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Pietra Ligure: ‘Bandiera Blu’ delle tasse. Eccole


Tra le diverse “bandiere” comunali, delle quali il Sindaco De Vincenzi non trascura di “far sfoggio”, tra cui quella semincredibile del mare, quasi “miracolosa” per una città non allacciata al depuratore.

di Mario Carrara

I cui liquami vanno a finire in gran parte direttamente nel mar Ligure, facendo insorgere non poche ovvie perplessità, c’è quella di “fantasia”, non assegnata formalmente, ma sulla quale, invece, non sorgerebbero dubbi di alcun genere se lo fosse davvero, di “bandiera blu” (o nera) delle tasse! Sì, delle tasse e delle imposte, delle gabelle e dei balzelli, in poche parole: dei Tributi comunali, cioè quelli che stabilisce il solo Comune.

Polo di Centrodestra per Pietra – Lista Civica dei Pietresi

Gruppo consiliare “Centrodestra

Consigliere Mario Carrara

Pietra Ligure: “Bandiera Blu” delle tasse”

1⁰ puntata

Tra le diverse “bandiere” comunali, delle quali il Sindaco Luigi De Vincenzi non trascura di “far sfoggio“, tra cui quella semincredibile del mare, quasi “miracolosa” per una città non allacciata al depuratore i cui liquami vanno a finire in gran parte direttamente nel mar Ligure, facendo insorgere non poche ovvie perplessità, c’è quella di “fantasia“, non assegnata formalmente, ma sulla quale, invece, non sorgerebbero dubbi di alcun genere se lo fosse davvero, di “bandiera blu” (o nera) delle tasse! Sì, delle tasse e delle imposte, delle gabelle e dei balzelli, in poche parole: dei Tributi comunali, cioè quelli che stabilisce il solo Comune.

Infatti, il Comune di Pietra Ligure del Sindaco  De Vincenzi si accinge a concludere il mandato amministrativo durante il quale ha stabilito e mantenuto i tributi comunali tutti rigorosamente al massimo possibile consentito dalla Legge.

Come l’I.M.U, per le abitazioni private: al 10,60; a questa aliquota si è aggiunta e sommata quella che era attribuita alla TASI, anch’essa, quand’era in vigore come tale, stabilita allo 0,80, cioè il massimo possibile; quest’ultimo tributo, quando poi è stata abolito, è stato assorbito ed integrato nell’importo complessivo dell’I.M.U, facendo così, “balzare” quest’ultima dal suo massimo che, come scritto, era già “pesante”, alla “vetta” della quota strabiliante dell’11,40 x 1000.

C’è da dire che la TASI, quando era in vigore come tassa distinta, era facoltativo per ogni Comune, sia imporla come tale, che, una volta deciso di imporla, stabilire l’ammontare dell’aliquota che andava, appunto, da “0” a “0,80”.

La maggioranza al potere a Pietra Ligure decise, ovviamente, che anche “quel” tributo avrebbe dovuto esser imposto e, altrettanto ovviamente, decise di imporlo al suo massimo, cioè: lo 0,80! Quando, poi, la TASI fu abolita ed “‘incorporata” nell’I.M.U., pur avendo il Comune la possibilità di rimodularla riducendola o, addirittura, di revocarla, non fece nulla di tutto questo e confermò il tributo nell’importo massimo precedente incorporandolo nell’I.M.U e, facendo, così svettare la sua aliquota finale, come detto, all’11,40 x mille! Che è rimasto l’importo attuale da pagarsi.

Questo, sommato ad altri esempi tributari, ha fatto assurgere Pietra Ligure a “caso” di un Comune che tassa spietatamente (ed inspiegabilmente) i propri cittadini come se esso fosse in difficoltà economica, quando, invece, ha le finanze “floride”. Daremo dimostrazione di ciò dall’analisi che proseguiamo a fare.

