Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Il Centrodestra e polemiche immobiliari. Ora primeggia la ministra Santanché. Ad Albenga si era costituito il circolo locale D-Donna, primo in Liguria


Il Centrodestra Italiano e i suoi atavici dilemmi immobiliari: Claudio Scajola e la casa romana, Gianfranco Fini e la casa a Montecarlo. Ed ora Daniela santa in che? Ad Albenga, primo in Liguria, si era costituito il circolo locale D-Donna, l’associazione politica presieduta a livello nazionale dall’onorevole Daniela Santanchè: presidente Luisa Caristo, vice Michela Calandruccio, responsabile regionale Antonella Tosi nel marzo 2009 candidata sindaco a Toirano, insegnante di diritto ed economia all’Istituto Tecnico Falcone di Loano, lungo corso politico in AN.

di Antonio Rossello

Il Centrodestra italiano è stato spesso al centro delle polemiche per i suoi legami con il mondo immobiliare. Due figure di spicco, Claudio Scajola e Gianfranco Fini, hanno notevolmente già attirato l’attenzione pubblica per vicende legate alle loro dimore, mettendo in luce i mali e le controversie che possono circondare il rapporto tra politica e immobili. Da ultimo un’altra personalità al vertice, Daniela Santanchè (storpiandone il cognome, bonariamente viene da chiedersi “santa in che?”) non si è dimostrata da meno rispetto ai due illustri predecessori. Nella trasmissione Dimartedì a La7, il direttore editoriale del Secolo d’Italia (vicino alla destra) Italo Bocchino, già parlamentare MSI, AN, PDL, FLI, ha definito ‘figa‘ la ministra.

Claudio Scajola e la Casa Romana – L’ex ministro Claudio Scajola è stato coinvolto in uno presunto scandalo legato all’acquisto di un lussuoso appartamento a Roma. Nel 2010, mentre ricopriva l’incarico di Ministro dello Sviluppo Economico nel governo Berlusconi, Scajola si dimise in seguito all’accusa di aver acquistato un appartamento nel centro di Roma per un prezzo molto al di sotto del suo valore di mercato. L’appartamento in questione, del valore di oltre sei milioni di euro, venne acquistato da una società offshore riconducibile a Scajola per poco più di 600.000 euro.

Questo episodio ha sollevato sospetti riguardo possibili favoritismi e uso improprio della propria posizione politica a fini personali. Scajola è stato successivamente condannato per riciclaggio e falsità ideologica in atti pubblici nel 2015, ma nel 2017 è stato assolto in appello.

Gianfranco Fini e la casa a Montecarlo- Nel 2010, Gianfranco Fini (Alleanza Nazionale, Il Popolo della Libertà, Futuro e Libertà per l’Italia), ex presidente della Camera, si trovò al centro di una controversia immobiliare per l’acquisto di una villa a Montecarlo. L’operazione sollevò dubbi sulla provenienza dei fondi e la trasparenza delle transazioni. La villa, dal valore di circa 1,7 milioni di euro, fu acquistata tramite una società associata a Fini e alla sua compagna, scatenando polemiche sull’etica dei politici di alto livello e sull’integrità delle loro operazioni finanziarie.

Successivamente, Fini fu coinvolto in un processo relativo alla casa di Montecarlo, con richiesta di otto anni di carcere per lui e condanne per altri membri della famiglia Tulliani, principalmente per riciclaggio. In aula, la compagna di Fini, Elisabetta Tulliani, ammise di aver nascosto a Fini l’origine dei fondi, pensando fossero del fratello. Questo segnò una svolta dopo quindici anni di silenzio, dando speranza a una ricerca di verità.

Il processo ruota attorno all’acquisto dell’appartamento di Montecarlo, ereditato da Alleanza Nazionale, sospettato di essere stato comprato con denaro di provenienza da attività illegali di Francesco Corallo. Il legame tra Fini e Corallo avrebbe influenzato il patrimonio dei Tulliani, con fondi destinati ad operazioni immobiliari. Il processo, avviato nel 2018, ha visto una lunga inattività nei primi tre anni.

