Il caso vuole che Trucioli.it pubblichi una lettera a proposito del nuovo ospedale di Albenga e Asl2 dove ci sono anche apparecchi diagnostici datati 2008, ecografi fuori servizio per mancanza di pezzi di ricambio. Nessuno risponde al lettore, neppure la battagliera minoranza consigliare di destra (idem la maggioranza di centro sinistra). Non solo, nella stessa Asl2 sono bloccate, da inizio 2024, le prenotazioni (programmabili) per la risonanza magnetica.
Rispondono sia al Cupa, sia al call center Cup regionale che “non hanno ricevuto la disponibilità per nessuna data, anche se a distanza di un anno…”. E le bugie del governo Meloni-Salvini-Tajani. I fondi statali destinati al settore sanitario sono ai minimi dal 2007 anche se il governo ha messo più soldi. Servono più medici e infermieri, ma anche salari più dignitosi rispetto a quanto percepiscono in Francia e Germania e noi siamo la terza economia europea. L’andazzo politico è stato quello di adeguare le indennità ai sindaci, ai parlamentari, agli assessori e consiglieri regionali, alla casta insomma che poi chiede il voto e c’è chi (il 50% e oltre) non va più a votare per la totale sfiducia in una rinnovamento. Chi sperava nell’avvento di Fratelli d’Italia, sempre all’opposizione (prima con AN) contrariamente a Lega e Forza Italia, comincia a ricredersi. Al di là della propaganda Rai e Reti Mediaset crescono disuguaglianze, povertà, occupazione a tempo determinato, pensioni da fame per milioni di pensionati, fuga dei ‘cervelli’ e giovani laureati. La ‘questione morale’ si è impantanata in assenza di una ribellione popolare come accadde con Tangentopoli. Mentre la corruzione dilaga ma ha affilato le armi. Siamo a 18 condoni fiscali del governo Meloni con milioni di contribuenti che invece non possono evadere. Ci mancava il condono edilizio (altro che irregolarità interne!) imposto da Salvini. Sono molti a rimpiangere la coerenza leghista ai tempi di Umberto Bossi, figli a parte.
IN EVIDENZA – IL SOLE 24 ORE DI DOMENICA 7 APRILE 2024-
La sanità oggi è solo per ricchi? Non ancora, ma questo è il motivo per il quale siamo preoccupati. Non vorremmo che lo diventasse. Ci sono dei segnali di scricchiolio del Servizio sanitario nazionale pubblico che vanno compresi, recepiti e che chiedono di avere delle politiche di reazione. Fare la manutenzione è assolutamente fondamentale per mantenere funzionante ed efficiente il SSN pubblico. Quello che noi vogliamo sottolineare con il Manifesto è che la sanità è una grande ricchezza dell’Italia e che si deve lavorare per fare manutenzione.
Così il presidente dell’Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM), Francesco Perrone, interpellato dalla Dire in merito al manifesto ‘Non possiamo fare a meno del servizio sanitario pubblico’, firmato da 14 scienziati di livello internazionale, tra cui Perrone stesso e il premio Nobel Giorgio Parisi, rilanciato oggi dai media nazionali.
Ma siamo ancora in tempo per salvare il SSN? “Certamente– risponde Perrone– noi riteniamo di essere ancora in tempo, altrimenti non avremmo fatto un appello, che vuole essere costruttivo. Siamo tutti convinti che, pur nella necessità di fare scelte coraggiose, vi sia assolutamente lo spazio per riavvicinare l’Italia ai Paesi dell’Europa occidentale, che investono molto di più. Dobbiamo essere coscienti che si tratta di investimenti e non di costi“.
Lanciare un appello e chiedere che si faccia una riflessione, dunque, viene fatto nell’ottica di “dare un contributo, di spingere chi in qualche modo ha la possibilità di modificare le politiche. Vale per questo governo, vale per il prossimo, ma vale anche per quello che non hanno fatto i governi precedenti”. Il messaggio, dunque, è capire che la sanità e gli investimenti nel Servizio sanitario nazionale rappresentano una “ricchezza di tutti quanti”.
