Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Noli, i miei ricordi. Benedetta punizione!


Sono accusato di inesattezza nei miei ricordi relativi alla mia ”Stagion Lieta” a Noli, vedi Trucioli Anno XII numero 26.

di Massimo Germano

La cartolina del 1949 dei Bagni Anita di Noli

L’uscita dalle elementari avveniva dalla scala di via Gandoglia e si correva (non in via Deferrari) ma giù per quella famosa stradina tra gli orti ricordata sempre in Trucioli Anno XII Numero 9.
Essere precisi nei ricordi è difficile, si spera nel complesso di essere veri. A questo proposito è doveroso qui onestamente confessare, per motivi di esattezza storica, che nelle intenzioni dei miei genitori la mia favolosa seconda elementare del 1949 a Noli in realtà fu una punizione.

Quell’estate ne avevo combinate troppe. Giglio e Maria, mitici bagnini degli Anita, vedi Trucioli chiudevano spesso un occhio, ma qualcosa era arrivato alle orecchie di mia madre. La goccia che fece traboccare il vaso fu la faccenda del trampolino tirato su per il mare grosso: assolutamente proibito tuffarsi.
Quella volta Giglio perse la pazienza, ricordo Maria che ci inseguiva roteando un costume bagnato, noi ridevamo. Allora non si eccelleva in psicologia infantile. Oggi ci si riunirebbe intorno ad un tavolo, se ne parlerebbe, si discuterebbe la cosa. Prepararono tutto accuratamente, nulla osta scolastico e robe varie, a mia completa insaputa.
Il giorno della partenza per Torino, a fine vacanza, capii che qualcosa non andava, mia sorella e mio fratello rivestiti di tutto punto, io che restavo in zoccoli e mutande. Arrivati al treno mi slanciai come sempre per primo sul predellino, ma mi fermò la mano di mio padre. ”Tu resti qui”, mi disse, e fu tutto. Li salutai piangendo, una mano nella mano di mio nonno, nell’altra un Albo d’Oro di Topolino pietosamente offerto da mia madre dopo un ultimo bacio. Avevano pensato anche a quello.
L’atroce dolore non durò a lungo. Nel pomeriggio eravamo già a pescare bavose dal piccolo molo della Villa Pisapia. La canna l’aveva fatta mio nonno ricavandola da dei bambù che ancora resistono oggi, in riva al mare, nei pressi di Spotorno. L’amo, la lenza e il galleggiante erano stati acquistati dal fotografo che si trovava vicino al Bar Sirito. Pane e formaggio per esca, formaggio poco, accuratamente misurato dalla nonna: ”Come li trattate bene questi pesci!”. A volte pensavo ai miei, con un po’ di nostalgia, ma non troppa.

A Noli c’erano tante cose che mi incuriosivano. C’erano i nuovi compagni ed i nuovi giochi, c’era mia cugina ed il suo fidanzato, alle volte mi
portavano con loro. Era una compagnia di ragazzi grandi, uscivano da una guerra spietata, ma erano allegri e spensierati.
Restai in punizione fino ad Aprile, la maestra di Torino rivendicava i suoi diritti, mi mandò una bella cartolina dicendo che lei e i miei compagni mi rivolevano con loro, compreso quello che faceva la spia. Inoltre, senza almeno un mese di frequenza a Torino non mi avrebbe ammesso alla terza. E così la mia benedetta ”punizione” ebbe fine.
Massimo Germano


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M. Germano

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