Trucioli

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Da Verzi di Loano a Diano Borello. La morte di don Giuseppe ‘scalda’ Facebook. Un ex parrocchiano: Stroncato nel mio elogio funebre


“Ho appreso da un post dell’amico Adriano Taboga che è improvvisamente mancato don Giuseppe Scandurra già parroco della parrocchia di Santa Maria delle Grazie di Verzi. Ci stringiamo idealmente ai suoi cari e lo ringraziamo per la sua missione sacerdotale nella comunità della nostra frazione. Riposi in pace. Luca Lettieri – Sindaco di Loano.

Lo hanno trovato senza vita seduto sulla poltrona di casa. Lutto a Diano Borello per la morte di don Giuseppe Scandurra, 69 anni, parroco storico dell’entroterra dianese. Non vendendolo in chiesa questa mattina i parrocchiani della frazione di Diano Arentino si sono allarmati per poi scoprire che il sacerdote era deceduto. Inutili i soccorsi da parte dei volontari della pubblica assistenza e del 118. Da tre anni era l’amministratore parrocchiale di Borello.

Una cerimonia funebre alla quale ha preso parte il vescovo mons. Borghetti e che a leggere Facebook ha avuto qualche strascico inconsueto, visto la circostanza luttuosa.

Proprio il loanese-verzino Adriano Taboga scrive sul suo profilo facebook: “Dopo l’infausto episodio di ieri vado maturando il convincimento che una delle concause dello svuotamento delle ns. chiese sia anche determinato dall’evolversi di manifesti profili di arroganza e di insipienza di taluni pastori della chiesa stessa. Caro Don Giuseppe.L’accaduto non ha offeso la mia modesta figura quanto la Tua silenziosa presenza che, in quel preciso momento era al centro di un accorato ma inconcluso elogio alla Tua memoria, spento da un improvvido ma significativo gesto manuale di un celebrante, alla presenza  del vertice curiale concedente l’intervento oratorio stesso. Concludo dicendo che: primo nel cuore di un navigato confratello 82enne non alberga il presenzialismo ma altri più nobili sentimenti. Secondo: continuerò a vivere la chiesa come continuerò a difendere strenuamente quei ” manovali ” della chiesa, quale Tu sei stato, e non è una diminutio ad personam ma un sincero forte elogio ad un modello simbolo di uno stile Francescano e Donbosconiano che hai saputo rappresentare nel tuo intenso e lungo mandato sacerdotale. Con mesto rammarico Adriano Taboga.

A chi via web chiedeva altre notizie, Taboga ha risposto: “Niente di più di quello che ho scritto; eravamo a Diano Borello con la ns confraternita (da Loano presenti la Le Cappe Turchine e I Bianchi ndr) per partecipare al funerale di Don Giuseppe. Ho chiesto a nome della confraternita e della ns parrocchia di fare un intervento in ricordo del Don, permesso concesso dal vescovo presente dopo una breve lecita normale introduzione ero appena entrato nel merito dell’elogio in ricordo del defunto che mi invitano a chiudere, come ho scritto, cosa che faccio col solo piacere di un lungo applauso di una chiesa gremita di persone che non conosco, cosa che non cercavo e che mi ha anche sorpreso, il resto mi ha alquanto amareggiato con tale unica reazione che ho molto meditata prima di esprimerla”.

A quanto pare il confratello Taboga non leggeva un ‘discorso’ scritto ma parlava a braccio. Non è stato il vescovo ad interromperlo, forse chi l’ha fatto ha tenuto conto dei tempi. E’ noto, ad esempio, che da quando si è insediato, mons. Borghetti ha rivolto un invito ai sacerdoti ad essere molto concisi nelle prediche durante la Santa Messa, consigliando di non superare i cinque minuti.

Aggiungiamo che don Scandurra quando era parroco a Verzi ha scritto alcuni articoli firmandosi e pubblicati da trucioli. Poi un paio di poesie. Ha interrotto la collaborazione fino a quando nel marzo del 2022 è stato per un breve periodo sospeso a divinis perchè avrebbe fatto omaggio coltivando cannabis legale e dando notizia anche su un post. “A prescindere dai profili giuridici di tale iniziativa per l’ordinamento dello Stato – si legge in una nota della diocesi – si desidera qui biasimare vivamente tale iniziativa del sacerdote e riaffermare l’insegnamento costante della Chiesa cattolica circa la negatività dell’uso, la produzione e il commercio delle droghe, di qualsiasi entità e qualità”. Il sacerdote, contattato dal vescovo, ha cancellato il post dal proprio profilo Facebook.

In quella circostanza Trucioli.it aveva diffuso notizie e ripreso articoli di giornale (vedi…….).
Il sacerdote ci aveva inviato una mail riservata e personale ed abbiamo rispettato la sua volontà di non divulgarla. Del resto il nostro rispetto per il pluralismo dell’informazione aveva trovato spazio nel blog al quale chiedeva, ad un certo punto, che fosse opportuna mantenere l’anonimato. Ed era ogni settimana nella lista di chi riceve gratuitamente il ns umile blog di volontari.
Per concludere il sacerdote per 2 anni era stato cappellano delle storiche Cappe Turchine di Loano.

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