Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Noli tra ‘ricatto’ e ‘truffa’? Trasparenza cercasi da 14 anni. Dopo la frana di via Belvedere e 174 box


Se non è un ‘ricatto’ è una ‘truffa’ (non ci interessa l’aspetto penale, ma le scelte politiche-amministrative)? Dovrebbe essere dovere di un giornalista approfondire, far conoscere i fatti, chi si è occupato nel corso degli anni dei box e relativi lavori per la frana di ‘Via Belvedere’. Una story’ senza fine tra blocchi di lavori e demolizioni.

Trucioli.it del 7 settembre 2023 titolava ‘Noli. Avviso agli ignavi. Perchè?‘ con 846 visualizzazioni. Articolo, uno dei tanti sul tema specifico, firmati dall’ex sindaco Carlo Gambetta che non ha mai ricevuto smentite o richiesta di rettifiche ai sensi della legge sulla stampa. Men che meno querele.

Nelle prossime puntate il nostro libero blog che a Noli (molti i turisti lettori proprietari di seconde case) ha un numero di ‘navigatori’ internet superiore a città con il quadruplo di abitanti; nella prossime puntate, dicevamo, ci sforzeremo di sfogliare la ‘margherita’. In questo caso si tratta soprattutto di spine, ferite, mai rimarginate e ignoriamo tuttavia quanto interessi i cittadini e quale sia la loro conoscenza del ‘caso’ che scottante è a dir poco sotto il profilo politico, morale, di interesse sociale. Il Municipio, la casa di vetro?

Il decoro urbano in una zona centrale di Noli e in piena stagione turistica

Tutto ruota attorno ad una Convenzione tra Comune e privati. Un atto pubblico che non è mai stato rispettato (?) e dove sono state realizzate opere abusive ‘sanate’ per intervento della Soprintendenza e mai, per quanto se ne sa, portate a conoscenza della Procura della Repubblica. Con la giunta comunale che non ha mai deliberato se non con richiesta di consulenze e relative parcelle del legale del Comune. Con funzionari comunali che, da ultimo, chiamati ad esprimersi, scrivono opposte ‘conclusioni’. Ovvero il responsabile del procedimento (Riba fino al 2022) e Palermo (urbanistica ed edilizia). Entrambi architetti.

Cerchiamo di essere più precisi. Un solo accenno alle motivazioni della richiesta di modifica della convenzione citata.  Riba il responsabile del procedimento, non già Cinoglossa.  ‘Coinvolti’ nel corretto adempimento delle convenzione stessa. Cinoglossa è il responsabile per la realizzazione delle opere pubbliche (600.000€), oneri prevenienti dai contributi di urbanizzazione.

E’ quanto scritto, ben chiaro, all’inizio della lettera di Palermo. Quindi Cinoglossa e l’assessore Debora Manzino -ora vice sindaco-che casualmente è anche amministratore dei 174 box in parte già venduti dall’impresa (dunque in misura minore Riba) sarebbero gli unici ‘responsabili’ per non aver fatto rispettare la convenzione? Oppure hanno ‘colpe’ i sindaci: Fossati (in carica per un breve periodo causa malattia e dimissioni) e Repetto? Niccoli?

Chi sostiene tra i consiglieri comunali che al Comune ormai conviene fare una transazione con il nuovo proprietario (?) (il dr. Manilio Fossarello dentista di Cairo Montenotte).  Ma chi deve pagare le opere in difformità, assurdo che sia il Comune (dunque la comunità). E’ davvero la soluzione ottimale e chi ne uscirebbe avvantaggiato ?  Chi non ha rispettato la Convenzione (nero su bianco) e chi ha evitato di farla rispettare. Chi aveva il dovere, in Comune, dei sopralluoghi sul cantiere in corso d’opera ? Con quali risultati se oggi siamo ancora in attesa che magari un giudice nomini un perito per una scelta in extremis del Comune ?

