Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

San Leonardo da Porto Maurizio. A lui si deve la pratica della moderna Via Crucis. Ma utilizzava i ‘pacieri’ per invitare alle prediche persone note per pubbliche inimicizie e discordie. Denunciava il pericolo della massoneria


Il 26 novembre si ricorda San Leonardo da Porto Maurizio. A lui si deve la pratica moderna della Via Crucis. E’ il Patrono dei missionari. A Imperia, dal 1961, è attivo un Centro Studi  dedicato al santo.

di Ezio Marinoni

La casa natale di San Leonardo

Leonardo nasce a Porto Maurizio (ora Imperia) il 20 dicembre 1676, figlio di Domenico Casanova e Anna Maria Benza, che gli danno il nome di Paolo Girolamo e lo avviano alla vita religiosa mandandolo, appena dodicenne, a Roma presso uno zio paterno. Qui inizia gli studi nel Collegio romano dei Gesuiti, dove frequenta l’oratorio del Caravita e quello dei Filippini alla Chiesa Nuova, ma trova più congeniale alla sua vocazione l’austerità francescana della cosiddetta “Riformella” (1), un ramo dei Frati Minori Riformati (chiamati anche “francescani scalzati”).

Entra nel loro noviziato nel convento di Ponticelli Sabino il 2 ottobre 1697, emette i voti solenni un anno dopo e segue gli studi teologici nel convento romano di San Bonaventura al Palatino, casa principale della citata “Riformella”. Ordinato sacerdote il 23 settembre 1702, vorrebbe raggiungere le missioni in Cina, ma alcuni disturbi di salute inducono i superiori a trattenerlo in Italia e a rimandarlo, nel 1704, a Porto Maurizio, nel convento dei Francescani Osservanti, nella speranza che il natio clima marino possa giovargli. Infatti, si ristabilisce quattro anni dopo e, dal 1708 fino alla morte, diventa uno dei più noti e apprezzati predicatori italiani.

Reliquie del Santo nella casa natale

Forse per questo motivo, dal 1709 al 1730 è nel convento toscano di Monte alle Croci, presso San Miniato, affidato alla “Riformella” per le pressioni di Cosimo III de’ Medici. A questo “centro” delle sue missioni itineranti, Leonardo affianca la cura per i ritiri di S. Francesco al Palco in Prato e S. Maria dell’Incontro presso Firenze, luoghi nei quali offre periodi di vita contemplativa ai religiosi impegnati nell’apostolato; di quei ritiri è superiore per nove anni e ne redige le Costituzioni.

Chiamato a Roma da Papa Clemente XII nel 1730, inizia i viaggi per le missioni popolari in varie parti dello Stato Pontificio, del Granducato di Toscana, della Repubblica di Genova e del Regno di Napoli, come attesta il dettagliato Diario delle Missioni redatto, a partire dal 1730, dal suo segretario Diego da Firenze. E così Leonardo predicherà ben 343 missioni popolari, nell’arco di 44 anni, insieme a un numero imprecisato di altre predicazioni, più brevi. La sua missione popolare necessita di un’attenta e lunga preparazione, richiede preghiera e studio, deve durare almeno 15 giorni nelle campagne e 18 nelle città; nei giorni precedenti organizza una sorta di servizio d’ordine che assegna i posti nelle chiese e designa “pacieri” incaricati di invitare alle prediche persone note per pubbliche inimicizie e discordie, al fine di farli rappacificare; al termine della missione, segue una settimana da dedicare alle confessioni, la parte più importante della missione.

La Confraternita del Sacro Cuore di Sezze visita Imperia

L’arte oratoria di Leonardo, che in parte si rifà all’esempio di Paolo Segneri (2), celebrata dai contemporanei, è capace di richiamare migliaia di persone, con un carattere insieme teatrale e pratico. Egli conquista l’uditorio con toni drammatici e coinvolgenti, ammonisce i fedeli sul loro destino dopo la morte, sui danni del peccato e degli scandali; illustra i benefici della confessione, del comportamento onesto e della buona educazione dei figli, del dovere di pagare un giusto compenso a lavoratori e di rispettare il riposo festivo, oltre all’obbligo dell’istruzione religiosa. Più volte denuncerà il pericolo della massoneria. Gli effetti delle sue prediche sono straordinari, qualche volta accompagnati da prodigi e manifestazioni di massa. Alle esortazioni e alle confessioni Leonardo aggiunge la diffusione di devozioni popolari per consolidare l’effetto delle missioni: la recita quotidiana di preghiere e del rosario, la devozione al Santo Nome di Gesù, la pietà eucaristica, la comunione regolare, l’iscrizione alle Confraternite, l’istruzione religiosa di base e l’esercizio della Via Crucis, che trasforma la devozione alla Passione di Cristo, in preghiera comune a tutto il mondo cattolico, soprattutto nel tempo quaresimale.

