Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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E’ tempo di corbezzolo, l’unica pianta…


Siamo nel pieno della maturazione del corbezzolo, chi percorre le strade del nostro entroterra lo riconosce dal suo colore rosso vivo [quelli ancora in maturazione sono arancio, prima ancora gialli e verdi chiari], palline che colorano l’autunno di Liguria, di macchia mediterranea.

di Alesben B.

E’ l’unica pianta che oltre alle bacche riempie di fiori bianchi a mò di grappolini la sua chioma. Nessuno oggi sa che cosa sono i corbezzoli, i bambini delle elementari pensano che siano fagioli siciliani e pertanto sgranano gli occhi; i più anziani che, al nome italiano corbezzolo, non saprebbero cosa rispondere… però, se parlerete di “armunin”, nelle sue varie declinazioni, a seconda delle zone, Ponente e Levante, avrete una “ola”, non come avverrebbe nel Conero (dove il corbezzolo è addirittura nello stemma della Città di Ancona), ma certo nel ricordo del gusto antico, del dolce d’inverno, quando lo zucchero era merce e spezia rara e costosa, quando la frutta era “di badda”, gratis, offerta dalla natura, non certo trovata e comprata nei supermercati.

Si raccoglieva il corbezzolo, re della macchia mediterranea, negli stessi giorni della raccolta del mirto, altra essenza di tradizione: il frutto rosso per confetture, la bacca viola per liquori sapienziali, oggi tipicità della Sardegna, cugina dei ligustici [ Alba piluzza, Arculentu, Pàdrumu Periodo di fioritura: VI-VII Habitat: pendii aridi, bordi delle strade. Descrizione: pianta erbacea perenne alta].

Restiamo sul corbezzolo, frutto gratuito del bosco collinare, capace di trasformarsi in confettura, ma anche in uno splendido miele (a proposito, la Liguria, non si direbbe, è una delle regioni più capaci di produrre mieli di qualità, da quello di acacia al millefiori e, naturalmente, a quello di corbezzolo), o in un liquore dolce a “boscoso“.

Il corbezzolo è un piccolo albero o arbusto tipico della macchia mediterranea, molto longevo. Esistono diverse varietà di corbezzolo: l’Arbutus unedo, il più comune, che può raggiungere i cinque metri di altezza; l’Arbutus unedo ‘Atlantic’, di forma più compatta; e infine l’Arbutus unedo ‘Rubra‘, con fiori bianchi e rosati.

La pianta del corbezzolo è in genere un cespuglio sempreverde con foglie coriacee, dentate lungo i margini, di un bel verde lucente. I fiori sono piccoli, bianchi o verdastri, riuniti in grappoli e ricchi di nettare…I corbezzoli o corbezzole sono frutti autunnali commestibili che vengono consumati in vari modi, ma che gusto ha il corbezzolo? Senza dubbio è particolare, dolciastro ma acidulo. Il nome unedo allude proprio a questo perché significa “ne mangio solo uno“. Un consumo eccessivo può avere anche lievi effetti allucinogeni, paragonabili a quelli di un’ubriacatura.

I frutti del corbezzolo vengono comunque consumati freschi o sciroppati, da soli o in macedonia, o usati per preparare confetture e gelatine e altre ricette. È faticoso produrre miele di corbezzolo. Di colore grigio chiaro, scende dai favi molto lentamente, occorre avere un ambiente molto caldo perché si condensa quasi subito, e torchiarlo non si ottiene l’effetto desiderato. Anche il costo lievita, in compenso tale miele ha proprietà antisettiche e antinfiammatorie ed è utilizzato per trattare cistite e prostatite; è un prodotto tipico della Sardegna, perché questa regione offre un clima ideale per la crescita della pianta. Si tratta di un miele molto ricercato e raro perché, con il freddo e le piogge di fine autunno, le api non escono molto per bottinare. Considerato il suo sapore prelibato, però, è sicuramente una fatica ben spesa.

Del corbezzolo si usano foglie, radici e frutti. Le proprietà benefiche del corbezzolo sono date dalla presenza di arbutina (contenuta anche nell’uva ursina), metilarbutina, idrochinone e tannini, contenuti nelle foglie, nelle radici e nei frutti.

Le proprietà fitoterapiche del corbezzolo rendono questo rimedio utile in caso di infezioni dell’apparato urogenitale, come prostatite e cistite. In questo secondo caso però di solito si predilige l’uva ursina, il cui contenuto di arbutina è maggiore. La radice e le foglie sono tradizionalmente utilizzate per trattare la diarrea, per via delle proprietà astringenti date dalla presenza di tannini.

Un tempo, si è persa la tradizione e, con quella, la sapienza, anche in un vino, chiamato “vinello“, a bassa gradazione, che aveva nel corbezzolo l’alternativa all’uva. E che dire dell’alternativa, più elegante, dell’esplosione linguistica di stupore: “Corbezzoli”, rispetto al trivio, certo non è la stessa cosa sostituire “Armunin” con il riferimento al dio ligustico Beleno, ma insomma, ci può stare! Vino consigliato con una confettura di corbezzoli? Nessuno, in attesa che qualche cantina produca “vinello“.

Alesben B.


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