Infatti, stesso discorso per quanto riguarda l’Addizionale comunale sull’IRPEF, che è un’imposta comunale “subdola”; perché “subdola“? Perché, pur essendo in vigore e pesando per bene circa il suo importo, la gran parte dei contribuenti Pietresi la paga pur “quasi” non accorgendosene, in quanto essa viene corrisposta nella circostanza del pagamento dell’IRPEF, andandosi a sommare all’importo ” netto” che deve essere pagato per quest’ultima con il suo ulteriore “0,80. Anche qui c’è da dire che, essendo un tributo comunale “facoltativo“, l’Amministrazione comunale avrebbe potuto imporlo come no. E, nel caso avesse deciso per la sua imposizione, era libera di stabilirne un’aliquota da “0” a “0,80”, come massima consentita dalla legge. Inutile dire che, anche in questo caso, è stato deciso sia di “imporlo“, che di imporlo nella misura dell’aliquota massima. L’unica benevola concessione è stata fatta quest’anno con l’aumento della soglia di esenzione da €.7.500 portata a €.15.000, cioè una concessione che ha più l’aspetto di “elemosina”, quando, invece, sarebbe stata ben più giusta una consistente riduzione dell’imposta per tutti i contribuenti a livello generale o una sua abolizione, vista la situazione di forte “attivo” del bilancio, che rende questa imposta non indispensabile.

Discorso diverso, ma simile, per la TARI , l’imposta sulla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Essa, per legge, deve “coprire” l’importo del servizio; quindi, se al Comune quel servizio costa, ad esempio, un numero a caso, “135”, la “raccolta” tributaria deve essere di “135”, conveniente o esosa che sia. Tuttavia, di quell’importo il Comune può assumersene in parte il carico, specie se ha conseguito un bilancio “in attivo”, avendo a disposizione altre risorse finanziarie; cosicché ai cittadini non sarà più chiesto, secondo la cifra presa ad esempio, “135” ma, in ipotesi, solo “100”. È quello che altri Comuni hanno deliberato di fare per venire incontro ai cittadini e sgravarli in parte dal peso fiscale eccessivo. Vicino a noi, riportiamo gli esempi di Ceriale e di Finale Ligure che hanno ridotto la TARI in modo significativo; ne alleghiamo la foto di articoli di stampa in proposito.


Qui: no. A Pietra, no. Noi l’abbiamo proposto in diversi Consigli comunali ma De Vincenzi ha risposto pervicacemente sempre di no: BISOGNA PAGARE. E SEMPRE! Nonostante il bilancio del Comune di Pietra Ligure sia non “in attivo”, ma “in forte attivo“, come mostriamo d’appresso. Così ognuno, leggendo i dati coi propri occhi, si può rendere conto della situazione e della fondatezza di quello che affermiamo.

Nel 2019, il bilancio finanziario di Pietra Ligure è stato in attivo di €.3.616.854; nel 2020, “l’attivo” è salito a €.4.774.987; nel 2021, “l’attivo” ha raggiunto gli €.6.042.387 ! E sono gli anni di punta del COVID…. Nel 2022, il bilancio “attivo” è stato di €.5.532.194 ! Attestandosi e consolidandosi ben oltre i 5 milioni e mezzo di euro! Cifre stratosferiche di attivi di bilancio per una cittadina come Pietra Ligure, che non arriva più nemmeno a 8.500 residenti! (8397! per l’esattezza). Ciò nonostante, il Sindaco, in tutti questi anni del suo mandato, ha sempre rifiutato ogni proposta, anche presentata con formali Mozioni consiliari, di riduzione dei tributi comunali, cioè di quei tributi che è facoltà del Comune e solo di esso, non dello Stato che qui non c’entra, di imporre e di stabilire il carico del loro “peso” fiscale.

Di fronte alle nostre richieste e contestazioni, supportate dall’evidente stato di “floridezza” delle finanze comunali che non giustificavano e non giustificano una pressione fiscale cosi pesante, De Vincenzi ha sempre opposto che l’imposizione tributaria “al massimo” serve per far quadrare i conti e in quanto verrebbe “resa” ai cittadini in termini di “opere” e “servizi”.

