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Liguria e Basso Piemonte

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Nuovi problemi della scuola savonese? Risolti con metodo antico. La richiesta solo di un ‘signorsì’. I colpi di mano di Toti e Ferro. Il grave ‘caso Carcare’


L’anno scolastico 2023 -2024 è cominciato nel savonese come d’abitudine: mancavano le aule e le palestre, organici ridotti tra i docenti fino ad arrivare a pochi giorni dal suono della prima campanella con duecento insegnanti da reclutare: anno nuovo e problemi antichi o meglio atavici!

di  Gianfranco Barcella 

I 29.838  studenti hanno dovuto fare esercizio di pazienza e tutto questo può avere anche una sua valenza educativa. Si è ripartiti con un orario ridotto, per le prime settimane in attesa che tutte le cattedre fossero assegnate. Ad agosto in Liguria risultavano vacanti ancora 2300 posti e si era in corsa per le nomine. Da SOS era la situazione degli insegnanti di sostegno.  Nihil sub soli, novum! Nell’Antica Roma il magister ed il grammaticus avevano maggiore considerazione. E non dimentichiamo la stima riservata al retor.  Inoltre furono i Greci che introdussero a Roma il concetto dell’assistenza sanitaria per tutti i cittadini. Infatti al tempo di Augusto, fu istituito un servizio un servizio pubblico, espletato da quattordici <archiatri>, pagati dallo Stato che assicuravano l’assistenza medica a tutti, indistintamente. E Roma Antica ha dettato valori di civiltà al mondo intero, su queste basi! Io sono sempre più convinto che la storia sia un’ottima maestra ma abbia pochissimi allievi.

Intanto non si fermano le polemiche sul dimensionamento scolastico in Liguria e nel savonese, con reazioni e commenti preoccupati. Savona ha accolto con sgomento e preoccupazione la notizia degli accorpamenti. Evidentemente la giunta Toti che aveva dichiarato orgogliosamente di ascoltare le esigenze educative del territorio, non ha potuto sottrarsi agli obblighi ministeriali. Forse ha scelto ancora una volta la modalità peggiore per attuare il dimensionamento degli organici senza alcun coinvolgimento e scavalcando le istituzioni locali.

Errore di comunicazione, forse. Però si ripete la procedura del collocamento della nave rigassificatrice Golar Tundra.

Adele Taramasso

L’anno scolastico 2023 -2024 è cominciato nel savonese come d’abitudine: mancavano le aule e le palestre, organici ridotti tra i docenti fino ad arrivare a pochi giorni dal suono della prima campanella con duecento insegnanti da reclutare: anno nuovo e problemi antichi o meglio atavici! Adele Taramasso consigliera  della provincia Savona di Azione, propende per questa ipotesi. Il fatto è che resta il caos sul dimensionamento scolastico.

Il presidente Toti e l’assessora Simona Ferro

“L’assessore alla Scuola, Simona Ferro -spiega Taramasso– aveva promesso di posticipare gli accorpamenti al prossimo anno e di avviare un tavolo di confronto con i territori ma ha disatteso questo accordo pochi giorni dopo con l’accorpamento in Val Bormida, soluzione già scartata e non condivisa né con la provincia né con gli istituti interessati”. “Toti e Ferro, mentono sapendo di mentire- sottolinea il consigliere regionale Pippo Rossetti-. A Savona non c’è nessun accordo e proprio da questo mancato accordo era nata la lettera dove l’assessore aveva parlato di rinvio”.

Spiega ancora Rossetti: “Il nodo non sciolto a Savona e Genova è comunque il meno peggio rispetto a quello che è successo a Spezia,dove logiche politiche, elezioni e maggioranze in Provincia hanno portato ad un dimensionamento nell’interesse della politica locale e non della scuola e dei ragazzi”.  “I Presidiracconta ancora Rossetti- stigmatizzano la mancanza di ascolto e di collaborazione ed il prossimo anno sarà peggio, con altri assi di accorpamenti, fatti per ridurre i numeri ed i costi (questa è la prima ratio n.d.r.) dei Presidi. Bucci e Toti  hanno negato la necessità di fare tutti gli accorpamenti e poi, richiamati all’ordine dall’Ufficio Scolastico Regionale, hanno fatto tutto fuori tempo massimo. Non basta non cambiare nome per dire che le scuole non cambiano. Le famiglie non sono informate adeguatamente, gli insegnanti sono trattati come pedine ed i presidi, obbligati a sorridere”. Per di più alcuni insegnanti supplenti da tre mesi non ricevono più lo stipendio. Pure il Liceo del Made in Italy desta forti perplessità in merito al suo avvio: “In dieci giorni senza averne mai parlato in fase di orientamento, i licei italiani delle scienze umane con indirizzo socio economico sono costretti, per non perdere il treno ministeriale, a far partire una prima classe del liceo Made in Italy- spiega ancora Rossetti- In realtà non è ancora chiaro che cosa sia questo liceo; il regolamento delle materie e dei risultati da conseguire deve essere ancora scritto per cui non c’è traccia delle materie e delle ore di insegnamento del triennio. Chi inizia a frequentarlo ha un biennio poco diverso dall’attuale liceo ma si sa, bisogna far vedere che la scuola cambia e fa <fico> far partire il liceo made in Italy, anche se oltre all’attuale liceo che cambia nome ci sono già quattro istituti tecnici che si occupano di aziende e di economia”.