Come ha detto Silvio Garattini (anche lui firmatario della manifesto, ndr) in una intervista, in Italia “alla fine i soldi si trovano per un sacco di cose, ma purtroppo per quello che riguarda la manutenzione del SSN siamo sempre un po’ indietro“.
Prosegue Perrone: “Non tanto come numeri assoluti, perché il governo sicuramente ha messo più soldi rispetto agli anni precedenti, quanto piuttosto per il fatto che nel frattempo il potere d’acquisto dei soldi è diminuito. Ed è questo il motivo per cui ci siamo concentrati su una unità di misura che è la percentuale del PIL investito nella sanità. L’Italia da questo punto di vista rispetto all’Europa è indietro, lo dimostrano i numeri, non è colpa di nessuno ma del fatto che negli ultimi venti anni non abbiamo sufficientemente capito che bisogna investire molto di più in questo settore“.
Secondo Perrone, è allora necessario fare scelte che “vadano oltre la legislatura, oltre il tempo di un governo e oltre il tempo di un ministro. Bisogna fare delle scelte che garantiscano la salute delle generazioni future”. Ma il manifesto ha sottintesa anche la preoccupazione attuale per le fasce di popolazione con redditi medio-bassi, che dovranno inevitabilmente iniziare a sostenere dei costi per essere curati? Si può prospettare uno scenario in cui le persone meno abbienti saranno anche le più malate? “La difficoltà socio-economica, storicamente, dappertutto e non solo in Italia si accompagna anche a condizioni di salute peggiori e ad un maggiore rischio di malattia- risponde Perrone alla Dire– per quello che riguarda il cancro, AIOM ogni anno pubblica una monografia, ‘I numeri del cancro’, e da questa emerge che c’è una convergenza di cattivi stili di vita, di scarsa propensione allo screening con anche condizioni di disagio socio-economico maggiore. E tutto questo chiaramente fa un cocktail che inevitabilmente va a colpire di più alcune fasce della popolazione”.
Infine Perrone è “semplicemente l’analisi di un fenomeno che è in contrasto per certi versi con quello che è il dettato dell’articolo 32 della Costituzione, cioè l’Italia è un Paese nel quale la possibilità di accesso al Ssn deve essere uguale per tutti. La differenza tra ricchi e poveri, nel mio modo di vedere e in quello di molte persone, sarà il fatto che si pagano tasse in maniera differenziata a seconda della propria ricchezza, ma una volta che un cittadino contribuisce al mantenimento della macchina dello Stato in misura proporzionale a quella della sua capacità di reddito, dopo la garanzia della salute deve essere uguale per tutti”.
LIGURIA L’ASSESSORE GRATAROLA- GENOVA. “Non dobbiamo giustificare disastri che non ci sono, ma dobbiamo invece continuamente smentire con dati concreti le parole di consiglieri di opposizione che, anziché fare proposte credibili, puntano a demolire un settore strategico come la Sanità che viene definita allo sfascio, ma che poi alla resa dei conti dei numeri ministeriali è in linea e a volte anche meglio della media nazionale”. L’assessore alla Sanità Angelo Gratarola risponde così alla nota del consigliere regionale di opposizione Davide Natale.
“Per il reclutamento degli OSS il riferimento di Regione Liguria è il piano dei fabbisogni del personale definiti dalle aziende ed enti sanitari e per il 2024 indica 328 unità. I numeri forniti dal consigliere Ugolini quindi non hanno aderenza con quanto espresso dal territorio”. L’assessore alla Sanità Angelo Gratarola replica così al consigliere di opposizione Paolo Ugolini.
“Il personale è tema attenzionato da questa amministrazione prova ne sono i concorsi del 2023 che, con assunzioni a tempo indeterminato, hanno permesso di individuare 1702 infermieri e 828 Oss da destinare alle Asl e agli ospedali di tutta la Liguria – aggiunge Angelo Gratarola – Il numero di assunzioni degli Oss per l’anno corrente dunque viene indicato nei Piani Integrati di Attività e Organizzazione (PIAO) che le aziende e gli enti definiscono sulla base dei fabbisogni delle diverse strutture e del numero di unità per le quali risulta nota la cessazione del servizio”.