In più recenti interviste, Fini ha dichiarato di sentirsi ingannato dai Tulliani, interrompendo i rapporti con il fratello quando scoprì la sua proprietà sulla casa. Solo successivamente, durante il processo, ha appreso il coinvolgimento di Elisabetta come co-proprietaria e il trasferimento di fondi da parte del fratello, rivelazioni che non conosceva prima. La sentenza è attesa il 18 aprile.

Daniela Santa in che? Un’analisi satirica delle avventure immobiliari di Santanchè e Compagni. Parlamentare i carriera di Fratelli d’Italia, ha gestito per 10 anni due gruppi, Visibilia e Bioera, che non hanno mai generato un euro di utilim solo passività crescenti)

Nel folle mondo dell’immobiliare, dove i soldi crescono sugli alberi come foglie in autunno, siamo stati nei giorni scorsi testimoni di un’affascinante commedia intitolata: “La Villa delle Meraviglie: Acquisti e Rivendite in un’ora”. Protagonisti indiscussi: Dimitri Kunz D’Asburgo, compagno della brillante Daniela Santanchè, e Laura De Cicco, moglie di niente meno che il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Ma aspettate, non è finita qui!

Il plot comincia con un colpo di scena da far impallidire Persone & Case: una villa a Forte dei Marmi viene comprata per la modesta cifra di 2,45 milioni di euro, solo per essere rivenduta a un prezzo gonfiato di 3,45 milioni di euro, il tutto in meno di un’ora! Certo, Shakespeare sarebbe invidioso di tanta drammaticità.

Ma quali stravaganti circostanze hanno portato a questo capolavoro dell’ingegno immobiliare? Forse un lampo di genio, o forse un semplice gioco di “Compra, Rivendi, Incassa”? Ah, il mistero avvolge queste transazioni come una nebbia densa su un prato al mattino!

Mentre la Guardia di Finanza, armata di leggi e regolamenti, cerca di svelare il mistero di questa rapida compravendita, il pubblico si chiede: chi sono i veri eroi di questa storia? Gli imprenditori astuti che hanno visto un’opportunità e l’hanno afferrata al volo, o forse solo un gruppo di eroi tragicomici in cerca di una rapida vincita? Forse siamo tutti protagonisti in questo incredibile spettacolo dell’avidità umana!

Ma non temete, cari spettatori, perché i nostri eroi hanno risposto alle accuse con fermezza e dignità, dichiarando che tutto è avvenuto “alla luce del sole” e con la trasparenza di un cristallo di rocca. Ma, naturalmente, noi tutti crediamo a tutto ciò che viene detto in politica, non è vero?

Ordunque, mentre il sipario si chiude su questa commedia dell’arte moderna, non possiamo fare a meno di chiederci: quale sarà il prossimo atto nella saga di Daniela Santa e compagni? Forse una villa a sorpresa nelle colline umbre? O forse una dimora nascosta tra le nebbie della Scozia? Solo il tempo (e forse qualche investigatore fiscale) potrà dirlo. E così, cari lettori, vi lascio con un consiglio: se volete far carriera nell’immobiliare, ricordatevi sempre di portare con voi una buona dose di ironia e un pizzico di fortuna, perché in questo mondo tutto può accadere, anche comprare e vendere una villa in meno di un’ora!

Fine della commedia. O forse no?

Riflessioni sulle implicazioni- Questi episodi evidenziano le vulnerabilità del sistema politico italiano, dove le connessioni tra politica e affari immobiliari possono facilmente sfociare in controversie e scandali. La mancanza di trasparenza e di controlli adeguati può favorire comportamenti discutibili da parte dei politici, minando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

È fondamentale che vengano adottate misure rigorose per prevenire conflitti di interesse e garantire la trasparenza nelle transazioni immobiliari dei politici. Solo attraverso un sistema basato sull’onestà e sull’accountability sarà possibile preservare l’integrità della democrazia e ristabilire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni politiche.