E il gruppo <Uniti in Provincia> aggiunge. “Dichiarazioni inaccettabili da parte del presidente Toti e dell’assessore Ferro sull’episodio del colpo di mano che ha portato all’accorpamento dell’Istituto Comprensivo di Carcare. L’iter non ha visto il coinvolgimento dei territori, nonostante le rassicurazioni da parte della Regione, che assicurava le miglior intenzioni. Le richieste e le difficoltà della Provincia di Savona, emerse a seguito di un lungo confronto con le scuole provinciali, che aveva portato all’accorpamento sofferto e meditato lungamente degli istituti di Spotorno e Quiliano, erano state condivise con la Regione in una call del 3 Gennaio”.

“A questa riunione era seguita una comunicazione ufficiale da parte dell’Assessore Ferro, in cui si esplicitava la possibilità di rimandare al prossimo anno scolastico un ulteriore accorpamento, considerando che i piano di dimensionamento è triennale. Accordi che sono stati prontamente disattesi dalla delibera di giunta regionale del 12 gennaio, quando è stato deciso l’accorpamento sopraccitato in Val Bormida, soluzione già scartata in partenza dalla Provincia e dagli Enti interessati. La Regione dimostra di assumere una posizione scorretta, anziché garantire e supportare la funzionalità degli enti territoriali e delle istituzioni scolastiche. La scuola vive un periodo di crisi da anni, e subisce continui tagli senza alcun reale investimento sulle necessità degli istituti”.

“I consiglieri del gruppo UNITI PER LA PROVINCIA sono indignati per l’atteggiamento della Regione Liguria nei confronti dei territori ed in particolare quello savonese , ancora una volta denigrato e colpito senza preavviso né possibilità di dialogo”, concludono. Forti critiche arrivano anche dalla Federazione Provinciale del Partito Democratico: “Ancora una volta Regione Liguria opera come un elefante in una cristalleria, non solo non ascoltando i territori ma anche dichiarando in note ufficiali cose facilmente smentibili, come si può riscontrare in base ad altre note ufficiali. Rileviamo <nessuna precedente interlocuzione in cui sia stato trovato l’accordo> con la provincia di Savona.

Al contrario si era concordato di ragionare per il nuovo piano di dimensionamento  su un medio lungo periodo”.  Su un medio lungo periodo”. “Quello che ha fatto la Regione è inaccettabile su piano istituzionale ma anche sul pian politico. La legge sul dimensionamento, per contenuti e metodi, è sciagurata, Applicarla con questa maniera dimostra l’assenza di progettualità nei confronti dei territori e la lontananza dalla realtà quotidiana in cui dirigenti, insegnanti e operatori si trovano a lavorare”.

“La ripartizione dei numeri totali sulle province è sproporzionata e non tiene conto dei necessari ragionamenti, legati alla peculiarità dei territori. I tagli non possono essere accettati sui servizi fondamentali come scuola e sanità che al contrario andrebbero potenziati,” conclude il Pd provinciale.

“La nostra associazione ha sempre collaborato in modo proficuo con il Liceo Calassanzio, abbiamo svolto  nel corso degli ultimi 30 anni numerosi incontri sia dedicati agli studenti, sia di formazione per i docenti. Siamo rimasti stupiti della decisione di accorpamento, pertanto esprimiamo la nostra solidarietà alla dirigente scolastica ed a tutto il personale della scuola”, sottolinea il presidente Aned Savona, Simona Falco. “Il liceo Calasanzio, ha alle sue spalle 500 anni di storia, rappresenta un centro culturale fondamentale per l’entroterra savonese, pensiamo che l’accorpamento, possa sminuire questo valore. E’ triste constatare che per ragioni puramente economiche si penalizzi la qualità della formazione e della cultura degli studenti”, conclude.

Riguardo alle polemiche sull’accorpamento degli istituti savonesi, la Regione Liguria  ha ribadito quanto segue: “La delibera per l’integrazione del <Piano di dimensionamento della rete scolastica e piano dell’offerta formativa 2024-2025 approvata ieri, prevede tre accorpamenti sul territorio genovese e un ulteriore accorpamento  rispetto a quello previsto a novembre su quello savonese, tra l’I.C. Carcare con il Liceo Calasanzio di Carcare, creando un istituto omnicomprensivo. Il risultato raggiunto ieri è frutto di un percorso pienamente condiviso che ha visto la scelta da parte di Regione Liguria tra una scelta di proposte concordate con i territori, e ovviamente con l’Ufficio Scolastico Regionale. Regione Liguria ha seguito scrupolosamente sia le indicazioni tecniche fornite dagli uffici  che quelle arrivate dai territori interessanti che sono stati tutti coinvolti ed ascoltati”.

