Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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I miei ricordi. Antonio Gallizia e quell’intervista al cavallo dell’Ippodromo dei Fiori. Inventore dello ‘sport creativo’


“Quando ti riprenderai, se ti riprenderai, andremo a farci una cena al Circolo Nautico, se invece non ti riprenderai ti scriverò un bel pezzo”.

di Guglielmo (Willy) Olivero

Quante volte dicevo questa frase ad Antonio Gallizia, e soltanto oggi riesco a mantenere la promessa.

Antonio se ne è andato nel 2018, mentre erano già accese le luminarie per le feste natalizie che avvertiva come un peso. Aveva un grande malessere dentro che  confessava a pochi, un malessere che lui ricacciava seguendo il suo Milan e scrivendo di pallone elastico, la sua grande passione.

Antonio non era una grande firma, ma uno che nei fine settimana scriveva di tutti gli sport, magari essendo contemporaneamente ad una partita di calcio e ad una di pallanuoto. E forse per questo gli avevo detto che aveva inventato “lo sport creativo” considerato che a molti eventi lui non era presente mettendo giù articoli con ausilio di dirigenti che erano in campo o in piscina.

Antonio era un collezionista di gaffe, che lui stesso raccontava ai suoi amici: da Gian Paolo Carlini a Nicola Carmignani, per non dimenticare Roberto Baglietto. La più celebre era senz’altro il “pallonetto rasoterra” che scrisse in occasione di una partita dell’Albenga. Quante risate, anche se l’apice venne raggiunto una domenica pomeriggio quando io presi una telefonata da un redattore di TuttosportMi passi Antonio, quella bestia di Antonio, e non dico bestia a caso “. Passai la cornetta ad Antonio che si prese una serie di insulti irripetibili, e giustamente.

Era accaduto che nel pezzo inviato al quotidiano torinese Antonio era riuscito a fare una lunga intervista, sottolineando pure che era in esclusiva, con Robert De Jesolo, rintracciato all’Ippodromo dei Fiori. Peccato che Robert De Jesolo fosse il cavallo e non il fantino. Antonio prese respiro e guardandomi mi disse “ma tu pensavi che uno con nome così fosse un cavallo“.

Non passò neppure un mese che Antonio riuscì a scrivere che nel Meeting di nuoto di Sanremo era presente l’attrice Claudia Koll, dimenticandosi che lo stesso nome era di una famosa nuotatrice tedesca. E lascio alla vostra fantasia come venne trasformato in un tabellino il cognome del giocatore Evaquo……..Di tutto questo parlavamo tornando a casa quando lui sputava il suo dolore, la sua depressione sempre più grave “Vedi-mi diceva- se io al sabato e alla domenica non venissi a scrivere la farei finita, troppi dolori “.

Già caro Antonio, come ti comprendo, certi dolori, come certi amori, non finiscono e semmai fanno giri immensi e poi ritornano. Certo che eri anche un mattacchione, soprattutto al sabato sera quando io avvisavo casa che stavo tornando e tu invece di deviare per il casello autostradale di Albenga proseguivi fino a Sanremo. “Dai andiamo a farci una botta di vita“, intendendo il nightclub che allora era presente vicino all’Ariston. Mi facevi tenerezza vedendoti pagare due bottiglie di champagne servite da due ragazze del locale. Quelle due ore ti illudevano di star bene, e io pensavo che era giusto così.

E poi già quando tornavamo, quasi all’alba, eri tornato nel tuo male di sempre con quella preghiera che arrivasse un virus a prenderci tutti. Sei stato profetico amico mio e quante volte ti ho pensato quando è giunta la pandemia. Dai, ho finito il tuo ricordo. Ti ti ho deriso un pochino ma la gente, come mia madre, ti voleva anche bene per questo, per la tua fragilità, per le tue debolezze, per quel tuo male dentro che custodivi gelosamente tutto per te. E poi, se il pezzo non ti è piaciuto, credo che lo hai intuito, sai che ci vedremo presto.

Guglielmo (Willy) Olivero

 


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