Antonio Rossello

NOTA DI REDAZIONE – L’Espresso del 22 marzo 2024 dedica la copertina con una documentata e meticolosa inchiesta giornalistica  di 7 pagine dal titolo ‘Santacrac La ministra dei fallimenti. Dice sono imprenditrice ma le sue società hanno prodotto solo perdite. una rete di imprese in profondo rosso indebitate soprattutto con lo Stato. Ma la ministra del turismo rimane al suo posto, dove gestisce miliardi’. ‘Ecco la radiografia delle aziende  in profondo rosso della senatrice e titolare del Turismo Daniela Santanchè (ovvero Daniela Garnero). Tra le avventure nel 2013  compra da Mondatori (Berlusconi e C.) la prima testata, Ville& Giardini a cui si aggiungono Ciack, Pc Professionale e poi altre riviste come Novella 2000 e Visto. Il primo esercizio (con un capitale  d’avviamento di 4,2 milioni, valore di bilancio delle testate) si chiude con perdite di 2,6 milioni su un giro d’affari inferiore a 2.  In tutta la sua storia la società editoriale  non ha mai generato un euro di utili,  Nei bilanci 2014-2021 si sommano perdite fino a 11 milioni…’..

DA IVG.IT IN ESCLUSIVA 6 FEBBRAIO 2008 -Politica: ad Albenga il primo circolo D-Donna in Liguria.

Ad Albenga, primo in Liguria, si è costituito il circolo locale D-Donna, l’associazione politica presieduta a livello nazionale dall’onorevole Daniela Santanchè: presidente Luisa Caristo, vice Michela Calandruccio, responsabile regionale Antonella Tosi.
“Gli scopi dell’associazione sono quelli di sviluppare iniziative culturali, sociali e politiche, volte alla diffusione dei principi e dei valori della democrazia liberale”, si legge in una nota.
“Il circolo D-Donna ha come obiettivo prioritario quello di sostenere concretamente e attivamente i valori dello Stato di diritto, della società e della persona contro ogni forma di relativismo e di indifferenza ideologica. I valori fondanti delle azioni del circolo – conclude la nota – sono la radici cristiane e le tradizioni umanistiche della nostra civiltà e storia, il concetto di patria e di identità nazionale, il diritto alla sicurezza e la giustizia sociale, l’attenzione all’ambiente”.

DA IVG.IT IN ESCLUSIVA 21 MARZO 2009 – Albenga, Daniela Santanchè lancia l’idea degli asili nido condominiali.

Albenga al tavolo dei relatori anche Daniela Santanché e Eraldo Ciangherotti

Albenga. Si è svolto presso l’auditorium San Carlo di Albenga il quinto appuntamento della serie di incontri del laboratorio di analisi socio-politica promossi dal Cav-i ingauno e da Federvita. “Il mondo della donna, le politiche sociali, l’impegno nel volontariato e la sussidiarietà nel mondo femminile”: questi gli argomenti che sono stati trattati dai relatori della serata: Daniela Santanchè, segretario del “Movimento per l’Italia”, Antonietta Semeria Lanna, direttrice del Cespim di Imperia, ed Elena Strada, consigliere ingauno del direttivo dell´Uildm.

All’auditorium San Carlo, oltre ai vertici nazionali del Movimento per l’Italia guidati da Francesco Salmoiraghi, era presente anche il coordinatore regionale Luigi Ioannone. In sala anche il consigliere del Comune di Albenga, Concetta Vespo, responsabile delle Pari Opportunità. Durante la serata del quinto incontro del laboratorio di analisi sociopolitica, clima di grande attenzione per la testimonianza di Elena Strada, consigliere del direttivo dell’Uildm sezione di Albenga, che ha raccontato la sua esperienza, da disabile in carrozzella, prima nel ruolo di ortottista presso il consultorio Asl Savonese e poi di volontaria nell’associazione. Interessante e ricco di spunti anche l’intervento di Antonietta Semeria Lanna, direttrice del Cespim, che ha illustrato come in 40 anni il ruolo del mondo del volontariato sia profondamente cambiato e costituisca oggi giorno una ricchezza indispensabile che ha sopperito alle mancanze istituzionali, puntando sempre alla formazione e all’informazione.All’onorevole Daniela Santanchè è stato proposto un intervento-dibattito sulle problematiche che oltre 25 donne di Albenga, molte delle quali presenti in sala, hanno suggerito via Facebook sulla pagina dedicata all’iniziativa.

