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Pietra Ligure, a chi non piace la legalità? Pagare la depurazione che non c’è. Un abuso ai danni dei cittadini


La depurazione che le bollette attestano falsamente che sia effettuata e ne continuano a richiedere il pagamento quando si sa benissimo che non viene fatta.

Polo di Centrodestra per Pietra – Lista Civica dei Pietresi

Gruppo Consiliare “Centrodestra”

Consigliere Mario Carrara

La depurazione che le bollette attestano falsamente che sia effettuata e ne continuano a richiedere il pagamento quando si sa benissimo che non viene fatta.

Poiché le società gerenti i servizi idrici sono ben consapevoli di questo ma, ciononostante, vanno avanti imperterrite ad imporre un pagamento che non è a loro dovuto perché non erogano il servizio corrispondente, come deve essere considerato questo loro atteggiamento? E a carico di chi ne ha la responsabilità cosa si deve imputare? Truffa conclamata? Estorsione?

A metà Agosto scorso abbiamo sospeso di trattare della non fatta depurazione delle fognature del 70% di Pietra Ligure e del 100% della Val Maremola; di quelle stesse  acque fognarie non depurate a livello biologico e scaricate in mare per la loro maggior parte; di un collegamento tra la rete fognaria di Pietra Ligure/Valmaremola ed il depuratore di Borghetto, oggetto di dichiarazioni in successione che, circa la volontà di realizzarlo, oggi si svelano, come “dichiarazioni di propaganda”,  che a loro volta si sviliscono al livello di “chiacchiere”, visto che non esiste una prospettiva che esso possa essere fatto nel breve periodo.

Abbiamo ritenuto “consapevolmente” di sospendere la trattazione di questi argomenti perché, se invece avessimo proseguito, saremmo sì riusciti a dimostrare che nel mare antistante Pietra Ligure finiscono liquami solo sminuzzati e compattati di una popolazione che, nei “picchi” turistici può raggiungere le 70.000 persone, se non di più, ma, al contempo, avremmo inferto, in piena stagione, un involontario danno all’immagine turistica della città ed ai suoi operatori nel pieno della loro attività. Per questo, facendo una valutazione sull’interesse prevalente, abbiamo preferito sospendere ed aggiornare la nostra battaglia a tempi turisticamente più “placidi” ed adatti, come questo.

È per questa ragione che oggi riprendiamo il discorso da dove l’avevamo lasciato.

Circa il collegamento Pietra/Valmaremola col depuratore di Borghetto, abbiamo notato che se pure qualche Sindaco, aveva minacciato “sfracelli” se non si fossero poste in essere le procedure per l’inizio dei lavori, visti i “lamentati” tanti soldi, a loro dire, spesi in passato e vincolati e ancora da investire per realizzare quest’opera, ora non se parli praticamente più. Anzi, non parlandone, si ha l’impressione che si tenti di far passare nel “dimenticatoio” questa rilevante questione, quasi che, nell’assuefazione del tran tran quotidiano, ritorni la rassegnazione alla normalità nel dover pagare la depurazione non fatta.

Dover pagare anche quanto NON SI DEVE PAGARE, perché i pagamenti sono fatti in cambio di niente.

Pagamenti solo SUBÌTI PERCHÉ IMPOSTI. E basta. È una situazione sgradevole che sembra riportarne alla mente altre… dove la gente è costretta a pagare, mossa dalla paura di non subire conseguenze. Dove c’è chi “impone” e chi “si rassegna a pagare”.

Anche se le situazioni sono diverse, il risultato finale è esattamente lo stesso.

Visto che è ormai palesemente dimostrato che il 70% del territorio di Pietra Ligure ed il 100% della Valmaremola NON hanno le loro acque reflue depurate, ma solo sottoposte ad una “stacciatura” di tipo –anche blandamente– “primario”, fatta in un impianto di 40 anni fa, di sola triturazione meccanica e “compattatura” per, poi, finire per la maggior parte di esse direttamente in mare per l’insufficienza della capacità delle attuali vecchie condutture verso il depuratore di Borghetto e la mai costruita canalizzazione di nuove (che quindi non esistono), ci saremmo aspettati che la società “Servizi Ambientali”, anche solo “prudenzialmente”, avesse “sospeso” l’inserimento degli inesistenti costi della depurazione dalle bollette dell’acqua.

Costi che pesano sulle stesse per oltre il 40% del valore finale di ciascuna di esse.

