La fiducia evaporata tra velleitarismo dialettico e chiacchiera mediatica; percorso dal mito dell’idropotìa come chiave ermeneutica della società umana, alla realtà dei tortelli del prete Gianni.
di Natalino Codatozza
Nel periodo della pandemia, quando eravamo confinati, la noia associata all’apprensione ci rendeva più inquieti, fu un momento in cui fiorivano le chat di gruppi più o meno improvvisati dove si discuteva su tutto e dove tutti, con tanto tempo da occupare, si dedicavano col piglio del professionista. In quell’ambiente virtuale si abbozzarono dei rapporti dialettici tra soggetti eterogenei raccolti a partire da “credenziali” che ciascuno forniva a testimonianza di sé stesso.
Fu, in un certo senso una sorta di laboratorio in cui tanti caratteri, espressi in modalità “eterica,” si sono resi mano a mano identificabili; per me, vecchio ignorante, una scoperta della potenza del mezzo mediatico ed al contempo la riprova di come il valore umano venga sempre allo scoperto.
Ci fu il caso particolare di uno fra i rapporti fortuiti di quei momenti che appare paradigmatico: un tale di Berlinzone, Maso Idropoto, che proponeva addirittura di saper riformare al meglio l’intero consesso umano, pontificando con proprie teorie spacciate per assolutamente certe e inopinabili, venne a cadere su un banale incidente culinario interregionale.
Avvenne così: sorta una questione di poco conto su certe particolarità di cucina, al nostro Maso fu recapitata, come d’accordo, una specialità genovese; lui avrebbe dovuto corrispondere inviando a sua volta una dose di prelibatissimi tortelli, cosa che però mai avvenne. Non è dato sapere se altri fattori concorsero a ciò, ma è certo che fu minata la fiducia dell’altro messere che aveva puntualmente atteso alla parola data.
“La fiducia è una cosa seria che si dà alle cose serie,” a partire dalle dinamiche interpersonali sino alla fiducia dei mercati internazionali e va confermata coi fatti. Cadendo sui tortelli messer Maso ha dimostrato, in acta minima, quanto sia largo il mare tra dire e fare.
Natalino Codatozza