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Henry Kissinger? Intravvedo chi fa il profittatore: “u se tacca a u russu e a u buzzu”


È morto Henry Kissinger e tutti scrivono su di lui, pro o contro che sia; è stato un grosso personaggio, protagonista della politica internazionale del XX secolo e non ci si può esimere da un commento alla sua scomparsa.

di Natalino Codatozza

Tra i mille che hanno scritto ne ho trovato uno che anche da questa occasione ha voluto prendere pretesto per parlare di sé stesso e trattandosi di una “vecchia conoscenza” al suo articolo ho dato un’occhiata. Ho visto snocciolare la già sentita sequela di improbabili dati auto-celebrativi che, in qualche modo, venivano associati alla figura del defunto statista usata per cavicchio e subito nella mia immaginazione si è affacciarsi la celeberrima immagine dello sketch di Petrolini che impersona l’imperatore Nerone; l’effetto immediato è stato un sorriso durato poco, dietro la macchietta è apparso evidente l’orizzonte di un enorme, mal celato egocentrismo.

Egotista, egoista, individualista, esclusivista, megalomane, presuntuoso, vanitoso, accentratore, sono i sinonimi che il vocabolario propone per egocentrico; a me invece è subito balenata un’espressione del dialetto genovese in grado di illustrare egregiamente il caso: “u se tacca a u russu e a u buzzu” che nel vernacolo locale si usa per indicare chi nella sua azione non risparmia nulla, neppure quanto ragionevolmente andrebbe tralasciato.

“Si attacca al rosso (maturo) e all’acerbo (buzzu)”, un’espressione che nella cultura contadina è “maturata” dall’esperienza di quanti hanno subito le scorribande dei ladri di frutta, i quali, agendo nella smania di perseguire il loro obiettivo, spogliano completamente gli alberi causando gravi danni.

In un’occasione come la morte di Henry Kissinger non è facile trovare qualcosa di originale da dire mentre tutti si cimentano a parlarne, si rischia la ripetizione o di scadere in luoghi comuni; vedere però il fatto tramutato in un’opportunità per proiettare il proprio film solipsista, mi forza a scrivere queste righe che costituiscano la metaforica sparata a sale nelle terga del profittatore.

Natalino Codatozza

 


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