In una piazzetta di Noli c’è una vecchia lapide quasi dimenticata. Da bambino era una delle mie preferite, bella lunga da leggere, facevo sfoggio delle mie capacità di lettura. Riguarda quel gioiello di Noli che è la Spiaggia dei Pescatori, ed il treno.
di Massimo Germano
Un tributo pagato al progresso in Liguria fu la ferrovia. A partire dall’Unità d’Italia molte cittadine liguri furono letteralmente devastate da un ”mostro orribile” che portava molti vantaggi ma anche non pochi disagi. A Noli il tributo fu pagato fino agli anni settanta dello scorso secolo e lasci`o una cicatrice più o meno rimarginata che `e ancora visibile adesso.
Se Dante avesse visitato Noli negli anni del treno, probabilmente avrebbe trovato qualche ispirazione non solo per il Purgatorio, ma anche per l’Inferno.
Come già ricordato in Trucioli.it Anno XI, Numero 36, la cittadina era tagliata in due da una ”loop” tipo Chicago. Su di essa, a intervalli regolari, passava ad alta velocità una sferragliante metropolitana veloce. Se oggi, con i mezzi della ”augmented reality”, si mettesse a disposizione dei turisti che fotografano incantati il Castello dalla Chiesa di Sant’Anna quello che avrebbero visto dalla stessa posizione tanti anni fa, non ci crederebbero. Vedrebbero un muro, e se si fermassero un po’ pi`u a lungo proverebbero l’emozione di essere quasi investiti da un drago fischiante e sferragliante che senza nessun rispetto per le Chiese di Sant’Anna e di San Paragorio le dribblava entrambe per poi
sparire sotto Capo Noli.
Pochi treni si fermavano educatamente davanti alla vecchia stazioncina di legno. Oggi non si potrebbe pi`u. L’Intendenza alle Belle Arti avrebbe qualcosa da ridire, ma allora si era quasi contenti, si parlava persino di scampato pericolo, come testimoniato da quella lapide nascosta che ricorda l’opera di chi aveva evitato che il treno devastasse la marina, come previsto dal primo progetto. Fu in quel modo che si salvò una delle caratteristiche pi`u significative di Noli, la Spiaggia dei Pescatori, la più bella e la più centrale. Allora era essenziale alla sua esistenza, oggi con liberalità degna di una antichissima repubblica marinara viene concessa in uso al turista estivo che si sobbarca la fatica di montare e smontare la sua attrezzatura. Come una cometa che brucia la sua chioma per salvarsi la coda, Noli sacrificò il suo cuore per salvare la sua Spiaggia dei Pescatori. Ancora per quanto? Che ne sarà di lei in questo confuso clima di liberalizzazione degli arenili?
Massimo Germano