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Massimo Fini: «Savona, città del cuore. E me la portavo a Milano in bottiglia»


Dal Corriere della Sera del 19 marzo 2024. Massimo Fini: «Savona, città del cuore. E me la portavo a Milano in bottiglia»

Massimo Fini, 80 anni, giornalista, saggista e attivista. È stato una delle firme più note de L’Europeo negli anni 1970-1990, de Il Giorno negli anni 1980 e de L’Indipendente negli anni 1990.

Ricorda «il lungomare fatto di baracchini, posti per bere un cicchetto, un Nostralino, bianco ligure fatto di tutti i bianchi possibili; costava 20 lire a bicchiere». Poi le infinite disfide a grette, «un proto-Subbuteo in cui la palla era un bottone e i calciatori tappi di bottiglie».

Per Massimo Fini, scrittore, saggista, giornalista eretico, ribelle, «rompiballe» (dice l’amico Marco Travaglio), Savona è «l’alba della vita, città della memoria, quindi città del cuore». Vi ha trascorso ogni estate dalla fanciullezza alla prima giovinezza. «Ci viveva un fratello del papà, zio Bruno; affittavamo un intero piano da un portuale che aveva un grandissimo orto e, mentre a Milano mi sentivo costretto, lì mi aprivo». Confida che era il capo di una banda, che allora aveva una grande capacità di inventare giochi, che zia Cristina faceva il bagno il 1° gennaio anche a 80 anni. E che al momento di tornare a casa, lui si portava via una bottiglietta piena di sabbia e di mare.
Savona in tre aggettivi (o una battuta)
«Torpida, sonnolenta, misteriosa».
Savona in un’immagine
«La vecchia darsena».
Il luogo comune da buttare
«Che sia la più brutta città d’Italia insieme ad Alessandria».
e quello da salvare
«Che sia sul mare, quindi – anche se lo sanno in pochi – che sia una città balneabile» [Savona vanta una lunga spiaggia di sabbia, Bandiera Blu, ndr].
Un emblema di bellezza
«In centro la Cappella Sistina, voluta dal savonese Sisto IV, stesso papa della Sistina di Michelangelo; fuori porta, il santuario cinquecentesco di Nostra Signora della Misericordia».
Il capolavoro che vale un viaggio
«La processione del Venerdì Santo, quando le confraternite portano in sfilata le casse degli oratori [le «casse» sono capolavori di scultura lignea con episodi della Passione di Cristo, ndr]».
Il museo del cuore
«La fortezza del Priamar, dove andai con Vittorio Sgarbi; nella cella 54 fu incarcerato Giuseppe Mazzini; oggi una sezione accoglie la collezione d’arte di Sandro Pertini».
L’angolo più sopravvalutato
«Non c’è».
L’angolo da (ri)scoprire
«Via Pia per le botteghe dove fanno la farinata di ceci».
Il rifugio dello spirito
«I Bagni Umberto, con una rotonda novecentesca che farebbe gola ai Vanzina».
Dove ha avvertito, più potente, il senso della meraviglia?
«Non c’è nulla di cui meravigliarsi».
Il rito irrinunciabile
«La passeggiata lungo via Paleocapa e corso Italia».
L’indirizzo della gola
«A Spurcacciun-a, oggi ristorante di alto livello, un tempo tavola calda e tabacchi, un po’ come le stazioni di posta».
Cosa cambierebbe
«Assolutamente nulla».
Cosa non cambierebbe mai
«Il centro storico da via Pia alla Torretta».
Il libro da leggere prima di partire
«Savona città narrata di Silvio Riolfo Marengo, in cui ottanta protagonisti della vita culturale e politico-economica raccontano la propria città».
Savona in un film e una canzone
«Il film non c’è. La canzone è Come prima di Tony Dallara, perché da ragazzi ascoltavamo solo quella».
Chi ne incarna al meglio il genius loci
«I genietti della televisione: Carlo Freccero, Tatti Sanguineti, Aldo Grasso, Fabio Fazio; aggiungiamo Antonio Ricci, che è di Albenga».
Quale personaggio, reale o immaginario, del presente o del passato, vorrebbe avere come compagno di viaggio
«Il mio amico Giagi, alias Giovanni Assereto, già docente di Storia moderna all’Università di Genova; ci siamo conosciuti quando io avevo nove anni, lui sei».
Da vedere fuori porta
«Varigotti, una piccola Camogli con le case dei saraceni».
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Leggi anche l’intervista di Luciano Corrado, di 20 anni fa, all’ing. Attilio Melone: “Le mie prime amicizie da spiaggia? Massimo Fini, due anni più giovane, grintoso opinionista, scrittore senza peli sulla lingua e senza riverenze, schietto, un’intelligenza rara. Frequentavamo i Bagni Umberto”. Vedi…..


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