Ecco perché Leonardo da Porto Maurizio è ricordato per il suo rapporto privilegiato con la Via Crucis. Fin dall’inizio del cristianesimo, nei luoghi della Passione, si distinguono con segni e monumenti (poi chiamati stazioni), le tappe e i luoghi dell’ultimo cammino terreno di Gesù: nascono così le 14 Stazioni di Gerusalemme, poi rappresentate in altrettanti quadri, per soddisfare in qualche modo la devozione di tutti, anche di chi non poteva recarsi nella Città Santa. Sono i Francescani, custodi dei Luoghi Santi, a diffondere la pratica della Via Crucis, nelle loro chiese.

Leonardo ottiene il permesso di erigere la Via Crucis anche nelle chiese non francescane, dopo ben ventidue anni di insistenze sui benefici effetti di questa devozione. Egli erige in Italia oltre 570 Vie Crucis, la più famosa delle quali è a Roma, nel Colosseo, per il Giubileo del 1750, tuttora praticata.

Riprendiamo la sua ricca biografia. Nel 1736 Papa Clemente XII lo nomina Superiore del convento di San Bonaventura al Palatino e delle sue dipendenze. Quando Leonardo si rende conto che la carica prelude alla sua elezione al provincialato, chiede e ottiene dal Pontefice la dispensa dall’elettorato attivo e passivo e il permesso di dedicarsi interamente alla predicazione e, attraverso le sue tante lettere, all’organizzazione dei ritiri romani e toscani della Riformella. Il successivo Papa, Benedetto XIV, eletto nel 1740, stima profondamente Leonardo e vorrebbe mantenerlo a Roma, ma non vuole contrastare la sua volontà e le richieste di missioni popolari – molto impegnativa risulterà quella in Corsica, da maggio a novembre 1744 – che riceve da molte parti. Durante la preparazione allo svolgimento dell’Anno Santo del 1750, gli vengono affidate cinque missioni popolari e due tridui a Roma, e le confessioni dei pellegrini. Terminato il Giubileo, Leonardo, sebbene indebolito nella salute, riprende le missioni popolari, e ne compie ancora quattro a Lucca e tre a Bologna. Qui, dopo l’erezione dell’ultima Via Crucis nella chiesa di Pianoro, le sue condizioni fisiche peggiorano. Alla notizia, Papa Benedetto XIV lo richiama a Roma, dove Leonardo giunge a fatica e muore nella notte fra il 25 e il 26 novembre 1751, nel convento di San Bonaventura al Palatino. Benedetto XIV ne ordina la sepoltura nella cappella di San Francesco del convento. In tempi recenti le sue spoglie sono ritornate ad Imperia e adesso riposano nel Duomo di San Maurizio.

Papa Pio VI lo beatifica il 19 marzo 1796, Pio IX lo canonizza il 29 giugno 1867 e Pio XI, il 17 marzo 1923, lo nomina Patrono dei missionari. Le sue spoglie sono custodite sotto l’altare maggiore di San Bonaventura al Palatino, nel convento rimangono un ritratto anonimo e altri reperti che si riferiscono alla sua vita terrena. A Imperia, dal 1961, è attivo un Centro Studi a lui dedicato.

Leonardo pubblica libri che considera utili sussidi alle sue missioni; lascia manoscritti gli appunti delle prediche e degli esercizi spirituali, oltre a lettere e riflessioni spirituali sul raggiungimento della perfezione cristiana, riunite nei Proponimenti, materiale affidato in punto di morte al citato Diego da Firenze.

Tra le sue opere si annoverano: Il Manuale Sacro, ovvero Raccolta di varie devozioni proprie di una religiosa che aspira alla perfezione (Roma 1734); Il tesoro nascosto, ovvero Pregi ed eccellenze della S. Messa (Roma, 1737); La Via sacra spianata e illuminata (una spiegazione della Via Crucis, Roma – Lucca 1748).

