Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Albenga quando era in servizio il mitico maresciallo Stefanì. Ci ha lasciato a 90 anni. 2/Targa di riconoscimento a Samuele Iorio


Antonio Stefanì. L’abbiamo conosciuto in servizio ora in abiti civili (polizia giudiziaria e pretura), ora in divisa, dal lontano 1966. Eravamo ai primi passi nel mondo del giornalismo locale. La Settimana Ligure. C’era stata una querela per un’intervista all’ing. Emanuele Della Valle che firmai (Luciano Corrado) e provocò la reazione del dr. Franco Ugo (Consorzio arginamento del Centa).

Con il primo gennaio 1970 l’apertura dell’Ufficio di Corrispondenza del Secolo XIX ad Albenga in piazza Petrarca. Una pagina (non era il piccolo formato di oggi) tutti i giorni, escluso il lunedì, per coprire la zona da Andora a Finale Ligure. Con l’entroterra ingauno, finalese, Bardineto e Calizzano. Da responsabile della zona si andava in caserma tutte le mattine, di sera si telefonava, oppure si tornava. Si entrava nell’ufficio degli ‘scrivani’ (un maresciallo e un appuntato) dove il giornalista aveva accesso ai vari ‘fascicoli’ sul bancone: furti, rapine, lesioni, denunce, incendi, incidenti stradali, smarrimenti.

Oggi si legge e si ascolta spesso della presenza della microcriminalità, si lanciano allarmi, nel mirino questa o quella amministrazione comunale, si invoca il ‘presidio’ di una zona calda come Piazza del Popolo ad Albenga. Peccato che chi contesta e lamenta non abbia vissuto il lavoro che dovevano affrontare in quegli anni i carabinieri. Delitti, prostitute uccise o rapinate, incendi di locali pubblici, rapine a banche, uffici postali, gioiellerie, mega furti in attività commerciali (allora non c’erano ancora supermercati), furti di auto e di moto (come oggi di biciclette), raid di zingari presenti lungo l’argine del Centa. Presenza di organizzazioni di criminalità locale (il popolare Zu Pietro) e pendolare (marsigliesi e napoletani). In estate la trasferta di magliari e truffatori (gioielli e Rolex fasulli e venivano presi di mira soprattutto tedeschi, svizzeri, belgi, olandesi). E si potrebbe continuare. La cronaca nera e giudiziaria occupava gran parte degli spazi nelle pagine provinciali, spesso anche della Regione, persino la prima pagina.

Il maresciallo Antonio Stefanì, già brigadiere, in divisa; al suo fianco un collega ed un rapinatore ferito e catturato (a sn della foto) nel corso di una tentata rapina alla sede della Cassa di Risparmio di Genova e Imperia del Santa Corona nel giorno in cui dovevano essere pagati gli stipendi. Una mancato bottino di 600 milioni di lire. Un bandito ucciso, un secondo ferito (nella foto), un terzo arrestato qualche giorno dopo, un quarto latitante (il palo) identificato. Si venne poi a sapere che a dare l’allarme era stato un sottufficiale ricoverato e dalla finestra osservò il quartetto che preparava il colpaccio. Ma c’è chi sostenne che si trattò di una ‘soffiata’. A cui seguì un ‘giallo’ mai chiarito. L’omicidio di un commerciante ambulante di Loano che era stato anche candidato alle comunali. (archivio Trucioli.it)

Un’infinità di ricordi da condividere con il maresciallo Stefanì. Non solo come memoria storica, ma tra chi seguiva vicende ed inchieste particolarmente difficili e delicate, spesso scabrose per i personaggi coinvolti. Un uomo irreprensibile che nella storia del Comando di Compagnia di Albenga non è mai stato sfiorato  da ‘indagini interne’, procedimenti giudiziari che nel corso degli anni non sono mancati ed hanno coinvolto commilitoni. Persino strascichi per ufficiali e sottufficiali allora presenti nelle due caserme dell’esercito: la Piave e la Turinetto. E per non farsi mancare nulla scandali sul fronte politico-amministrativo e ‘invalidità facili’, truccate ai danni dello Stato.

Albenga, la caserma-comando di Compagnia era in via Dalmazia 1972. Un delitto, uno dei tanti. Nella foto, di spalle, il procuratore della Repubblica, Camillo Boccia, mentre risale sull’auto di servizio e si accomiata dal maresciallo Stefanì. A sinistra anche il mitico maresciallo Moretti che allora comandava la polizia giudiziaria della Procura, il comandante della Compagnia, un giovane tenente e l’appuntato autista del capitano. (archivio Trucioli.it)

L’ultima volta abbiamo incontrato il maresciallo Stefanì in piazza del Popolo. Era accompagnato dalla moglie. Una buona mezzora di reciproci ricordi. I ricordi pervasi di nostalgia. Qualche apprezzamento sulle ‘vecchie conoscenze’, sul modello di fare informazione dei nostri giorni. Lui che non poteva più leggere ma voleva restare aggiornato. Seguire la cronaca. Ci siamo lasciati con un piccolo impegno. Stefanì: “Se mi vede in strada si faccia vivo, oppure mi venga a trovare…Sa quante volte parlo di lei con mia moglie!….” (L.C.) 