Quindi, costi rilevanti che gravano in modo considerevole ed indebito sui bilanci delle famiglie.

Invece: niente. I costi della depurazione in bolletta ci sono sempre.

Le aziende erogatrici fanno “orecchio da mercante“, fanno finta di niente e vanno avanti in quello che non può più non considerarsi un’angaria, un sopruso.

E dire che sono mesi che andiamo avanti a dare dimostrazione di quanto affermiamo, senza essere smentiti perché la realtà è quella lì.

Solo il Sindaco di Pietra Ligure, Luigi De Vincenzi, il 30 Luglio 2021, chiamato a votare in Consiglio comunale un’azione a difesa e tutela degli utenti della sua città, per cui in una mia Mozione si chiedeva di appoggiare la sospensione dei costi della depurazione dalle bollette, ha, invece, avuto il coraggio di affermare che: “La depurazione per legge bisogna pagarla lo stesso” ….La depurazione va pagata e andrebbe pagata addirittura se ci fosse soltanto il progetto del depuratore

Solo che, come, ormai, sappiamo bene, quanto affermato da De Vincenzi sembra proprio falso e non vero! Perché per esserci un obbligo di pagamento, “il progetto” che lui cita deve essere un progetto esecutivo e deve esserci pure un cronoprogramma dei lavori approvato. Cose che non vi sono perché non esistono. Meno che mai c’erano nel 2021 quando egli ha detto queste cose, dimostrando di essere non dalla parte dei suoi cittadini, ma delle società gerenti i servizi idrici.

Quindi, dalla parte dei “poteri forti” e non dei “deboli”.

C’erano, invece, già e da tempo, sentenze ai massimi livelli giurisprudenziali come quella emessa addirittura dalla Corte Costituzionale n⁰335 del 2008   e le successive della Corte di Cassazione tutte coerenti tra loro, fino all’ultima del 28 Luglio 2023 che, in sostanza, tutte ribadiscono il diritto del cittadino a non pagare i costi della depurazione richiesta nelle bollette se essa non viene fatta; e non solo ma anche che se, tuttavia, quei costi il cittadino  li avesse pagati lo stesso, ha diritto a chiederne l’integrale  RESTITUZIONE.

La restituzione “dell’indebito pagamento“, andando indietro fino a 10 anni con la maggiorazione dei relativi interessi legali maturati nel decennio.

Ad Albenga, almeno, dal 2017 le spese della depurazione che non viene effettuata, sono state eliminate dalle bollette, com’è giusto che sia.

Qui, no. Qui, le società erogatrici dei servizi idrici, nonostante che l’evidenza del servizio NON corrisposto della depurazione sia ormai un fatto eclatante, si ostinano a non considerare la realtà ed a comportarsi come se, invece, il servizio di depurazione esse lo  prestassero davvero in modo completo, pur essendo ben consapevoli che ciò non è vero. E vanno avanti imperterrite ad imporre nelle bollette costi non dovuti dagli utenti che, appunto per questo, si trasformano in sostanziali “aumenti mascherati” delle bollette stesse.

Aumenti  non di poco conto, ma ben consistenti: fin oltre il 40% in più.

La diffusa consapevolezza da parte degli utenti del fatto che siano attuati da tempo nei loro confronti atteggiamenti di dubbia legalità perché vengono richiesti pagamenti per servizi attestati falsamente in bolletta come se fossero effettivamente erogati quando, invece, non lo sono, dovrebbe consigliare almeno in via “prudenziale” e cautelativa, da parte di chi dirige le stesse società, comportamenti conseguenziali immediati. Come, in primis, lo stesso stralcio dei costi della depurazione, analogamente a quanto è stato già fatto dal 2017 ad Albenga.

Invece niente. Si ha l’impressione che una cosa del genere, potrà avvenire solo in seguito a timore o pressione di provvedimenti a carico dei responsabili dopo denunce o esposti nei loro confronti.

Ciò, a prescindere dal passato, cioè dal fatto, già consolidato, che chi ne ha diritto può chiedere la restituzione dei propri soldi pagati in un decennio per un servizio di cui non ha beneficiato perché inesistente, cioè la depurazione biologica delle acque reflue.

Restituzione che sembra proprio che non avverrà mai spontaneamente da parte di chi la dovrebbe effettuare, ma solo esercitandosi il diritto alla restituzione che le sentenze della Giurisprudenza hanno sancito. E questa è una cosa altrettanto certa.

Mario Carrara, consigliere comunale

16/11/2023

 


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Carrara

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