Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Savona e Aurelia bis. Un libro (Véi, åncö, dumàn), tre firme: Cerva, Siri, Venturelli. ‘La più inutile e devastante opera che la città abbia mai visto’


Carlo Cerva e Alessandro Venturelli (un capitolo è scritto da Vittorio Siri) hanno dato alle stampe un libro (Véi, åncö, dumàn) di 98 pagine, ricco di fotografie, per “parlare ancora una volta della città da loro tanto amata”. Il volume è diviso in due parti.

La prima dedicata alle opere d’arte ospitate da Palazzo Comunale, la seconda alle testimonianze sulla Savona che è, che è stata e che si appresta ad essere, proposte critiche, un ampio escursus sui grandi problemi attuali e grandi realtà che hanno contrassegnato la nostra Savona.

2024- Aurelia Bis, la storia infinita

a cura di Alessandro Venturelli

Alla partenza dei lavori la consegna dell’opera era prevista per il 2017.

Oggi, a metà 2024, questa è la situazione dei lavori rispettivamente in Corso Ricci, che da 9 anni ha subito l’abbattimento di un edificio e di una ventina di platani monumentali, alla Rusca, dove i giardini ed il campo da calcio, utilizzato da ragazzi e scolaresche sono stati azzerati da tempo ancor precedente e in zona Miramare, dove quotidianamente i residenti hanno sotto gli occhi la devastazione della collina.

Il recente intervento del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, come riportato tra gli altri dalle testate Rainews, ANSA e IVG ad aprile 2024, ha portato a definire “l tratto di Aurelia bis non idoneo a collegare direttamente il casello di Albisola con l’hub portuale di Savona” quantificando “un danno erariale per oltre 70 milioni di euro”.

La notizia non fa che rafforzare le nostre convinzioni assolutamente negative sull’opera, constatate da almeno un decennio, lasciando ancora aperto il nodo della viabilità del levante savonese.

2014- Il popolo pietrificato dell’Aurelia Bis

a cura di Carlo Cerva

“Il popolo pietrificato dell’Aurelia Bis” è il nome di una piccola, significativa creazione, opera di “Ivonne De Luca”, una gentile amica di sempre. È composta con ciotoli di mare di colore grigio verde scuro, quelli che si raccolgono sulla battigia, levigati dal moto perpetuo delle onde. Hanno, dipinti, grandi occhi sbarrati.

Un dono che mi è caro, di almeno venti anni fa. Si dibatteva dell’Aurelia Bis. Allora come oggi, il popolo pietrificato che subisce l’Aurelia Bis, assiste attonito e muto, forse non del tutto consapevole che si sta realizzando LA PIÙ INUTILE E DEVASTANTE OPERA CHE SAVONA ABBIA MAI VISTO. INUTILE perchè non risolve affatto i problemi del traffico e perchè l’Aurelia Bis c’è già, basta declassare una careggiata dell’autostrada e ricostruirla, la careggiata dell’autostrada, molto più a monte, ed i costi sono probabilmente inferiori. DEVASTANTE perchè è ormai sotto gli occhi di tutti la spaventosa aggressione alla Città e al territorio che si viene perpetrando. Il Popolo pietrificato dell’Aurelia Bis assiste. “Vuolsi così colà, dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”.

(Da “A Campanassa” n°2 del 2014)

2016- AURELIA BIS: LA PIÙ INUTILE E DEVASTANTE OPERA CHE SAVONA ABBIA MAI VISTO

di Vittorio Siri

Aprendo la pagina del sito ufficiale di Anas relativo alla via Aurelia, viabilità di accesso all’hub portuale di Savona, si scopre con sgomento che l’avanzamento dei lavori è solo al 35,97%. Facendo una rapida proporzione se i lavori continueranno con il ritmo tenuto finora ci vorranno ancora circa 6 anni perché l’Aurelia bis sia terminata.

Il sito non fornisce attualmente la data di ultimazione prevista riportando che è ancora in corso di definizione. Fino all’anno scorso si poteva invece ancora leggere come data prevista di ultimazione il 5 dicembre 2015: data ovviamente ben lontana dall’essersi realizzata. Ci si chiede allora ed è lecito chiedersi se questa importante opera pubblica vedrà mai la sua realizzazione e soprattutto se sì in quali tempi. Il presidente dell’Anas Vittorio Armani ha recentemente annunciato durante una conferenza stampa che i cantieri saranno chiusi ed aperti al traffico entro il 2018. Per coloro che hanno la casa a ridosso dei cantieri e che pregano tutti i giorni perché questi lavori finiscano il prima possibile questo balletto delle date non è una questione di poco conto. Non dovrebbe esserlo neanche per gli altri savonesi se credessero davvero, come annunciato da alcune autorevoli personalità politiche, che l’Aurelia bis possa essere la panacea dei mali del traffico savonese.

