Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Savona-Vado rigassificatore: opposizione propositiva. Perché serve cominciare subito


Con l’ultimo Decreto del 21 ottobre 2023 sulla Sicurezza Energetica, il Governo persevera decisamente lungo la via dei combustibili fossili, con deroghe ai limiti di emissione per le centrali a carbone, trivelle ovunque, impianti GNL, stoccaggi sperimentali di CO2…

di Giovanni Maina

L’esatto contrario della falsamente propagandata transizione verde. Contemporaneamente in Liguria il Governatore impone il secondo rigassificatire in modo antidemocratico e arrogante. Dunque togliamo a Toti la potente arma delle accuse di NIMBY e TERRAPIATTISMO, oltre che di IRRESPONSABILI OPPOSITORI della scelta “STRATEGICA” del METANO LIQUIDO.

Dimostriamo il contrario con proposte virtuose sul piano culturale delle tecnologie innovative,  per la vivibilità  socio-economica e la sostenibilità ambientale gravemente minacciate. Quindi, per uscire veramente dalle criticità del comprensorio:

-area depressa conclamata, in uscita dallo stato di disastro ambientale più che ipotizzato, in presenza di impianti ad alto rischio, ancora operanti,

-di fronte all’imposizione insostenibile di un rigassificatore,

Occorre  una strategia ottimale articolata:

1 ) CONTRO il peggioramento, informando e denunciandone le negatività.

2 ) PER il miglioramento, proponendo e spiegando progetti alternativi concretti e le loro positività, per un FUTURO MIGLIORE. Ovviamente la denuncia CONTRO è relativamente facile e ampiamente praticata, mentre la proposta PER è molto più difficile e praticamente assente.

Ma per vincere la partita della svolta ambientale green, la via della proposta che risolva definitivamente il problema energetico, deve essere perseguita con determinazione e lungimiranza.

In questa prospettiva, tra quelli possibili, il Progetto di Transizione a Idrogeno della Centrale di Vado, può trasformare un impianto da altamente impattante a totalmente virtuoso, sebbene con una gradualità ventennale, ma con effetti positivi importanti entro i tempi tecnici dei lavori, di qualche anno.

Questo progetto, passato al vaglio delle rigorose e stringenti limitazioni sull’utilizzo dell’H verde, prescritte da Nicola Armaroli, dirigente CNR del settore, mantiene oltre la fattibilità, un significativo e concreto numero di effetti positivi, nei principali ambiti applicativi:

Costi limitati di trasformazione immediata dell’impianto, insieme alla diminuzione di quelli dell’energia prodotta e all’azzeramento dei danni alla salute e all’ambiente. Effetti virtuosi conseguenti all’eliminazione del costoso metano e all’uso delle 3 fonti gratuite del sole, vento e acqua per produrre H, combustibile ottimale.

..Abbattimento graduale fino al 100% delle emissioni entro il 2050, come da accordi COP e UE.

…Inizio dell’indipendenza e autonomia energetica nazionale. Fondamentale obiettivo strategico.

….La centrale a H verde, diventerebbe un motore della svolta socio-economica del Savonese, creando le condizioni ambientali per la valorizzazione turistica di un territorio di pregio.

Tuttavia soltanto l’Analisi Particolareggiata del Progetto e di tutti gli Aspetti Realizzativi e Applicativi, consente una valutazione Definitiva Esaustiva.  In via preliminare, si noti che tutto ciò è di fatto “consentito” dal Ricercatore CNR Armaroli, il quale auspica l’utilizzo dell’ H verde, ( prodotto con l’elettrolisi dell’acqua di mare, con fonti energetiche sostenibili  e rinnovabili ), esclusivamente per grandi impianti e a temperature elevate, consumato sul luogo di produzione, come quelli dell’industria pesante, per la siderurgia, i cementifici, le cartiere, vetrerie… Appare evidente l’analogia con la centrale di Vado.

