L’Italia è ancora senza un piano energetico aggiornato e pertanto è un Paese destinato ad essere perennemente in emergenza.
di Gianfranco Barcella
Già il covid ci ha sorpresi con un piano anti pandemico molto datato. Mi verrebbe da dire che siamo governati da politici miopi e poco previdenti ma questa considerazione è puramente pleonastica.
La Liguria, in merito alla politica energetica, è rimasta al 2021. A livello nazionale dobbiamo rifarci al piano voluto dal governo Draghi, stilato in un momento di emergenza ed ora ampiamente superato. Ora, dopo la bocciatura di ENI, bisognerebbe passare dal <particolare all’universale>. Regione Liguria e Regione Toscana dovrebbero unire la proprie forze per evitare lo spostamento della nave rigassificatrice Golar Tundra da Piombino a Vado, inutile e dispendioso, per puntare più in alto.
Venticinque milioni di euro, il costo dello spostamento da Piombino a Vado Ligure, andrebbero spesi con miglior profitto! Le risorse potrebbero essere investite, per esempio, per reindustrializzare parte delle aree della Val Bormida, circa un milione di mq. che attendono un futuro occupazionale.
Intanto le speculazioni sul mercato internazionale del gas continua fare profitti sulle nostre teste! La Liguria è tra le regioni in Italia, a più alto dissesto idrogeologico. Perché non impiegare le risorse economiche in una cura capillare dei territori più fragili e non arrivare così alle grandi catastrofi che richiedono spese ben più ingenti per riportare il territorio ad integrum oltre il tributo di morti da mettere in conto.
Come ha sostenuto molto opportunamente Andrea Pasa, segretario provinciale CGIL Savona, sarebbe più opportuno ragionare per dare un futuro migliore al nostro territorio non con attività impattanti sull’ambiente ma con proposte e progetti, utili a migliorare la qualità della vita.
Va ricordato in merito che, secondo una indagine ISTAT, la Liguria può <vantare> un livello di benessere più basso del Nord-Ovest. Sono stati valutati gli indicatori riguardanti la salute, il lavoro, le relazioni sociali, la sicurezza, l’ambiente, la qualità dei servizi. Oltre tutto ENI ha spiegato che il trasferimento della nave rigassificatrice in Liguria, aumenterebbe i costi infrastrutturali con ricadute sul prezzo di importazione del gas, o in alternativa il maggior onere per gli importatori, andrebbe annullato per via regolatoria, ovvero con la fiscalità o meglio ancora con la tassazione generale.
“E’ una considerazione che definisce ragionevole– Pablo Cinci, coordinatore dell’Associazione APELLO PER IL LAVORO E LO SVIPUPPO che si è costituita a Piombino-. E’ stato fatto un investimento, stimato in 78 milioni di euro che ha dato buoni risultati a Piombino dopo tre anni. Ora si parla di abbandonare tutto per costruire nuove infrastrutture in Liguria, con l’impegno di mantenere in perfetta efficienza, quelle edificate in Toscana, in quanto trattasi di infrastrutture strategiche per la sicurezza energetica nazionale”. “Si tratta, come è intuitivo,di una follia da punto di vista finanziario, industriale e del più comune buon senso”, spiega Cinci. E aggiunge. “Siamo praticamente ad un anno dal rilascio dell’autorizzazione; non mi pare di aver visto il verificarsi delle catastrofe, annunciate dai professionisti del terrore: il santuario dei cetacei non è stato profanato, la stagione turistica è andata mediamente bene, non mi pare di notare segni di cedimento nell’attività dell’itticoltura, i traghetti hanno continuato a collegare Piombino con l’Elba, persino le navi da crociera non hanno segnato il passo rispetto al passato. Ma una differenza in positivo c’è stata: il porto ha ripreso a lavorare con esso e le imprese che vi operano ne hanno trovato giovamento. Non ci eravamo più abituati da quando nel mese di aprile del 2014, si era fermata l’area a caldo, determinando il crollo dei traffici portuali per l’acciaieria, mediamente di un ordine di grandezza (da 400.000-450.000 a 30.000 tonn/mese)”.
Il consigliere regionale di minoranza Roberto Arboscello (PD) ha aggiunto in merito: “La dichiarazione del Ministro Frattin che parla di un rigassificatore a Vado come <fondamentale>, risulta completamente fuori luogo, soprattutto dopo l’allarme lanciato dal direttore dell’Aria Marina Protetta e dal consulente tecnico, incaricato dalla stessa sui rischi che quell’inestimabile patrimonio naturale correrebbe. Ricordiamo che Snam nel suo progetto non ha tenuto in considerazione la stessa Area Marina Protetta e le Zone Speciali di conservazione e per tappare la falla ha parlato di spostare i coralli per posizionare la Golar Tundra: una follia. Un Ministro dell’Ambiente che antepone una generica e nei fatti inesistente necessità energetica alla tutela ambientale non sta svolgendo il suo compito, ma sta solo tutelando gli interessi di qualcuno: in questo caso quelli di Toti. Democrito avrebbe commentato così: “I cattivi cittadini che arrivano alle cariche istituzionali, quanto più sono indegni di occuparle tanto più si mostrano incuranti e pieni di stoltezza e di arroganza”.
Intanto si va anche per carte bollate. La giunta Comunale di Savona ha approvato una delibera che autorizza il sindaco Russo a proporre ricorso al TAR contro il provvedimento che ha escluso il Comune della Torretta dalla conferenza dei Servizi per il nuovo rigassificatore nel savonese. “La comunicazione perfetta esiste. Ed è un litigio” Stefano Benni.
Gianfranco Barcella