A quanto pare solo in Italia i lupi crescono e si autocontrollano da soli secondo i sacri testi dei naturalisti. Nel resto del mondo crescono a dismisura, se ne riduce il numero per trovare il giusto punto di convivenza con l’uomo e le sue attività.
di Franco Zunino*
Prendiamo l’esempio dell’Idaho, Stato degli USA dove il lupo fu prima sterminato e poi giustamente reintrodotto non più di trent’anni or sono: da pochi esemplari sono cresciuti a formare popolazioni di centinaia di capi, tanto da aver costretto più e più volte le autorità che protegge la fauna selvatica ad intervenire per autorizzarne la riduzione (se ne è scritto più volte in Wilderness/documenti).
Lasciamo perdere il passato, limitiamoci alle ultimissime notizie che ci giungono da oltre oceano: che dicono i nostri esperti, nessuno super-partes e tutti filo-animalisti (il che dovrebbe essere una qualifica già squalificante per qualsiasi incarico gestionale per la fauna, quale che sia la specie da monitorare e gestire!)? Nel suddetto Stato da una decina d’ani è in vigore una legge che consente la riduzione del 90% la popolazione del Lupo grigio! Una legge che consente addirittura di uccider i lupi in tutti i modi possibili, anche i più atroci e non etici: trappolandoli o mediante lacci, sparandogli da aerei ed elicotteri, di notte e con visori notturni, ingaggiando veri e propri lupari, e senza alcun limite di capo.
Non è che sia proprio una cosa condivisibile, ma rientra nei pro e nei contro delle regole democratiche. E se in Idaho così vogliono, e nessuna altra legge lo impedisce, evidentemente qualche ragione ce l’hanno. Ora la questione da esaminare non è tanto il rischio di nuova estinzione del lupo, o soffermarci sulle ragioni per cui si riparla di questa caccia al lupo e del perché la si vorrebbe ridurre almeno nelle aree dove vivono i Grizzly (in quanto in trent’anni è già successo che nelle trappole e nei lacci siano finiti ben 19 Grizzly, che sono invece protetti, cosa che ne ha feriti molti e uccisi almeno quattro).
Ma farci riflettere sul tasso di crescita dei lupi che ha portato a questa situazione, visto che, si ripete, si era ripartiti da ZERO circa trent’anni or sono! È mai possibile che in Idaho succeda biologicamente ciò che non succede in Europa? O, piuttosto, non è che gli americani sono sinceri e dicono il vero sulla crescita della specie, mentre da noi si mente spudoratamente da decenni? Purtroppo è notorio agli occhi del mondo come noi italiani siamo ritenuti un popolo di azzeccagarbugli e altamente poco credibile!
LA MORIA DELLE BALENE. QUALCOSA NON QUADRA – Quante bugie si dicono in nome dell’ambiente! Sarebbe interessante se qualcuno iniziasse a raccogliere i proclami e dichiarazioni fatte a partire dagli anni ’70 del secolo scorso, e confrontarli con i fatti e i risultati di oggi: ci sarebbe da meravigliarsi non poco. Ad esempio, l’ultimo: le balene non sono più a rischio di estinzione a causa della caccia che gli si è fatto da sempre, ed anzi, nonostante i divieti che si è riusciti a far imporre, pare che le specie non siano affatto cresciute e siano anzi ancora in diminuzione. E allora ci si è attaccati al fatto che la moria la si debba alla plastica sparsa negli oceani (e ingoiata dalle balene) e al riscaldamento globale. Le nuove generazioni ci credono, ma chi ha vissuto il passato non può che avere dubbi. Ecco, troppe volte si danno per certi più che fatti accertati, la credenza di chi li propala. Poi gli anni passano e ci si accorge che qualcosa non quadra, che qualcuno non ce l’ha raccontata giusta o tutta giusta.