RIPROPONIAMO QUANTO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO ONLINE IVG.IT A FIRMA DEL GIORNALISTA STEFANO PEZZINI. UN ARTICOLO DA PROFESSIONISTA!

Albenga. All’età di 90 anni si è spento il Capitano dei carabinieri r.o. Antonio Stefanì. Di origini pugliesi lasciò la sua terra natia per coronare il suo sogno: l’arruolamento nell’Arma dei Carabinieri. Inizialmente svolse servizio in Lombardia e in altre Regioni del Nord Italia.

Gli ultimi venti anni della sua carriera li trascorse in Liguria e, in particolar modo, nella Riviera di Ponente e, da ultimo, nella sua amata città di Albenga ove comandò la squadra di polizia giudiziaria, il comando della stazione e il nucleo radiomobile con la qualifica di maresciallo maggiore.

Negli anni 1974-1976, l’unica parentesi al di fuori della Provincia di Savona, quando venne chiamato a svolgere servizio nel “nucleo speciale antiterrorismo” istituito dal Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa al fine di combattere le Brigate Rosse. Quell’esperienza lo colpì profondamente dato che il suo collega capo turno che lo precedeva, il maresciallo Felice Maritano, decedette a seguito del conflitto a fuoco con i componenti di un nucleo armato di brigatisti in Robbiano di Medile. Durante gli anni del suo comando si è sempre distinto per intelligente capacità professionale e per coraggiosa dedizione al dovere.

Dopo il pensionamento continuò a risiedere nel Comune di Albenga, città dalla quale non si allontanò mai nemmeno per brevi periodi di tempo, ove abitò con la sua amata moglie e i suoi cari due figli.

Il 21/6/1989 gli venne conferita l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica dall’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. L’11/9/2000 rimase vittima di un gravissimo incidente di caccia con conseguente perdita della vista. Nonostante tale sinistro e il radicale cambiamento delle sue abitudini di vita ha cercato, seppur con alti e bassi, di passare serenamente il resto dei suoi anni in compagnia della moglie che lo ha sempre accudito e assistito.

Oltre ai numerosi encomi ricevuti per il servizio svolto nella benemerita, tra i quali la medaglia d’oro Mauriziana e altre medaglie d’oro e d’argento per il lungo comando, nel 2005 fu promosso al grado di capitano del r.o. con decorrenza dal 2003. Nell’anno 2011, dato il suo particolare attaccamento alla città di Albenga ed ai suoi abitanti, fu accolto come socio onorario dall’Associazione “Vecchia Albenga” e continuò a far parte dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Albenga, alla quale erano e sono iscritti alcuni dei suoi ex colleghi.

Lo ricordano con affetto, stretti e uniti nel dolore, la moglie Lorenza (ex impiegata della Dogana di Albenga), il figlio Marcello (noto avvocato del Foro di Savona), la compagna Elena e i nipoti Ginevra, Margherita e Antonio; la figlia Antonella (funzionaria della Dogana di Savona), il genero dr. Federico Baricalla (noto otorino), le nipoti Victoria e Angelica. La salma giace presso la camera ardente dell’Ospedale “Santa Corona” di Pietra Ligure dove domani, martedì, alle 17,30 verrà recitato il Santo Rosario mentre i funerali si terranno presso la Cattedrale San Michele di Albenga mercoledì 29 novembre alle ore 15. (Stefano Pezzini).

2/Consegnata targa di riconoscimento a Samuele Iorio

Prima del consiglio comunale (mercoledì 29 novembre) un momento di grande emozione per la consegna di una targa di riconoscimento a Samuele Iorio che ha recentemente conquistato il titolo italiano cat. 60 Kg. Pro Wako (World Association of Kickboxing).

Afferma il primo cittadino: “Samuele, allenato da Alessandro De Blasi (Kombat Team Alassio), ha raggiunto questo risultato con grande impegno e determinazione rappresentando Albenga e tutto il nostro territorio nella Federkombat (Federazione Sportiva Nazionale riconosciuta dal CONI). Samuele è un esempio positivo per Albenga e per tutti i ragazzi delle nuove generazioni, rappresenta quei valori sportivi e di vita che dovrebbero essere alla base della società civile quali il rispetto delle regole, dell’avversario e la lealtà nei confronti del prossimo.

Ricordo quando nel 2021 gli abbiamo consegnato, qui in Comune una targa per aver conquistato il titolo di campione italiano assoluto di Savate Pro. In quell’occasione ci aveva promesso altri successi. Ha decisamente mantenuto la promessa.A lui vanno i complimenti miei e di tutta la città”.

 

Anche Diego Distilo, presidente del Consiglio comunale di Albenga, si è congratulato con il neo campione d’Italia: “Non ci sono parole per dimostrare la mia felicità per Samu un ragazzo di Albenga che conosco molto bene fin da piccolo, diventato campione italiano. Samu oltre ad essere un grande atleta, grazie al suo impegno costante e del suo grande allenatore Alessandro De Blasi, è un bravissimo ragazzo che ha dato onore alla città di Albenga oltre a quella di Alassio dove si allena. A nome dell’intero Consiglio comunale faccio le mie più grandi congratulazioni a lui, al suo allenatore, a suo papà Nino e a mamma Valentina. Forza Samu non fermarti: Albenga è con te”.


L.Corrado

L.Corrado

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