindaco, Nicola Isetta, per il sostegno e l’incoraggiamento a scrivere su Quiliano.

Ezio Marinoni

 


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