Il 4 aprile scorso i sociali hanno riservato poche righe per dare notizia, a funerali avvenuti in forma privata, dello scomparsa di Renzo Vaccarezza, 85 anni. Eppure è stato anche un mito. Il ‘gigante’ del Basket loanese che aveva raggiunto vette nazionali (anni ’60-’70). Oltre a tornei internazionali. Era lo sport più seguito in città. Ogni partita, nel vecchio ‘palazzetto’, tifo alle stelle e tutto esaurito. Titoloni e articoli sui quotidiani non erano un’eccezione, ma una gratuita promozione per la città turistica.
di Luciano Corrado
Non si è scritto che la Messa funebre è stata celebrata nella storica chiesa dei Turchini presenti oltre un centinaio di ‘confratelli’ con la cappa turchina. Molti portatori dell’Arca della Visitazione. La salma è stata cremata e l’urna cineraria posta nella tomba di famiglia accanto alla moglie. Renzo lascia nel dolore profondo due figlie, Alba e Augusta, due nipoti gemelli, i parenti. Il suo soprannome è sempre stato Bluman, come il fratello maggiore Nicola. Entrambi sono stati consiglieri comunali di maggioranza per lo scudo crociato.
Il decesso non è stato comunicato per sua espressa volontà, come era accaduto alla morte della moglie. Il ricordo di Renzo è stato fatto, al termine della funzione, dal ‘confratello’ delle Cappe Turchine, Riccardo Ferrari, con il consenso dei famigliari del defunto.
Nelle bacheche comunali riservate agli annunci funebri nessun manifesto ad eccezione di quello dei ‘Turchini’ che lo hanno ricordato come ‘capo cassa‘ nelle solenni processioni religiose.
Avevamo incontro Renzo, lo scorso inverno, ammirava in solitudine il mare, le barche, il porto dalla zona-molo dei pescatori. Per quanti non hanno più la verde età non si può dimenticare la figura di Renzo agli albori degli anni ruggenti del turismo loanese. I giovani, come Renzo, con la fama di ‘latin lover‘. La città, nella stagione balneare che durava cinque mesi- dai primi di maggio a tutto settembre -, invasa da turisti stranieri, dal mondo giovanile soprattutto, da longinilee e biondissime vichinghe (Danimarca, Svezia, Germania, Belgio, Olanda, Svizzera, Francesi) che stravedevano per i coetanei del Bel Paese.
Loano di notte con giovanotti che sfoggiavano le nuove ‘conquiste’. Non c’era solo la spiaggia, il lungomare, ma era ‘d’obbligo’ trascorrere le serate nelle sale da ballo di Loano, Finale Ligure, Alassio, Laigueglia; raggiungere locali tipici come il ‘Tino’ e il Capanno di Ranzi, le ore piccole al K609 o da Stube Pizzeria di Borghetto S.Spirito.
Come dimenticare le lacrime e gli abbracci alla partenza (per il ritorno nei paesi d’origine) dei treni delle vacanze, da quelli della Touropa- Hummel al mitico Riviera Express che collegava ogni giorno il nord della Germania, univa carrozze dall’Olanda, per raggiungere Ventimiglia e ritorno.
Gli anni in cui i negozi esponevano migliaia di cartoline che ‘impreziosivano’ il panorama e le bellezze storiche di Loano e della Riviera. Non era difficile leggere servizi giornalistici, di inviati speciali a Loano, su quotidiani nazionali ed europei. Perfino il canale della TV pubblica tedesca e sei pagine di un libro con l’intervista ad un’ex ‘regina del vino’ della Germania (non è un concorso di bellezza per la Deutsche Weinkönigin) e sposata a Loano. La sua comitiva, tutta giovanile, alloggiava all’allora albergo Savoia (ora alloggi) della famiglia Vaccarezza.
Renzo è stato uno dei ‘protagonisti’ di quei tempi, li ha vissuti diciamo da figlio di papà, quasi invidiato. Albergo e Bagni Miramare, hotel Savoia. Poi sono seguiti quelli che comunemente vengono definiti gli ‘anni del giudizio‘ e della famiglia. L’attività imprenditoriale nel mondo dell’edilizia (con gli affiatati fratelli Nicola e Renzo), attività che non riguardava solo costruzioni a Loano, Borghetto, Pietra, raggiungeva Diano Marina. Il felice matrimonio, le figlie. Fino all’abbandono di ogni attività, vita da pensionato. La prima e la seconda vecchiaia con il fardello esperienza, delle conoscenze e dei tanti ricordi, la nostalgia. L’incontro con gli ultimi amici viventi e resilienti, il dialetto loanese. Da anni Renzo seguiva dietro le quinte, immaginiamo con utili consigli e raccomandazioni, il nipote che ha sposato la politica e in carriera Angelo Vaccarezza.
Come dimenticare una circostanza molto personale dei rapporti tra il giovane giornalista loanese e Renzo. Aveva cessato le pubblicazioni (1967) La Settimana Ligure che a Loano vendeva in edicola una media di 700-800 copie, con un boom quando iniziarono diverse puntate per raccontare ‘Loano di notte‘. Dopo La Settimana Ligure fu la volta della ‘Nuova Liguria‘. Ebbene Renzo decise un aiuto come sostenitore, 250 mila lire. Il costo di due numeri stampati dalla Tipografia Stalla di Albenga. Cosa ci chiese ? “Scrivete anche degli aspetti positivi di Loano, date una mano ai Bagni Marini“. E tra i sostenitori che ci incoraggiavano, non possiamo dimenticare i socialisti Osvaldo Pignocca e Giacomo Burastero. Era il periodo della presenza assai attiva dell’Azienda di Soggiorno e Turismo nell’economia cittadina.
Renzo ha vissuto e testimone di un’epoca felice. Loano in pieno sviluppo turistico, edilizio, diffuso benessere. Altri tempi di partecipazione popolare (numero di iscritti ai partiti, le loro sezioni, i direttivi, la folla ai consigli comunali che tiravano tardi). Altre carature di personalità alla guida del governo della città. Meno esibizionismo e fotomania, meno acredine. Quei giorni che ci appaiono lontani, lontani e sono mutati in peggio. Non sarà certamente così per chi oggi detiene il potere locale con il ‘premio’ di una parte di elettori, peraltro sempre meno numerosi alle urne. E non può confortare o essere ignorato oppure non porci qualche domanda. (Luciano Corrado)