FILIERA DEL H –  AGGIUNTIVA ALLA CENTRALE E I SUOI COMPONENTI STRUTTURALI

TURBINE  (attuali e per il futuro immediato). I 2 attuali turbogruppi a ciclo combinato non devono essere modificati per funzionare con la miscela di gas metano ( 80% ) con H ( 20 % ), fino alla fine del previsto ciclo di vita. Circa un decennio. Tuttavia, già oggi l’Ansaldo di GE costruisce turbine adatte a miscele con H al 50% come quella funzionante a Marghera (VE). Comunque esistono già turbine, di potenza minore e media,  per H al 100%, sul mercato europeo. Ad esempio in Francia è stata installata in una cartiera, una turbina SIEMENS ENERGY 400 funzionsnte a H al 100%. D’altro canto in liguria, la ditta DANIELI con l’Università di Genova, sta conducendo al CAMPUS di Savona, esperimenti sulla combustione dell’ H.

ELETTROLIZZATORI- Quelli modulari disponibili, per l’acqua di mare, sono di costruzione UE, Danimarca e Germania, ma anche  internazionale USA, Giappone e Australia. In particolare quello prodotto dalla danese GREEN HY SCALE, da 100 MW per l’elettrolisi alcalina pressurizzata, costituito da moduli da 6 MW, è costato 53 MLN e ha dimezzato il costo di questo componente fondamentale. A Cremona, la H2 ENERGY, produce un sistema per acqua trattata, da 1 MW, compattato in 2 container, uno da 45 e l’altro da 20 piedi, trasportabile con un TIR o un carro ferroviario.

.ENERGIA ELETTRICA  DA  5  FONTI RINNOVABILI E SOSTENIBILI- Premesso che la massima efficienza della filiera dell’ H si ottiene integrando le eccedenze di tutte le energie rinnovabili, di fatto la centrale di Vado è già  rete con una serie di 18 centrali idroelettriche e con alcuni parchi eolici di prossimità. Quindi per ottimizzare, occorre ancora installare a breve, una batteria di pannelli fotovoltaici limitrofi al sito. E successivamente, dato il notevole soleggiamento del territorio, è prevista la costruzione di un impianto solare termico tipo Rubbia, di pannelli a concentrazione lineare con due serbatoi di accumulo ai sali di sodio a 300° e 550°. per la produzione di vapore per la turbina già esistente, del gruppo a ciclo combinato.

Infine per elevare il rendimento della centrale, l’affidabilità produttiva h 24 e oltre, insieme alla sua  sostenibilità ambientale, questa deve funzionare prevalentemente con gli eccessi di produzione delle 5 fonti installate, opportunamente accumulati  .

.ACCUMULATORI NECESSARI- Le centrali idroelettriche accumulano energia con il ripompaggio a monte dell’acqua nell’invaso. L’impianto solare termico Rubbia è dotato di 2 serbatoi di sali per garantire la produzione elettrica notturna, rifornendo la turbina a vapore. I parchi eolici possono accumulare energia elettrica con sistemi di batterie (meglio se ai sali sodio molto efficienti per grandi accumuli,  di produzione italiana). Idem per le strisce di pannelli fotovoltaici, durante il soleggiamento. Infine, tutti e 4 i sistemi produttivi possono accumulare energia producendo H con gli elettrolizzatori, che sarà stoccato con serbatoi a bassa e/o alta pressione, vicino alla centrale.

I SERBATOI per H e la breve rete di TUBI in centrale, di collegamento alla turbina  e per i due tratti di circa 200 mt fino alle stazioni di servizio, su A 10 e ferroviaria di Vado, saranno del tipo certificati per l’idrogeno. Costruiti con materiali anti infiltrazione, in acciaio speciale oppure in compositi di resine con fibre di carbonio e alluminio.

Entrambi i componenti strutturali sono in commercio, i primi utilizzati sia come bombole per i Tir a 700 bar, o anche di più grandi dimensioni, mentre riguardo ai tubi è vigente un accordo di fornitura tra la SNAM e il produttore greco CORINTH PIPEWORK.

COSTI E BENEFICI DEI DUE SISTEMI: RIGASSIFICATORE GNL – CENTRALE A H – In sintesi, il confronto evidenzia differenze strategiche enormi. Mentre l’impatto ecologico negativo della centrale decarbonizzata sarà definitamente e totalmente inesistente, al contrario la filiera del GNL produrrà gravi inquinamenti; dove verrà prodotto a -162°,   durante il trasporto per migliaia di miglia e infine ancor più in mare e sulla costa, traVado e Savona dove sarà stoccato e rigassificatore.  Senza dimenticare il grave rischio di esplosione disastrosa su tutto il comprensorio. D’altro canto, un territorio di alto pregio naturale e paesaggistico, senza impatto ambientale grave e a vivibilità migliorata grazie alla nuova centrale a zero emissioni, promuoverà insediamenti residenziali e turistici e diventerà fortemente attrattivo per le attività  economiche in generale.

