Al Teatro Defferrari di Noli ho visto il mio primo film, ”Rita da Cascia”.
di Massimo Germano
Allora una primizia, visto che era del 1943, e veniva proposto alle scolaresche delle elementari nel 1949. Eravamo tutti eccitati, nell’attesa, i più grandi ostentavano indifferenza, ma per me fu una vera emozione.
A Torino di cinema non se ne parlava. Qualche volta i miei genitori consultavano sulla Stampa la classificazione delle pellicole: per tutti, per tutti con riserva, adulti, adulti con riserva, esclusi. Loro si fermavano agli spettacoli per tutti, una volta quasi stavano per cedere, credo si trattasse del film ”Francis il mulo parlante”, ma poi si arresero di fronte ad un ostacolo insormontabile, ad un divieto assoluto che impediva qualsiasi partecipazione.
Nella sala in cui il film era programmato la proiezione era preceduta dal Varietà, l’Avanspettacolo, e tanto bastava.
Oggi mi diverte ai mercatini dell’usato ricercare gli spartiti dell’epoca in cui sono immortalate le divertenti musichette che accompagnavano le scenette umoristiche, i balletti, i numeri di prestigio di cui si componeva allora l’Avanspettacolo.
Si trovano a buon mercato, quando si trovano. La richiesta è scarsa, come per tutti gli spartiti di musica leggera di quegli anni.
Dal punto di vista musicale sono interessantissimi, spesso anticipano i cambiamenti musicali degli anni futuri, lo svecchiamento della tradizione melodica allora imperante.
Per me è anche un poco una tardiva rivincita. Il ”Varietà” rappresentò (per me) per molti anni il ”proibito”, quello che allora era circondato da mille misteriosi affascinanti veli. A Noli l’Avanspettacolo non c’era, e si poteva andare al cinema in tutta tranquillità, contenta mia nonna, contenta mia zia. Solo mio nonno espresse qualche critica: ”Come primo film ti potevano proporre qualcosa di più divertente”.
Massimo Germano