Tuttavia, questa è una cosa che sembra veramente una “sparata” e una “bufala” colossali perché in termini di opere e lavori il Comune di Pietra Ligure riguardo a quelli fatti ed a quelli attualmente in corso (vedi ad esempio: passeggiate, marciapiedi, illuminazioni, scuole, frane, strade, piazze sottopassaggi, ecc.) si è giovato nella stragrande parte di essi di contributi e finanziamenti dello Stato, del PNRR, di Ministeri e della magnanimità e generosità della Regione Liguria di centrodestra (al Sindaco del PD). Per cui dire che le tasse servono per pagare i lavori o la maggior parte di essi sembra proprio, per Pietra Ligure, ben diverso dalla realtà e dalla verità. (*)

Il Sindaco nei Consigli dichiara che gli attivi “strabilianti” del bilancio, il Comune non li può utilizzare, ma li deve, per legge, accantonare. Infatti, può disporre di essi solo in minima parte, cioè, grosso modo, il 10%.

Controbattiamo noi: ma se un attivo di bilancio multimilionario non può in ogni caso essere “toccato“, utilizzato dal Comune, finendo, invece, per la sua maggior parte, allo Stato, perché, ribadiscesi PERCHÉ il Comune si ostina a voler mantenere una pressione tributaria al massimo consentito, se poi il risultato del forte “attivo” di bilancio non lo può utilizzare per le sue esigenze? Specie non avendo alcun bisogno di imporre una pressione fiscale al massimo in quanto, come abbiamo visto, le opere pubbliche, specie le più grandi, gli sono state e gli sono tuttora ancora finanziate “dall’alto“, da istituzioni ed enti sovraordinati?

Che bisogno c’era e c’è di continuare a spremere i cittadini, vessandoli con le tasse al massimo, come se Pietra Ligure attraversasse una situazione di grave sofferenza finanziaria?

Se può essere giustificabile che le tasse vengano aumentate quando le istituzioni si trovino “in difficoltà finanziarie” e, per “riaggiustare i conti“, chiedano ai cittadini dei sacrifici in termini di tributi, qui, nel caso di Pietra Ligure, che è dimostrato ha i bilanci in attivi multimilionari consolidati negli anni (e per il 2023, prevediamo un altro forte incremento), HA SENSO mantenere l’imposizione fiscale al massimo dei massimi consentito, quasi si fosse in “dissesto finanziario”, senza poter utilizzare gli attivi multimilionari che si continuano a conseguire?

Non sarebbe meglio, più ragionevole, più saggio, più giusto, più equo che il Comune “puntasse” ad ottenere solo il “pareggio” di bilancio e non gli attivi multimilionari, riducendo tutta la pressione fiscale comunale esistente che pesa sui propri cittadini contribuenti, che devono privarsi di loro risorse finanziarie per pagare il Comune, essendo “spremuti” come limoni? Tutte le volte che l’abbiamo proposto, il Sindaco De Vincenzi ha risposto con supponenza ed ha detto di no.

Anche durante il peggior periodo del COVID, in cui molti Comuni, per venire incontro alle difficoltà di tante persone, riducevano i loro tributi in modo significativo, De Vincenzi non ha ridotto niente: ha solo concesso “rinvii” nei pagamenti: se la scadenza era a Giugno, la spostava di alcuni mesi. Ma cosa cambiava? Niente, perché poi bisognava pagare lo stesso per intero. Non era, non sarebbe stato meglio, invece, pagare alla regolare scadenza di legge, ma la metà? De Vincenzi poteva farlo, ma non l’ha voluto fare. Anche in questo caso, come in quello dell’Edilizia, è lui solo, e non altri, il responsabile perché, oltre che Sindaco, coi poteri che ha, si è tenuto le deleghe alle Finanze ed al Bilancio, che gestisce lui.

Non abbiamo capito bene se non le sappia gestire e, non avendo un’idea di come gestirle, faccia solo quello che gli dicono i funzionari, o se il suo atteggiamento fiscalista sia proprio scientemente da lui voluto; in questo caso sarebbe degno discepolo e applicatore delle teorie e economiche di Mario Monti, che impose una triste politica fiscale “lacrime e sangue“: pagare sempre, pagare tutti: ma al MASSIMO.

(*) Dell’ultimo contributo dato da Toti a De Vincenzi ne è stata data notizia ieri 25 Ottobre: altri €.250.000 per la riqualificazione di piazza Perotti.

Mario Carrara, consigliere comunale

26 Ottobre 2023

 


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