“E’ necessario inoltre ricordare che gli accorpamenti scolastici sono indispensabili per il raggiungimento della Milestone, prevista dal PNRR nell’ambito della riforma per la riorganizzazione del sistema scolastico, oltre che previsti dalla legge. Con la deliberava appena varata, Regione Liguria ha infatti raggiunto l’obiettivo minimo dei 12 accorpamenti previsti dal cosiddetto decreto <Milleproraghe>, che introduce la facoltà di arrivare, per l’anno scolastico2024 /2025 a un target pari a 174 autonomie anziché 178, allineandosi così  a quanto richiesto dalla Milestone del PNRR”. “Oltre a questo si sottolinea come questo accorpamento, che segue modelli applicati con grande successo in altri istituti liguri, non sia solo frutto di un percorso condiviso, ma valorizzi gli istituti coinvolti, permettendo la cosiddetta <verticalizzazione>. In questo modo gli studenti avranno la possibilità di effettuare tutto il percorso di studi, dalla primaria alla secondaria di secondo livello, nello stesso istituto”, concludono dalla Regione.

Riportiamo anche questo comunicato: “I Centralisti restano tali anche quando governano una Regione una Regione, e pretendono che le decisioni Genova-centriche ricadano sul territorio senza il doveroso ascolto dei territori. A cosa ci riferiamo? Al dimensionamento scolastico, in particolare sull’accorpamento tra l’Istituto Comprensivo d Carcare ed il Liceo Calasanzio. Ancora una volta la Regione umilia il territorio savonese con decisioni calate dall’alto, senza preavviso né discussione”.

Nella vicenda sull’accorpamento tra le due scuole valbormidesi, già al centro delle polemiche, interviene anche Grande Liguria. “Ci sentiamo colpiti come cittadini-scrivono in una nota- e indignati come movimento, dall’arroganza del potere centralista di cui fanno parte movimenti che una volta erano un tutt’uno con il territorio, e che oggi al riguardo non hanno nulla da dire se non un <signorsì> al potere”. Grande Liguria  si schiera  con convinzione al fianco di coloro che pretendono che la Provincia di Savona sia considerata non una discarica, o che debba subire tagli e chiusure.”Savonesi, un’altra battaglia ci attende e Grande Liguria la combatterà fino in fondo con la consapevolezza che siamo una grande Provincia che merita rispetto!”.

L’insegnamento con le <aule dedicate>, di stampo americano, che prevede lo spostamento degli alunni sarà la panacea di tutti i mali? Neppure a ciò che è chiaro e manifesto dobbiamo credere subito, poiché certe menzogne hanno apparenza di vero. E’ sempre bene aspettare: giorno dopo giorno la verità viene a galla”. L.A. Seneca, “De ira”.

Gianfranco Barcella

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO da Simona Ferro, assessore alle Politiche Giovanili, scuola e Università, e dal capogruppo della Lista Toti, Alessandro Bozzano, sul tema degli accorpamenti scolastici

“NESSUN TAGLIO ALLE SCUOLE, NESSUNO STUDENTE SPOSTATO”

“Neppure un bambino sarà spostato e neppure una scuola verrà chiusa. Il dimensionamento scolastico richiesto dal Ministro riguarderà esclusivamente la parte amministrativa. Detto questo, l’assessore regionale alla Scuola e all’Università Simona Ferro è da settimane che si muove in linea con i territori e ripete che l’apertura è massima”. Lo assicura Alessandro Bozzano, neo Capogruppo della Lista Toti, che interviene sul Piano di dimensionamento della rete scolastica e piano dell’offerta formativa 2024/2025.
“Tanto rumore per nulla dunque – riprende il consigliere savonese Bozzano – Preso atto che alle famiglie e ai ragazzi non cambierà nulla, per quanto riguarda l’accorpamento di Savona la scelta di Regione è caduta  sull’I.C. Carcare con il Liceo Calasanzio di Carcare esclusivamente perché così indicato dai tecnici. Ma se la richiesta del territorio è un’altra certamente troverà riscontro. Ho personalmente avuto rassicurazioni da parte dell’assessore Ferro, che ringrazio fortemente per l’importante lavoro svolto avendo limitato a due gli accorpamenti necessari sulla nostra Provincia ”.
“Come ho già ribadito in più sedi – conferma l’assessore Ferro – se il territorio opta per l’accorpamento tra gli istituti savonesi ne prendiamo atto e modificheremo la delibera regionale. Dal primo giorno ho lavorato a stretto contatto con il territorio, procedendo in accordo e seguendone le indicazioni. Savona godrà ovviamente dello stesso trattamento”.

 


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G.F. Barcella

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