In realtà molti sono i dubbi a proposito alimentati anche da alcuni studi che indicherebbe la sostanziale inutilità di questa opera pubblica. Sarebbe poi l’Anas stessa ad aver dichiarato che sulla vecchia Aurelia si avrebbe circa il 20% di traffico in meno. Un vantaggio assai modesto per il traffico che sarebbe tra l’altro in peggioramento una volta piazzate le rotonde di supporto all’Aurelia bis a Miramare e Margonara. L’inutilità di questa opera balza comunque subito agli occhi per chi conosce il tracciato dell’Aurelia bis. Si parte da Grana ed attraverso un percorso tortuoso che arriva a lambire la zona delle ex Funivie a Miramare si arriva in corso Ricci fiancheggiando la preesistente autostrada. Più di cinque chilometri per coprire una distanza che la vecchia autostrada riesce a percorrere con la metà dei chilometri.

Più di cinque chilometri senza possibilità di uscite intermedie, un vero incubo per chi si trovasse anche ad affrontare qualche problema meccanico. Lo svincolo di Miramare servirebbe infatti solo per entrarvi o uscirvi andando o provenendo da corso Ricci. La nuova Aurelia bis non permette dunque di entrare in centro città ma sembra quasi esclusivamente di servizio al centro commerciale il Gabbiano avendo perso anche la possibilità di connettersi velocemente all’autostrada di Legino come preventivamente ipotizzato con la prosecuzione del tracciato in galleria. A rendere poco attraente questa nuova strada sarebbe poi il probabile blocco del traffico in corso Ricci in seguito all’inserimento della nuova arteria.

Dispiace che l’inutilità di questa opera sia stata affermata più o meno apertamente da quasi tutte le forze politiche e dai suoi maggiori esponenti senza però che questi abbiano avuto la forza di rinegoziarla totalmente per paura di perdere i finanziamenti ottenuti. A parziale consolazione si continua a dire che comunque l’Aurelia bis a qualcosa servirà essendo una strada in più che si aggiunge.

È questo un discorso miope che non tiene conto del fatto che i soldi verranno presi dalle tasche degli italiani e che a fronte di un ipotetico e debole vantaggio ci sono enormi costi, questi sì certi, a carico degli stessi cittadini savonesi. Già oggi il numero dei cittadini che ha visto la propria vita cambiata in peggio a seguito dei lavori dell’Aurelia bis ha raggiunto numeri ragguardevoli. Interi quartieri hanno visto modificata e peggiorata, ad esempio, la propria viabilità basti pensare a quello che è successo in Valloria con la gente costretta ad allungare il tragitto su strade tortuose per raggiungere il centro cittadino. Costi di benzina e di tempo che non si possono contabilizzare ma sono certi e significativi in questo difficile contesto economico e sociale.

Il blocco dell’accesso all’Aurelia da via Turati ha causato anche l’impossibilità di usare le biciclette costrette ora ad un lungo e difficile percorso in salita. Le scalette in alluminio che sono state predisposte dopo mesi di attesa e di disagi hanno poi di fatto impedito anche il raggiungimento dell’Aurelia da parte delle donne con i passeggini o delle persone con difficoltà di deambulazione. Un vero inferno per i residenti ben simboleggiato dalla voragine creata nella valletta di Miramare quale nuovo e moderno girone dantesco espressione e simbolo degli orrori e degli errori dell’epoca moderna.

Chi pagherà per questo disastro ambientale provocato dall’abbattimento di un intero bosco a ridosso del mare, un unicum per essere tra l’altro a poche centinaia di metri dal centro cittadino? Il Comune come farà a mantenere l’impegno di piantare un albero per ogni albero abbattuto di fronte alla cementificazione di un intero fronte boschivo che contava migliaia di piante e diverse centinaia di alberi? E ci sarebbe da aggiungere dei numerosi danni e disagi causati dalla polvere e dai rumori nonché dalla difficoltà o impossibilità a vendere casa per chi si trova a ridosso dei cantieri. Intere famiglie sono state così messe in grave difficoltà da una politica superficiale più attenta a creare posti di lavoro che a difendere il benessere complessivo dei propri cittadini.

Speriamo allora che le nuove amministrazioni sia comunale che regionale possano ascoltare con spirito attento le esigenze di coloro che abitano sul territorio senza lasciarsi condizionare da coloro che urlano di più o fanno valere altri interessi di carattere economico o finanziario.

(Da “A Campanassa” n°3 del 2016)


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