Il notevole corpus di manoscritti viene edito postumo nella Collezione completa delle opere (Roma 1853-54, trad. francese Paris – Tournai 1858-60); nelle Opere complete (Venezia 1868-69), da integrare con il volume curato da Giuseppe da Roma, Soavità di spirito di s. Leonardo manifestata in 86 sue lettere, Roma 1872; e con i volumi a cura di B. Innocenti: Prediche e lettere inedite, Quaracchi 1915 e Operette e lettere inedite, Arezzo 1925.

I processi canonici hanno evidenziato quanto Leonardo fosse tanto zelante e irruente nelle prediche quanto delicato, sapiente e arguto nella direzione spirituale individuale, con la testimonianza di vescovi e religiosi, a partire da Alfonso Maria de’ Liguori (3).

Il 4 giugno 2005 si è costituita, in Imperia, la Compagnia di San Leonardo, allo scopo di perpetuare e valorizzare la memoria del santo locale, Patrono della città, a partire dalla cura, mantenimento e apertura al pubblico della sua casa natale di via Santa Caterina 19, all’interno del Borgo Parasio (4). Nel 2022 sono iniziati lavori di restauro e riqualificazione dell’immobile, tuttora in corso. Dal mese di ottobre 2023 la casa è stata parzialmente riaperta al pubblico, nei i giorni feriali, a cura della Compagnia di San Leonardo, che è disponibile a organizzare visite guidate, previo appuntamento (info ai numeri: 335 7183232 – 0183 61901, o sul sito www.sanleonardoimperia.it dal quale sono tratte le foto del presente articolo). Inoltre, sempre dal mese di ottobre e per scelta del Serra Club, verrà celebrata, con cadenza mensile, una S. Messa alle ore 19.30.

Per info e prenotazioni di visite guidate si possono contattare i numeri: 335 718 32 32 – 0183 61901. Vi sono due pregevoli e antiche biografie di San Leonardo, che meriterebbero di essere ristampate: Giuseppe Maria da Masserano, Vita del B. Leonardo da Porto Maurizio Missionario Apostolico de’ Minori Riformati del Ritiro di S. Bonaventura di Roma dedicata al Patrizio Ranieri Pallavicini, del 1797 e Salvatore da Ormea, Vita di San Leonardo da Porto Maurizio missionario apostolico dei Minori Riformati del Ritiro di San Bonaventura, 1933.

Ezio Marinoni

Note- (1) Si tratta di un movimento di rinnovamento introdotto nella seconda metà del Seicento dal Beato Bonaventura da Barcellona (Miguel Bautista Gran Peris, Riudoms, Spagna, 24 novembre 1620 – Roma, 11 settembre 1684), all’interno dei frati minori riformati della Provincia romana. Tale moto di riforma dà origine a una famiglia francescana che avrà il suo centro principale nel convento di San Bonaventura al Palatino e che nel 1897 confluisce nel riunito Ordine dei Frati Minori. Dai Papi Alessandro VII e Innocenzo XI ottiene l’approvazione pontificia agli statuti dei suoi «Ritiri».

(2) Paolo Segneri (Nettuno, 21 marzo 1624 – Roma, 9 dicembre 1694), discende da antica e nobile famiglia. Non ancora quindicenne, passa per dispensa al loro noviziato (1° dicembre 1637) e poi al Collegio Romano. Nel 1648, la traduzione della seconda decade del De bello belgico di Famiano Strada gli procaccia fama di squisito scrittore in lingua italiana; cinque anni dopo, invece dell’insegnamento a cui era attissimo, chiede di aprire una scuola di grammatica e la ottiene a Pistoia, dove inizia a predicare sermoni al popolo, ottenendo subito un grande favore, che lo farà volgere alla predicazione. Così nasce il Quaresimale, l’opera che sopra ogni altra gli dona fama imperitura.

(3) Alfonso Maria de’ Liguori (Marianella, Napoli 27 settembre 1696 – Pagani 1° agosto 1787). Il suo padre spirituale è san Giovanni della Croce, grande mistico del tempo. Alfonso fonda la Congregazione del Santissimo Redentore, è autore di opere letterarie e teologiche, compone melodie liturgiche. Beatificato nel 1816, è proclamato santo da Papa Gregorio XVI nel 1839; nel 1871 è dichiarato Dottore della Chiesa (doctor zelantissimus) da Papa Pio IX.

(4) Porto Maurizio e il Parasio. Che meraviglia! – Trucioli


Avatar

Ezio Marinoni

Torna in alto