Ovviamente l’effetto pesanemente contrario sarà causato dal Rigassificatore. Infine per la scelta ottimale, è indispensabile la valutazione del costo dei due sistemi, lungo i 3 decenni di utilizzo previsto.  I costi delle strutture, ex novo e di trasformazione, dei due impianti contrapposti, sono paragonabili. Non sono definitivamente orientativi.

Invece la componente del costo che fa la differenza a vantaggio della soluzione a H verde, è quella azzerata dal mancato acquisto del metano, che fino al 2050, ammonterebbe ad un totale stimato di una decina di miliardi, Se poi si trattasse di GNL il risparmio sarebbe ancora maggiore in ragione del doppio, a causa dai maggiori costi della sua filiera più lunga di ben 5 passaggi, rispetto a quella breve del gas rifornito via metanodotto. Inoltre a favore della centrale a H, è doveroso conteggiare anche il valore dei danni alla salute e ambientali evitati, del valore complessivo di due miliardi, nei 27 anni futuri previsti.

EFFICIENZA TECNOLOGICA ED ECOLOGICA- Certamente la filiera dell’ H verde basata sugli elettrolizzatori, abbassa sensibilmente il rendimento della centrale. Cosi come i pannelli fotovoltaici e le pale eoliche. Tuttavia, è noto che quasi tutte le tecnologie della produzione energetica nella storia, sono state caratterizzate da rendimenti molto bassi: da quella basata sull’uomo e sugli animali, a quella delle vele e dei mulini a vento e ad acqua. Anche dopo la rivoluzione industriale le centrali a carbone e petrolio non superavano il 40%. Soltanto le centrali idroelettriche con le turbine ad acqua hanno raddoppiato l’efficienza, Infine i turbogruppi di vado a ciclo combinato funzionanti con turbine a gas e vapore, raggiungono il 60%.

Ma se si valuta l’insieme degli effetti durante tutto il ciclo di vita dei sistemi, tutto cambia. Gli schiavi producevano tanto lavoro a bassa potenza, senza impatti ambientali e sociali, se non quelli del mantenimento in vita e della loro gestione.

Gli animali aumentarono il rendimento producendo più lavoro a potenza molto maggiore, mentre sollevarono l’uomo dalla fatica più pesante, migliorando la vivibilità sociale e la nutrizione.  Il loro utilizzo richiedeva cura e le loro deiezioni concimavano i campi. Talvolta però l’uomo in agricoltura, con l’errato sfruttamento della potenza degli schiavi e degli animali, produsse le prime alterazioni ambientali come la desertificazione di vaste aree, come il Sahara una volta granaio dell’impero romano.

Ma è proprio con la rivoluzione industriale che iniziò l’Antropocene, l’inedita Era della possibile distruzione del mondo a causa dell’uso intensivo dei combustibili fossili per l’energia, capaci di produrre i gravi impatti inquinanti e climalteranti che stiamo vivendo. Ne consegue che in tale contesto l’efficienza degli impianti e delle tecnologie assume un’ importanza relativa, non prioritaria.

CONSIDERAZIONI FINALI- L’esperto del CNR conclude le valutazione sull’ utilizzo dell’ H, sostenendo saggiamente che “quando la situazione è disperata, allora si può accettare la bassa efficienza”.

Purtroppo l’evidente criticità dell’ equilibrio climatico e idrogeologico, al limite della vivibilità, poco si scosta da questa affermazione, che pertanto promuove di fatto il progetto.

Dunque realizzare la transizione energetica a Idrogeno verde, anche della centrale di Vado Ligure, costituisce una vera svolta tecnologica strategica saggia e virtuosa, alternativa a quella insostenibile del GNL e del rigassificatore navale Golar Tundra.

Del resto è stabilito che entro il 2050 tutte le centrali a gas dovranno essere convertite verosimilmente a H, nel rispetto degli accordi Internazionali, per salvare il Pianeta. Infine, poichè la transizione energetica a H verde, rientra nel programma dei finanziamenti del PNRR: PERCHE’ NON COMINCIARE ADESSO ?

Giovanni Maina


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