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Liguria e Basso Piemonte

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Loano unica città in Liguria senza liberi accessi al mare? I ‘Verdi’ a Rai 3 Liguria e nessuna smentita


Sono trascorsi oltre 2 mesi da quando il TG3 Liguria, edizione serale, dava voce a una dirigente ligure dei ‘Verdi’ che denunciava: ‘Loano è l’unica città della Liguria dove non ci sono accessi  liberi alla spiaggia’. In realtà ne esistono un paio, forse tre, tuttavia siamo in presenza di un unico ‘fazzoletto’ che i bagnanti ‘free’ si contendono come emerge dalle immagini.

Non sappiamo e ci sia sfuggita una possibile precisazione (mandata in onda) del sindaco Lettieri o dell’assessore competente al Demanio. Per fortuna ci sono località – senza andare lontano- come Borghetto S. Spirito e Ceriale – che possono offrire estese ‘spiagge libere’. Forse Loano è in buona compagnia con Alassio e pare Laigueglia.

Un aspetto emerge comunque in modo trasparente: il problema spiagge libere ‘si’, spiagge libere ‘no’ o ridotte a pochi metri quadrati non interessa ai partiti, ai rappresentanti eletti dal popolo in consiglio comunale e regionale. Se ne parla poco o nulla anche sui media locali, mentre sono riservate paginate intere, a ripetizione, a notizie e ‘urla’ che provengono dai Bagni Marini che hanno sacrosanti diritti di conoscere il loro futuro e che il governo più amico e sostenitore (vedi destra destra di Giorgia) della categoria, da due anni rinvia ogni logica soluzione, quella di rispettare le norme europee e garantire equi trattamenti agli attuali concessionari. Senza illuderli con i rinvii.

Un’Europa di cui facciamo parte, anche nei benefici (vedi pioggia di finanziamenti e PNRR). Bagni Marini che con gli anni si sono trasformati in veri e propri imprenditori su beni pubblici. Non solo stabilimenti balneari, anche bar, ristoranti, tavole calde e chi ha spazio zone riservate a giochi e svago, pure mini piscine.

Si aggiunga che dalle statistiche non sembrerebbe che i guadagni siano da bengodi. Si va da un reddito di 14 mila euro l’anno a una media  di 24 mila euro e ci sarà pure qualche eccezione, visto che esistono estese concessioni, alcune appartenenti a Spa e quasi tutte a Srl, altre acquisite come ‘investimento’ per somme che oscillano da 800-900 mila euro a 3 milioni e mezzo.

Quante ne sono state vendute dai titolari negli ultimi 20 anni solo per fare un esempio? E quante dopo l’annuncio della Bolkestein? E’ un’ingiustizia non fare distinzione tra ‘Bagni’ storici che appartengono sempre alla stessa famiglia che ha investito negli anni e chi ha comprato per fare ‘business’ e possiede altre attività imprenditoriali o professionali. Se una priorità dovrebbe esistere è quella dei veri albergatori sempre più emarginati e privi di una loro lobby. Penalizzati da tassazioni locali (vedi Imu e Tari) e nazionali, con costi per i dipendenti superiori a quelli di altre nazionali turistiche concorrenti (vedi Costa Azzurra e Spagna).

La prova del nove è l’assenza, nella nostra provincia (Riviera), di significativi investimenti di ‘colossi’ finanziari-imprenditoriali (se si eccettua per un nuovo complesso alberghiero di Loano finito nel concordato preventivo ed acquisito da un ‘impero’ di attività della finanza e del turismo ricettivo in Italia e all’estero). Nella stessa Loano continua ad andare deserta l’asta per il grandioso e storico complesso dell’ex Ospizio Marino. Forse pochi ricordano  (o non hanno letto) i gloriosi annunci . Ovvero che la struttura interessava e sarebbe stata acquistata da un magnate russo per un 5 stelle lusso (era sindaco Angelo Vaccarezza). E ormai tutti dimenticano la sorte ingloriosa della ‘zona alberghiera’ a levante, con 5-6 hotel, poi residence e alla fine neppure quelli. Meglio comparire una settimana sì e l’altra pure, sui media cartacei e social, come esperti e ‘salvatori’ dell’industria alberghiera resiliente e del suo futuro, tra illusioni e fumo negli occhi, annunci.

E poi ci lamentiamo che perdiamo quote  in Europa anche sul fronte ricettivo! Unica vera risorsa rimasta in tutte le località sul mare pur con la perdita di centinaia di alberghi tradizionali (escludiamo pure quelli ubicati nei palazzi) e soprattutto preziosissimi posti di lavoro per le generazioni a venire, anzi già quelle attuali. In passato c’è stata la conseguente fuga dalle scuole alberghiere ed oggi se ne pagano le conseguenze. Tutti cercano cuochi, camerieri, bariste, persino donne delle pulizie. E c’è chi ricorre a cooperative.

Il cartello installato (di divieto) nel  tratto di unico lembo di spiaggia libera a levante e attigua al molo centrale passeggiata sul mare del porto turistico

Il cartello che appare allingresso dello stesso tratto di spiaggia libera a ridosso del molo Francheville

LOCANDINE DAVANTI ALLE EDICOLE TITOLONI. SIAMO DAVVERO ALL’ALLARME FURTI ?

Non è la prima volta che ci occupiamo di fuorviante allarmismo per i furti a Loano e non solo. Certamente l’ultimo caso fa riflettere. Allarmismo ingiustificato per la stessa statistica. certo la rabbia di chi ha subito anche il danno, ne sappiamo qualcosa di persona, anzi è andata assai peggio (addormentati con spray e derubati senza che gli inquirenti abbiano smascherato i rapinatori seriali all’epoca). Locandina davanti alle edicole nel loanese. Turisti nella bassa stagioni spaventati. Loano ha vissuto per tempi peggiori, anche con delitti e clamorose rapine a ripetizione, borseggi ad anziani. utile non abbassare mai la guardia, non ci devono essere telecamere pubbliche fuori uso e utile potenziarle subito e non solo prometterle.

Si dirà ma i loanesi restano comunque distratti dai social amici degli amici, grazie anche all’ufficio stampa del Comune (Edinet Srl editore del popolare IVG.it) che è dalla parte del ‘tutto va bene’, glorificando da anni i ‘soliti noti’ per poi scoprire che anche in Liguria certi big della politica e dei partiti ‘rubano’, corrotti da anni. Forse si dimentica gli anni – e le nuove generazioni non sono aggiornate- che spesso le inchieste giornalistiche ‘arrivavano’ assai prima degli inquirenti e magistratura, senza andare lontano è accaduto per il primo arresto (1981) di presidente della Regione (tangenti per 19 miliardi) e di sindaci, presidente di provincia, di enti pubblici, di professionisti. La generosità di Toti verso talune operazioni imprenditoriali anche nel savonese non ‘allarmavano’, alla stessa stregua della generosità nel finanziare pubblicità a Tv amiche  e quotidiani on line social.

IERI…..


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