Dalle donne intervenute è stato chiesto maggiore impegno alle istituzioni locali, affinché la donna sia rispettata e tutelata davvero; maggiore prevenzione nella salute della donna ed informazione medica circa i rischi di salute della donna; maggiore sicurezza di fronte ai reati di stupro e violenza; più tutela soprattutto durante la maternità, con adeguate strutture.Fra le altre richieste, i sussidi per le donne che decidono di non lavorare per dedicarsi interamente alla famiglia, al figlio eventualmente disabile o all’anziano infermo; la “protezione dall’aborto” con l’impegno da parte delle istituzioni a farsi carico di tutelare la maternità insieme alla madre; la costituzione di gruppi di auto-aiuto, soprattutto di fronte alla maternità, per poter sopperire alle personali difficoltà economiche e alle poche risorse investite dallo stato nel servizio alla maternità; maggiore formazione nella promozione dell’imprenditoria femminile mediante nuove tecnologie; più sostegno alle categorie femminili deboli per l’inserimento nel mondo del lavoro; maggiore formazione nel confronto con le istituzioni bancarie.

Infine, sono state suggerite agevolazioni per le donne pendolari sul lavoro, con l’istituzione degli asili nido aziendali; sussidi per le donne che decidono di rinunciare al lavoro per occuparsi della famiglia; formazione nelle fasce adolescenziali e giovanili per prevenire la dipendenza dal consumo di alcool e droga; più politiche giovanili e investimenti nello sport, più progetti per mettere i giovani “in rete” nei circuiti del sapere.

“Care donne” ha spiegato il segretario del Movimento per l’Italia, Daniela Santanchè, rivolgendosi al pubblico presente in sala, “noi siamo maggioranza assoluta essendo il 54% della popolazione nazionale. Facciamo un patto sulle vostre richieste, si vince se si sta insieme, noi possiamo vincere arrivando a traguardi impensabili se stiamo assieme perché non si vince mai da soli nella vita, nell´amore, nel lavoro, nella famiglia e tanto meno in queste sfide culturali così alte. Bisogna sostenere da un punto di vista politico e istituzionale il volontariato che ha veramente recuperato tutto ciò che lo stato non ha fatto. Le associazioni di volontariato, chi più chi meno, nella nostra nazione hanno veramente svolto un lavoro grandioso perché chissà quante sofferenze in più ci sarebbero se non ci fossero le associazioni di volontariato che si occupano degli ultimi, dei deboli, dei bambini”.

“Io credo” ha continuato Daniela Santanchè, “che la cultura nei confronti delle donne dal 1968 ad oggi sia solo peggiorata nel nostro paese, per i danni alla donna e alla famiglia, procurati dal ’68 con le rivendicazioni di tante donne scese nelle piazze italiane. Nessun cambiamento culturale dunque, se non in negativo. È peggiorata infatti la sicurezza per le donne, a riprova del fatto che in Italia ad oggi abbiamo il massimo degli stupri commessi e già solo nel 2008 sono state ammazzate 180 donne per violenze sessuali. È peggiorata pure la cultura dell’amore, questo cosa vuol dire che la parità forse dovrebbe iniziare dalla culla, che dovremmo noi mamme essere capaci di educare i figli a quella parità tanto auspicata. Manca poi una cultura della dignità della donna e di parità di genere, non per colpa degli uomini ma per colpa delle donne, per la sindrome diffusissima dell’ape regina, perché le peggiori nemiche delle donne sono proprio le donne. A Milano infatti c’è un sindaco, Letizia Moratti, donna che ha 16 assessori in Giunta, di cui una sola donna; non conosco donne Ministro attuali che abbiano donne come loro capi di gabinetto o capi dei loro dipartimenti. Allora come donna, impegnata in politica, io non credo e non accetto la contrapposizione tra uomo e donna, che dagli anni ’68 in poi ha portato alla dissoluzione della famiglia”.

“Noi donne” ha concluso Daniela Santanchè, “abbiamo un valore aggiunto che è quello della nostra differenza: per una donna avere dei figli non deve essere un ostacolo, ma una grande risorsa; accoppiare la parola aborto alla conquista, come molte mie colleghe politiche spesso fanno in tv, indica veramente che come donne dobbiamo fare ancora tanta strada. Lo dico da donna: l’aborto non potrà mai essere una conquista ma la più grande sconfitta della vita di una donna. Perché se non si riesce a dare alla luce quel figlio che si ha nel grembo, ma di che conquista vogliamo parlare?”.

 


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A. Rossello

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