Cosa si dovrebbe accertare secondo l’Amministrazione comunale ? 1) Una dettagliata descrizione delle opere di urbanizzazione in concreto realizzate dalla società Levi Srl nell’area di intervento con indicazione della loro conformità ai provvedimenti di sanatoria  già rilasciati dal Comune. 2)La  rispondenza o meno delle suddette opere rispetto a quelle di cui ai progetti ed elaborati allegati alla Convenzione (non rispettata comunque). 3) La rispondenza o meno delle suddette opere a quelle di cui alle Scia depositate nell’anno 2019 dalla Levi Srl. 4) La maggiore o minore funzionalità delle opere effettivamente realizzate  dalla Levi Srl rispetto a quelle  rappresentate negli elaborati  delle convenzione  2018 e altresì a quelle rappresentate nella Scia depositate dalla Levi nel 2019 ( e ritirate). 5)La stima del valore delle opere di urbanizzazione  in concreto realizzate dalla Levi Srl. 6) La differenza del valore-costo fra le opere di urbanizzazione in concreto realizzate dalla Levi nell’area di intervento, quelle di cui alla Scia nell’anno 2019 e 2018. 7)Individuazione delle opere previste e contemplate dagli elaborati ma non realizzate dalla Levi Srl con indicazione  del loro valore/costo.

Il giudice dovrà decidere, disporre.

Ma in quale contesto ci si muove se un dirigente comunale attesta che sono state fatte irregolarità urbanistiche e altro dirigente si rifiuta (giustamente) di pagare e riconoscere le opere abusive stesse ? Un ente pubblico può agire all’insegna di chi ha avuto ha avuto e di chi ha dato ha dato? Non è materia della Corte dei Conti o dell’Autorità Nazionale Anticorruzione?

LA ‘BELVEDERE STORY’ A TAPPE

Nel dicembre 2009 si manifesta il dissesto e l’immobile civ.ci 18 e 16 bis di via Belvedere (insieme ai caseggiati civ.ci 16, 14 e 12 della medesima strada) viene evacuato.
All’inizio del 2010 il Comune vara il piano di messa in sicurezza del versante su cui insistono tutti i caseggiati di cui sopra ed ordina alla Z&R – impresa committente e titolare del permesso a costruire i garage sul sedime dell’area ex ferrovia – di eseguirne i lavori.
Nel 2010 vengono richiesti ed ottenuti i sequestri conservativi a favore del civ. 18 e 16 bis a carico delle imprese committente ed appaltatrice, Z&R e Zoppi. Sempre nel 2010 inizia la causa di merito nanti il Tribunale di Savona. Alla fine del 2010 la Zoppi viene ammessa al concordato preventivo. Stessa sorte per la Z&R nel 2012. A seguito delle aperture di tali procedure concorsuali i sequestri vengono revocati.
Nel 2014 il CTU Prof. Berardi, nominato dal Tribunale di Savona, deposita la sua relazione dalla quale si evince che i lavori di messa in sicurezza ordinati dal Comune, sono stati eseguiti solo per il 50% e pagati per 1\3 (ovviamente, essendo la soc. Z&R quale obbligata, entrata in concordato preventivo).
A gennaio 2016 il Tribunale di Savona deposita la sentenza di I grado con la quale condanna al risarcimento in favore degli esponenti (proprietari di alloggi) in solido, Comune di Noli, ing. Delfino, Zoppi e Z&R.
Sempre nel 2016 la società Levy, che aveva rilevato dal concordato Z&R l’operazione garage (acquistando il terreno con le opere sino ad allora eseguite, sostanzialmente solo sbancamenti e opere fondazionali) progetta con l’ing. Peisino la variante dell’opera, inclusiva del completamento di messa in sicurezza del versante, in difformità da quanto prescritto nella perizia del I grado, variante che infatti prevedeva ulteriori scavi per mc. 2.500, poi eseguiti negli anni successivi.

Porte aperte a qualsiasi chiarimento di tutte le parti in causa.

(L.Cor.)

(CONTINUA LA PROSSIMA PUNTATA)


L.Corrado

L.Corrado

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